Abruzzo
OLIVA ASCOLANA DEL PICENO DOP

Le tecniche di coltivazione delle olive sono descritte nel disciplinare di produzione. Tutti gli impianti sono strutturati in modo da poter permettere alle piante di avere un buon ricambio di aria e la densità non deve superare le 300 piante per ettaro. L’irrigazione delle piante è consentita, ma deve essere sospesa 20 giorni prima della raccolta, che avviene dal 10 settembre al 20 ottobre.

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OLIVA ASCOLANA DEL PICENO DOP

Abruzzo
PATATA DEL FUCINO IGP

La patata del Fucino è coltivata con la metodologia tradizionale della zona di produzione. Il disciplinare dispone che la coltivazione possa essere integrata e biologica. Inoltre, la coltivazione segue le “Norme Tecniche di Difesa” redatte annualmente dal Servizio Fitosanitario della Regione Abruzzo. Per coltivare la Patata è necessario un “buon letto di semina” che favorisce la crescita delle radici del tubero e si realizza con un’aratura a fondo almeno di 30/40 cm. La semina inizia a marzo e termina a maggio. Il seme è posto non al di sotto dei 65 cm e fino a 90 cm, mentre lungo la fila varieranno tra i 20 e i 35 cm. Quando i tuberi hanno raggiunto la maturità fisiologica, ovvero quando la buccia non si lascia staccare dalla polpa, sarà possibile raccoglierli in un periodo che va dal 20 luglio al 15 novembre.

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PATATA DEL FUCINO IGP

Faggio, Fagus sylvatica

In Italia il faggio è presente sulle Alpi, sugli Appennini, sui Nebrodi, sulle Madonie e sull’Etna. è invece assente allo stato naturale in Sardegna, regione in cui è stato introdotto per scopi silvicolturali e in cui la vegetazione climacica dell’orizzonte montano (1200–1800 m) è rappresentata da consorzi di agrifoglio e taxus. Sui rilievi appenninici il faggio rappresenta la specie arborea maggiormente diffusa, nell’orizzonte montano (900–1000), formando spesso boschi puri e raggiungendo il limite superiore della vegetazione arborea (1700 m lungo la dorsale ligure e tosco-emiliana, fino a 2000 m sul Pollino e sui rilievi della Lucania). Per quanto riguarda le Alpi, l’optimum per il faggio si ritrova nella fascia montana del distretto esalpico, dove forma estesi popolamenti puri. A quote superiori o inferiori, i popolamenti subiscono l’ingresso di altre specie, rispettivamente più resistenti alle gelate (come l’abete) e più resistenti alla mancanza d’acqua (come il carpino nero).

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