Vini di Sicilia
SANTA MARGHERITA DI BELICE DOP

Il Santa Margherita di Belice bianco (titolo alcolometrico volumico totale minimo 10,5% vol.) ha un gradevole aspetto paglierino tenue, con riflessi verdognoli; l’odore è delicato, fruttato e caratteristico; il sapore è secco, armonico, vivace e fresco. Il rosso (11,5% vol.), invece, è di colore rubino, impreziosito da sfumature granato; rilascia un odore vinoso ed etereo, caratterizzato da una spiccata finezza; al palato risulta asciutto e con buona struttura, nonché leggermente tannico. Nelle varianti monovitigno, le caratteristiche organolettiche di base si arricchiscono di peculiarità proprie dell’uvaggio specifico, che vengono puntualmente descritte nel disciplinare.

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SANTA MARGHERITA DI BELICE DOP

Vini di Puglia
CACC’E MMITTE DI LUCERA DOP

Il Cacc’e Mmitte di Lucera è un vino rosso estremamente equilibrato, che si manifesta con una tonalità rubino, più o meno carica, a seconda delle produzioni. L’odore è caratteristico e intenso, mentre il sapore, asciutto e pieno, si distingue per armonia e per la presenza di un peculiare retrogusto. Il titolo alcolometrico volumico totale minimo è di 11,5% vol.

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CACC’E MMITTE DI LUCERA DOP

Betonica – Stachys officinalis

Apprezzata ed usata fin dall’antichità, la betonica era ritenuta una pianta dalle importanti proprietà medicinali, addirittura creduta magica. Le foglie venivano usate per preparare tisane ed aromatizzare le bevande. Era così conosciuta che il suo nome era associato a quelle persone che venivano a sapere “tutto di tutti”, in particolare alle comari. La betonica è da sempre particolarmente apprezzata ed usata come rimedio naturale contro il mal di testa. Il nome di questa pianta potrebbe trovare radice nella parola celtica “betony” il cui significato è “buona testa”.

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Il giardino di Boboli all’Italiana

Il giardino, che accoglie ogni anno oltre un milione di visitatori, rappresenta uno fra i più importanti e antichi esempi di giardino formale all’italiana nel mondo, incentrato sulle geometrie arboree e sul sapiente inserimento di statue, grotte e vasche monumentali scenografiche. Esso è definibile come un vero museo all’aperto, sia per l’impostazione architettonico-paesaggistica che per la collezione di sculture come per l’antica collezione botanica, che vanta specie e varietà altrimenti disperse.

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Calicanto, Chimonantus praecox

La prima è legata alla nascita del calicanto. In un freddo giorno d’inverno, un piccolo pettirosso, stanco e infreddolito, vagava cercando riparo in un ramo per potersi riposare e proteggere dal freddo. Ma tutti gli alberi che incontrava durante il volo, si rifiutavano di dargli ospitalità. Il pettirosso stremato giunse nei pressi di un calicanto il quale, alla vista del piccolo uccellino decise di dargli riparo e con le sue ultime foglie ingiallite provò a scaldarlo. Il Signore, che aveva visto il bel gesto, volle ricompensare la pianta di calicanto, facendo cadere sull’albero una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il calicanto fiorì in inverno.

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