Sentiero LIGURIA Tratta 13 variante A Genova Porto Antico – Passo della Bocchetta

Genova Porto Antico – Passo della Bocchetta La tappa13 del Sentiero Liguria, che dal Porto Antico giunge ad Acquasanta, può anche essere effettuata con la Variante Alta che, rispetto al percorso principale, risulta essere certamente più impegnativa ma anche molto interessante dal punto di vista escursionistico, naturalistico, paesaggistico e storico-culturale; data la lunghezza del percorso la tratta può essere suddivisa in due parti distinte tappe (V13-A e V13-B). La prima tappa (V13 – A), prendendo avvio dal centro storico del capoluogo ligure, risale in località Righi e da qui, tra i forti e le antiche mura che proteggevano alle spalle la città di Genova, si percorre il panoramico crinale che separa la Val Bisagno dalla Valle Polcevera. Superati gli abitati di Trensasco e Pino si prosegue sino a congiungersi, nei pressi di Monte Carossino, con l’itinerario dell’Alta Via dei Monti Liguri (AVML) che si seguirà, fra selle erbose e boschi misti, per giungere al Passo dei Giovi ed infine al Passo della Boccheta, dove si incrocerà anche l’importante Sentiero Europeo E1, che da Capo Nord, transitando anche per questi crinali, scende sino a Capo Passero in Sicilia.

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Sentiero LIGURIA Tratta 12 variante Nervi – Sturla

Nervi – Sturla La “variante alta” della tappa 12 del Sentiero Liguria risulta, per la sua lunghezza e per il dislivello da affrontare, più impegnativa, ma anche più panoramica ed interessante dal punto di vista escursionistico, rispetto al percorso principale che si sviluppa lungo la linea di costa. Risalite le pendici del Monte Moro si percorre la strada che porta alla frazione di Apparizione e da qui si ridiscende sulla costa per ricongiungersi al percorso principale.

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Sentiero LIGURIA Tratta 12 Nervi – Genova Porto Antico

Nervi – Genova Porto Antico La tratta 12 del Sentiero Liguria ha inizio dal porticciolo di Genova Nervi e, attraversando i quartieri di Levante e la “città vecchia” di Genova, termina nell’area del Porto Antico. Pur sviluppandosi su percorsi urbani la tappa mostra comunque tratti di notevole interesse paesaggistico e storico-culturale, toccando il Monumento ai Mille di Quarto, il pittoresco borgo di Boccadasse, il Lungomare di Corso Italia, sino ad giungere ai famosi Palazzi dei Rolli di Genova, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

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Confettura di uva Cesanese nero di Castelfranco PAT Lazio

Il nome “cesanese” deriva probabilmente da “cesarese” a significare appunto la sua millenaria presenza sul territorio laziale. Il Cesanese di Castelfranco è una variante tipica e autoctona delle colline che sormontano la Città di Rieti.

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Fagiolo di Sutri PAT Lazio

Sutri, situata su un colle tufaceo, tra due torrenti che scorrono in profondissimi valloni con pareti a strapiombo, è caratterizzata da terreni sciolti, di origine vulcanica, ricchi di elementi nutritivi, molto fertili lungo le vallate alluvionali, poste a circa 280 m di quota e datate di acqua per uso irriguo. L’acidità dei terreni della zona, carenti di calcare attivo, l’elevata umidità dell’aria e le temperature basse, tipiche delle piccole valli, costituiscono l’ambiente ideale per la coltivazione del Fagiolo di Sutri, detto anche “Regina”, appartenente alla tipologia borlotto. Si caratterizza per le dimensioni medio-grandi, colore bianco-crema con venature rosso scure e buccia tenera. La cottura è rapida; il Fagiolo di Sutri risulta particolarmente tenero al palato. Consumato fresco fino a settembre, continua la sua vita come prodotto secco o conservato per tutto il periodo invernale, mantenendo inalterate le sue caratteristiche nutritive.

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Fagiolo del purgatorio di Gradoli PAT Lazio

Particolare considerazione per i legumi mostrano, nel XIV secolo, gli Statuti di Gradoli, i quali dedicano un’apposita rubrica a “de pena colligentium cicera et alia legumina”. I fagioli prodotti in questo comune sono legati storicamente all’uso che se ne fa nel Pranzo del mercoledì delle Ceneri, organizzato dalla Confraternita del Purgatorio, reiterando un’antichissima tradizione.

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Fagiolo cioncone PAT Lazio

Il Fagiolo Cioncone è un ecotipo locale appartenente alla famiglia delle Papilionaceae, genere Phaseolus, specie P. Vulgari. Il seme del Fagiolo Cioncone presenta forma ovale, colore beige e calibro da 8 a 10 mm. Il contenuto proteico è intorno al 23%. Attualmente la coltivazione del Fagiolo cioncone avviene prevalentemente in orti a conduzione familiare pertanto con forte orientamento all’autoconsumo.

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Fagiolo ciavattone piccolo
Fagiolo giallo
Fagiolo solfarino
Fagiolo Verdolino PAT Lazio

I fagioli diffusi nella provincia di Viterbo rappresentano antiche varietà locali i cui semi sono stati gelosamente custoditi per anni e riprodotti per uso personale da anziani agricoltori della zona. Le loro particolari caratteristiche organolettiche e nutrizionali sono determinate dalle condizioni climatiche e dalla composizione dei suoli in cui crescono. La coltivazione avviene su terreni vulcanici caratterizzati da una forte presenza di potassio totale e assimilabile, assenza di fosforo, una granulometria ottimale, una buona presenza di sostanza organica, assenza di calcio.

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Fagiolo giallo
Fagiolo solfarino
Fagiolo Verdolino PAT Lazio

Fagiolo cappellette di Vallepietra PAT Lazio

Il territorio interessato alla produzione del Fagiolo Cappellette di Vallepietra si trova all’interno del territorio del Parco Regionale dei Monti Simbruini e della Comunità Montana dell’Aniene, alle pendici del monte Autore (1855 m slm) e a valle del centro abitato, lungo la stretta lingua di terreno formatasi in seguito all’azione del fiume Simbrivio ove vengono coltivati i diversi ecotipi di Fagiolo originari di Vallepietra. In questi terreni di origine carsica, ricchi di scheletro, tendenzialmente sciolti, anche se con buona dotazione di sostanza organica, la coltivazione del fagiolo viene praticata da lungo tempo. Lungo le sponde del fiume, si possono osservare una serie di microaziende che costituiscono parte integrante del paesaggio, nelle quali la popolazione locale coltiva le ortive utilizzando tecniche tradizionali.

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