Sentiero Italia CAI PIEMONTE 67° Vocogno – Re

Vocogno – Re Questa tappa piuttosto breve è caratterizzata da dislivello esclusivamente in discesa per raggiungere il fondo della Val Vigezzo.  Siamo nella Valle dei Pittori e questo lo si nota passando dai paesi e in particolar modo dalle chiese che si incontrano sul percorso. Craveggia,Zormasco, Villette sono borghi suggestivi e poi si raggiunge il santuario Re, opera monumentale recente.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 66° Alpe Cortevecchio Rifugio Bonasson – Vocogno

Rifugio Bonasson – Vocogno Ancora una tappa di media lunghezza e dislivello che attraversa i versanti isolati e selvaggi a nord della Val Vigezzo. Dal Rifugio Bonasson si scende la valle scavata dal torrente Isorno fino a una deviazione che sale verso la Forcola di Larecchio passando dall’Alpe Scaglia e dall’Alpe Camana. Si scende poi al lago di Panelatte prima di una breve risalita che conduce alla cappella dedicata a San Pantaleone.  Poi si prosegue in mezza costa fino alla Bocc. di Ruggia e da qui si raggiunge la Piana di Vigezzo, passando dalla Bocc. di Muino. Si inizia una discesa su una mulattiera che arriva alla chiesa di Toceno e da qui al posto tappa a Vocogno.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 65° Bivacco Sironi – Alpe Cortevecchio Rifugio Bonasson

Bivacco Sironi – Rifugio Bonasson Con percorso breve e dislivello limitato si attraversano alcuni versanti davvero isolati e selvaggi lungo il confine tra l’Ossola e la Svizzera. Dal bivacco si taglia il vallone sottostante a mezzacosta in direzione est in direzione del Lago Gelato dove un’ultima ripida salita conduce alla Bocchetta del Lago Gelato a quota 2434 metri sul livello del mare. La discesa conduce ai 1947 metri sul livello del mare del Rifugio Bonasson che sorge su un versante sempre isolato e selvaggio nel Comune di Santa Maria Maggiore, nel territorio a monte della Val Vigezzo.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 64° Cimalmotto Loc. Munt la Reita – Bivacco Sironi

Cimalmotto Loc. Munt la Reita – Bivacco Sironi Con percorso di media lunghezza e dislivello superiore ai 1000 metri si rientra in territorio italiano dopo una breve digressione in Svizzera. Da Cimalmotto si segue la strada sterrata lungo il fondovalle fino ad attraversare due torrenti (informarsi sulle condizioni dei guadi) prima di imboccare il sentiero che si eleva attraverso boschi e pascoli lungo i versanti che conducono al Passo della Fria a 2499 metri di quota. In seguito si attraversa a mezzacosta il bacino selvaggio che sovrasta il lago di Matogno fino al Passo della Forcoletta e si scende all’isolato Bivacco Sironi che sorge a breve distanza dal lago.

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Melone napoletano PAT Campania

In tutto il Napoletano, con particolare concentrazione nell’agro Acerrano-Nolano, si coltivano da secoli due varietà di melone. Quello giallo, detto “capuaniello”, è, per l’appunto, di colore giallo ed è caratterizzato da un’elevata capacità di conservazione: pur raccogliendosi fra settembre ed ottobre, infatti, si consuma prevalentemente durante l’inverno ed in particolare nelle feste natalizie. L’altra varietà, il “rognoso” è verde e presenta frutti più grandi, con corteccia liscia o rugosa, di colore bianco, giallo o verde scuro e polpa bianca o verde chiaro. Entrambe le varietà sono particolarmente apprezzate per la loro dolcezza.

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Melone di Capua PAT Campania

Melone a maturazione estiva, con buccia interamente solcata da rughe con andamento irregolare, longitudinali; forma lievemente ovale, colore verde medio, polpa colore giallo paglierino molto chiaro, con riflessi verdi vicino alla buccia; consistenza della polpa pastosa, ricca di acqua, sapore dolce e fresco, ricca di semi centrali, di colore verde.

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Melone di Altavilla PAT Campania

Il melone prodotto nella zona pianeggiante del territorio del comune di Altavilla Silentina, nel Salernitano, è in realtà un’anguria di grandi dimensioni detta anche “Gigante di Altavilla” o, in dialetto, “mulunessa”, che può raggiungere i 25 chili di peso. Il melone di Altavilla è tondo e ricoperto da una spessa buccia verde scuro, a volte striata di bianco, che protegge una polpa saporita, di colore rosso acceso, dolce ed acquosa, che presenta numerosi semi neri.

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Melata di fichi del casertano PAT Campania

La mielata di fichi veniva usata al posto del miele già nel III secolo a.C. e nel II d.C. dalle classi romane meno abbienti. Resti di questo prodotto sono state scoperti in barattoli negli scavi di Ercolano e Pompei distrutte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Nei loro trattati ne parlano Apicio, Columella, Plinio il Vecchio e Seneca. Veniva usata soprattutto nelle preparazioni dolciarie.

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Melanzana paccia PAT Campania

E’ un ecotipo locale, autoctono, che presenta bacche di forma sferica con un diametro fra i 7/8 cm. Varietà di colore verde nella fase che precede la maturazione e di colore tendente al rosso/violaceo a maturazione raggiunta. Come tutte le piante semiselvatiche e poco specializzate presenta una grande quantità di semi nella fase matura. I terreni che preferisce sono quelli del flysch ma non disdegna i terreni carbonatici purchè profondi e ben irrigati.

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