Tappa di media lunghezza, dislivello positivo ragguardevole e negativo moderato, che dalle montagne dell’Alta Valle Gesso porta nella vicina Valle Stura. Dalle Terme di Valdieri, si segue la strada carrozzabile chiusa al traffico che porta all’incantevole Piano del Valasco dove sorge la Casa di Caccia di Vittorio Emanuele II, oggi ristrutturata e adattata a rifugio. Si prosegue per il piano superiore del Valasco e, per antica strada ex militare a tratti rovinata, si sale al lago inferiore di Valscura dove sono visibili alcuni edifici e fortificazioni militari in dissesto. Si continua l’ascesa per sentiero fino al Colletto di Valscura a quota 2520 metri. Da qui inizia la ripida discesa che porta al Lago Malinvern e poi al Rifugio Malinvern Città di Ceva, dove si può pernottare.
View More Sentiero Italia CAI PIEMONTE 11° Tappa Terme di Valdieri – Rifugio Città di Ceva al MalinvernGiorno: 5 Ottobre 2022
Farina di marroni di Antrodoco PAT Lazio
Farina ottenuta dalla lavorazione del Marrone Antrodocano. Di colore nocciola chiaro e sapore dolciastro, utilizzata per preparare pani, minestre, focacce, polente, oltreché per la realizzazione del tradizionale Castagnaccio.
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Nell’economia agricola bellegrana, per secoli, il fico secco è stato d’importanza fondamentale, infatti veniva prodotto ed utilizzato come merce di scambio con le popolazioni delle zone più interne fino a quasi tutta la metà del ‘900. A partire dagli anni ’40-’50 del XX secolo, invece si è manifestato un notevole
interesse economico per il fico come prodotto fresco, denominato “Fallacciano”, con una crescita esponenziale nella coltivazione e produzione fino agli anni ’80. Già dalla metà degli anni ’70 si svolsero le prime sagre del Fallacciano nel comune di Bellegra. Durante il periodo della raccolta, nell’ultimo fine settimana di luglio, che precede tra l’altro la festa del patrono del paese San Sisto II P.M., viene dedicata a questo dolce e pregiatissimo frutto la famosa e tradizionale “Sagra del Fallacciano” durante la quale, tra spettacoli popolari e folkloristici, è possibile degustare il gustoso fico in tutte le sue diverse modalità di preparazione.
Fagiolone di Vallepietra fagiolo ciavattone PAT Lazio
Il Phaseolus coccineous è nettamente diverso dal Phaseolus vulgaris. Originariamente questa specie era coltivata solo a scopo ornamentale per il gran numero di fiori scarlatti che compaiono alla fioritura. Successivamente sono stati selezionati per il consumo umano i tipi a fiore bianco come, appunto, il ‘fasciolone’. Il nome deriva dalla forma del seme bianco, molto grosso, da cui la consuetudine di indicarlo con l’accrescitivo. Le notizie raccolte in loco, dai vecchi agricoltori, non hanno però consentito di definire né l’epoca di inizio della coltivazione di questo ecotipo, né la sua provenienza. Il seme è custodito da agricoltori anziani del posto che lo tramandano da generazioni.
View More Fagiolone di Vallepietra fagiolo ciavattone PAT LazioFagiolo regina di Marano Equo PAT Lazio
Il Fagiolo Regina di Marano Equo è una varietà locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus specie P. Vulgari L.. Si tratta di un ecotipo a sviluppo indeterminato; anche la fioritura termina con l’inizio della senescenza. La pianta, a portamento prostrato-rampicante, presenta foglie trilobate con foglioline cuoriformi di medie dimensioni e fiore papilionaceo, di colore rosa/viola con l’infiorescenza a racemo che porta solitamente dai 3 ai 5 fiori. Il frutto è un baccello di grandi dimensioni contenente da 5 a 8 semi; i semi sono reniformi ed il baccello è striato di rosso a maturazione cerosa ed i semi presentano un fondo nocciola e screziature che vanno dal rosso al marrone scuro.
