Ciappe PAT Liguria

In dialetto ligure, ciappa significa pietra piatta sottile come la lastra di ardesia il cui nome deriva da ardere: infatti grazie alle sue caratteristiche fu sicuramente uno dei primi metodi di cottura usate dall’uomo. Ancora oggi si utilizza questo strumento per cucinare la carne e il pesce senza l’aggiunta di grassi; noto è il tonno in sciä ciappa. Lastra di ardesia è anche la tradizionale copertura dei tetti in Liguria dove le tegole vengono denominate ciappe: la stessa parola nel ponente ligure indica una sorta di schiacciatina, resa croccante e friabile dall’olio extravergine di oliva della Riviera.

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Chinotto candito e sciroppato PAT

Non è sicuro che i canditi siano nati a Genova ma è certo che già nel ‘500 erano famosi ed apprezzati anche alla corte di Francia soprattutto da Caterina de’ Medici. Un paio di secoli più tardi Diderot e D’Alambert nello loro Encyclopedie citano proprio i canditi genovesi con parole entusiastiche. Dovranno passare pochi anni ancora perché il nome di Genova sia indiscutibilmente legato alla frutta candita, merito di una nota famiglia di confettieri locali che ha saputo rendere famoso nel mondo questo tipo di dolce che già nell’800 veniva esportato perfino in America.

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Cavolo gaggetta PAT

Coltivata a Lavagna e sulle colline limitrofe, la gaggetta (Brassica oleracea var. Sabaudia) è un cavolo cappuccio di piccole dimensioni e di colore verde chiaro. In genovese gaggia significa cesta, gabbia: gaggetta sta quindi a designare una piccola gabbia e si presume faccia riferimento appunto al piccolo cappuccio che forma. Presenta foglie più o meno unite fra loro e poco bollose; il cappuccio possiede la forma di un cuore rovesciato. È molto pregiato per la tenerezza delle foglie, anche quelle più esterne. Noto nella zona da antica data, la semente si tramanda a livello familiare. È conosciuto, oltre che sul mercato locale del Chiavarese, anche su quelli di Genova. Viene venduto normalmente a numero ed è usato nella cucina tradizionale per la preparazione dei cavoli ripieni.

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Cavolo broccolo lavagnino PAT

Il cavolo lavagnino (Brassica oleracea var. capitata) è di piccole dimensioni; forma un cappuccio, molto tenero alla cottura, di forma nettamente allungata (obovata). Le foglie sono poco bollose di colore verde chiaro. Alcune foglioline all’interno del cappuccio presentano un caratteristico colore rosa. Questa varietà è stata selezionata nel Chiavarese da antica data. Esistono un broccolo lavagnino a maturazione precoce e uno a maturazione leggermente più tardiva.
Conosciuto e molto ricercato anche sui mercati di Genova, oltre che sul mercato locale, è tradizionalmente usato cotto, anche come condimento per la pasta.

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Cavagnetto di Brugnato PAT Liguria

Dolce dalla forma di un piccolo cestino con il manico, dentro al quale viene posizionato un uovo intero con guscio. Il cavagnetto ovvero cestinetto è considerato il dolce pasquale tipico del Comune di Brugnato. La ricetta è antica ed è stata tramandata di generazione in generazione sino ai nostri giorni. Da sempre è simbolo della Pasqua in quanto veniva preparato il giorno della vigilia e portato in chiesa dai bambini per la benedizione, quindi mangiato in famiglia il giorno successivo. L’impasto è quello con cui viene prodotto anche il famoso canestrello, dolce conosciuto in tutta la Liguria, ma la forma particolare lo distingue e lo rende unico.

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Castagne secche PAT

Castagna con dimensione medio piccola, ottima sia consumata fresca che essiccata. Le varietà locali utilizzate per l’essiccazione sono diverse a seconda delle valli. In particolare in val Bormida famose sono le varietà Gabbiana e Garessina, mentre nel levante ligure sono nomi ricorrenti  la Gentile, la Carpenese e la Bunneive. 

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Castagna gabbiana PAT

Probabilmente il castagno cresceva spontaneo nei nostri boschi ma nel Medioevo si sentì la necessità di ottenere frutti più grossi e consistenti. Si ricorse quindi a innestare gli alberi selvatici. L’importanza di queste piante nell’era di mezzo è testimoniata da numerosi atti notarili, dove si trova frequentemente il termine castaneativae, cioè terre coltivate a castagne, come oggetto di compravendita. Da allora la coltura del castagno si diffuse capillarmente sino agli inizi dell’800. La coltivazione del castagno era talmente diffusa che in valle Stura, poco sopra il ponente genovese, la parola erburu (albero) significa castagno.

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Castagna brodasca PAT

Castagna di colore marrone scuro, con ampio ilo rettangolare e torcia lunga e pubescente. La dimensione è medio piccola e ogni riccio contiene mediamente tre frutti. Può essere consumata fresca, ottima come caldarrosta o trasformata in farina. La caduta del frutto è molto precoce perciò la raccolta avviene alla fine del mese di settembre, inizio di ottobre.

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Sentiero Italia CAI CALABRIA 08° Tappa Limina – Fabrizia Mongiana

Limina – Fabrizia – Mongiana Si entra in provincia di Vibo Valentia e si abbandona l’Aspromonte per entrare nel territorio del Parco Naturale  Regionale delle Serre. Si parte dal Villaggio Limina, costruito nel anni ’50 del secolo scorso per i contadini  della zona, ma mai abitato. Inizialmente si percorre su asfalto la SP 501 direzione Giffone per circa 2,5 km. Si  devia a sinistra addentrandosi in un bosco con prevalenza di faggi e abeti, per circa 13 km, in leggero  saliscendi passando sotto Monte Cresta, Monte Seduto, Monte Ferro, Monte Petrulli. Si continua  oltrepassando una casa in pietra adibita a rifugio forestale, e dopo alcuni guadi si raggiunge la località Faggio  dell’Orologio. Da Faggio dell’Orologio, su strerrata, si sale verso Monte Petrulli, si attraversano le località  Pracchio, dove è presente una fonte e Angelella fino a giungere la SP501. Si attraversa la SP e su percorso  sterrato si arriva a Fabrizia, si attraversa l’abitato fino al campo santo e si scende su sentiero. Dopo aver  effettuato diversi guadi, si raggiungono Santa Maria di Cropani e Mongiana.

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