Carne podolica PAT

La Carne podolica della Murgia e del Gargano è pregiata per le sue caratteristiche organolettiche, tanto da fregiarsi del marchio di origine controllata 5R, al pari degli altri quattro tipi genetici: Chianina, Marchigiana, Maremmana e Romagnola. La carne è ottenuta da bovini liberi di muoversi su ampie superfici da pascolo e risulta qualitativamente superiore per sapore e consistenza rispetto a quella dei vitelloni legati alla mangiatoia fissa.

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TED – PER VINCERE IL CANCRO BISOGNA PENSARE COME UNA CELLULA

Per curare il tumore la cosa migliore non è di attaccarlo ma di aiutare il nostro corpo a risolverlo da solo Ennio Tasciotti è laureato in Biologia Molecolare presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 2000, nel 2005 ha ottenuto il dottorato di ricerca in Medicina Molecolare con una collaborazione tra la Scuola Normale e l’International Center for Genetic Engineering and Biotechnology. Nel 2008 ha pubblicato la mia prima ricerca sul ‘multistage nanodelivery system’, a cui viene dato l’onore di cover story da Nature Nanotechnology. Lo studio viene inoltre selezionato da Nature Medicine come uno dei “Top 5 breakthroughs in Nanomedicine”.

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Carne di capra PAT

È una saporita tipicità della tradizione gastronomica del Gargano, tanto che alla carne di capra in acqua e sale Rignano Garganico dedica anche una gustosa sagra nella stagione estiva. In questo periodo la carne di capra infatti è particolarmente saporita, per ragioni biologiche e per l’alimentazione costituita dal timo garganico e da altre erbe selvatiche.

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1.9 I frutti antichi. Le conoscenze disponibili: stato dell’arte in Italia – ViVi Green

La frutta antica è anche argomento di numerosi progetti didattici maturati in ambito scolastico, nonché di molti convegni sulla biodiversità tanto che, non mancano occasioni per sollevare il problema della salvaguardia di questo prezioso materiale genetico attraverso mostre mercato.

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Carne al fornello di Locorotondo PAT

La carne al fornello di Locorotondo è infilata in spiedoni di acciaio messi poi al fornello per la cottura. Zucchero, al secolo Domenico, la più grande autorità in paese (e forse nel mondo) sulla cottura al fornello, sbuca letteralmente dal forno per spiegarmelo: “La particolarità del fornello è che la cottura avviene su uno spiedo che, al contrario della brace, è posto in verticale. La cottura è quindi indiretta, perché lo spiedo viene appoggiato di lato. In questo modo il grasso che cola non si brucia e non altera il sapore della carne.”

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Capocollo di Martina Franca PAT

Le origini del Capocollo di Martina Franca. Anticamente, i suini allevati in Salento, nella zona di Taranto e più in generale in Puglia, venivano portati per essere macellati e lavorati a Martina Franca. La manodopera martinese, abbinata al clima eccezionalmente fresco, ventilato e secco, rappresentavano in connubio perfetto per la lavorazione degli insaccati. Durante tutto il Regno di Napoli e successivamente fino ad arrivare ad oggi, le carni e gli insaccati di Martina Franca sono state apprezzate e ricercate in tutto il mondo. Il Capocollo di Martina Franca è la quintessenza dell’abilità dei macellai martinesi e racchiude in sè tutto l’aroma inconfondibile dei boschi di quercia e dell’aria frizzantina della Valle D’Itria.

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Bombette di Martina Franca PAT

Un piccolo e prezioso scrigno di gusto da assaporare nella sua più semplice essenzialità.

Le bombette di Martina Franca della Macelleria Centro Storico utilizzano solo carne di maiali pugliesi. Il taglio destinato a questa prelibatezza è il capocollo: compreso tra la testa e il lombo, inframmezzato da venature di grasso indispensabili per mantenerlo tenero e particolarmente saporito. La parte grassa non influisce in modo così importante sull’apporto calorico, infatti il capocollo è considerato una carne semigrassa. A fare la differenza oltre alla scelta della carne e alla sua provenienza pugliese, c’è il ripieno succulento: elemento principe il provolone semi piccante pugliese.

Le Bombette di Martina Franca sono ufficialmente riconosciute nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali dalla regione Puglia.

Qualità, freschezza, genuinità: sono questi gli unici ingredienti “segreti” che troverai nel banco della Macelleria del Centro Storico.

Lo spiedo è composto da 5 Bombette, ma a seconda del quantitativo ordinato (riportante il numero di pezzi) comporremo nel modo migliore gli spiedi per garantire la spedizione e la conservazione del prodotto.

In mancanza di tempo e di barbecue le Bombette di Martina Franca sono perfette al forno, in padella o nel ragù. In tutte queste varianti di cottura il gran finale sarebbe proprio l’approdo in una bella puccia croccante dei nostri panettieri della Valle d’Itria!

Nel panino tutti i succhi non vengono dispersi, regalando morsi di piacere…

Come si prepara le Bombette di Martina Franca: Le Bombette di Martina Franca sono un must della Puglia per la cottura alla brace. Il barbecue ne valorizza il gusto. I succhi rilasciati dalla carne, cadendo sulla brace, emanano una leggera affumicatura che profuma la carne in modo naturale. Per scoprire tutti i segreti per una brace perfetta clicca su: i segreti per la Bombetta di Martina Franca alla brace

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Padre peppe elixir di noce PAT

La storia del Padre Peppe inizia alla fine del 700, quando il frate cappuccino Padre Giuseppe Ronchi, si ritira in Puglia con il desiderio di scoprire nella Murgia, nei suoi boschi, nei suoi prati, nelle sue acque e nelle sue rocce, un rimedio che potesse lenire o guarire le molestie e le infermità che il vivere quotidiano porta in sé. Seguendo la tradizione monastica, conduceva la sua vita cercando di aiutare tutti a ritrovare l’equilibrio globale dell’organismo: mente, anima e corpo. In Puglia trovò il modo di estrarre succhi medicamentosi dalle erbe e dai frutti, estratti lavorati con dedizione nell’officina del monastero, dove il frate poteva sperimentarne l’azione terapeutica per il sollievo di frati e fedeli. 

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Mirinello di Torremaggiore PAT

Liquore ottenuto esclusivamente dalla macerazione in sostanza idroalcolica, delle bacche della antica e tipica cultivar arbustiva propagatasi solo in agro di Torremaggiore, secondo una antica ricetta. si continua a produrre lo stesso liquore dal profumo ampio e dal gusto raffinato.

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