View More Fagiolo regina di Marano Equo PAT Lazio La cucina tradizionale
Fregnacce alla reatina
La cucina tipica reatina è famosa per tanti piatti, come le Fregnacce alla reatina, tipo di pasta dalla particolare forma a rombo, servita con un gustoso sugo di lardo battuto, sedano, cipolla, pomodoro a pezzi, sale e peperoncino, o, nella versione più veloce, con sugo di carne semplice e una spolverata di pecorino locale.
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Sentiero LIGURIA Tratta 14 Acquasanta – Arenzano
Acquasanta – Arenzano Questa tappa del Sentiero Liguria parte da Acquasanta per giungere alla bella cittadina costiera di Arenzano. Il percorso, piuttosto lungo (circa 20 km), si snoda lungo antiche mulattiere e panoramici sentieri, con un dislivello totale di circa 1000 metri, toccando Voltri, quartiere dell’estremo ponente genovese, il pittoresco borgo di Crevari ed inoltrandosi nel territorio del Parco Regionale del Beigua, l’area naturale protetta più vasta della regione Liguria e riconosciuto dal 2005 come Geoparco Europeo e Mondiale sotto l’egida dell’UNESCO.
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Pegli – Acquasanta Dal Porto Antico di Genova raggiungiamo la delegazione di Pegli mediante il servizio pubblico di battelli (NaveBUS AMT genova) che ci permetterà di allontanarci dal centro di Genova osservando gli aspetti portuali che ancor oggi caratterizzano la realtà produttiva e sociale della città. Da Pegli il Sentiero Liguria, seguendo per buona parte del percorso l’itinerario Internazionale E1 che da Genova raggiunge Capo Nord, risale per “creuze” e sentieri sino Cian delle Figge, per poi raggiungere il centro termale di Acquasanta. In alternativa, in particolare in caso di maltempo, Acquasanta può essere raggiunta dal centro di Genova con il treno, lungo la linea Genova – Acqui Terme (Trenitalia)
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Passo della Bocchetta – Acquasanta La Variante Alta del Sentiero Liguria della tappa 13 che da Genova porta ad Acquasanta è suddivisa, per la lunghezza del percorso, in due parti (V13-A e V13-B). La variante V13-B parte dal Passo della Bocchetta e segue l’Alta Via dei Monti Liguri in direzione ponente giungendo ai Piani di Praglia e al Monte Pennello. Da qui, abbandonata l’Alta Via, scende verso il centro termale di Acquasanta per ricongiungersi al percorso principale del Sentiero Liguria.
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Genova Porto Antico – Passo della Bocchetta La tappa13 del Sentiero Liguria, che dal Porto Antico giunge ad Acquasanta, può anche essere effettuata con la Variante Alta che, rispetto al percorso principale, risulta essere certamente più impegnativa ma anche molto interessante dal punto di vista escursionistico, naturalistico, paesaggistico e storico-culturale; data la lunghezza del percorso la tratta può essere suddivisa in due parti distinte tappe (V13-A e V13-B). La prima tappa (V13 – A), prendendo avvio dal centro storico del capoluogo ligure, risale in località Righi e da qui, tra i forti e le antiche mura che proteggevano alle spalle la città di Genova, si percorre il panoramico crinale che separa la Val Bisagno dalla Valle Polcevera. Superati gli abitati di Trensasco e Pino si prosegue sino a congiungersi, nei pressi di Monte Carossino, con l’itinerario dell’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) che si seguirà, fra selle erbose e boschi misti, per giungere al Passo dei Giovi ed infine al Passo della Boccheta, dove si incrocerà anche l’importante Sentiero Europeo E1, che da Capo Nord, transitando anche per questi crinali, scende sino a Capo Passero in Sicilia.
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