Fagioli Lardari PAT Campania

I fagioli lardari, detti anche “tondini”, in virtù della loro forma rotondeggiante, sono una coltura presente nella provincia di Napoli ed in particolare nel comune di Agerola. Si tratta di un fagiolo bianco di piccole dimensioni, che si presta all’essiccazione; la sua buccia è tenera alla cottura, ma il seme è resistente e il sapore intenso e caratteristico. Secondo l’antica tradizione, le piante vengono “incannate”, cioè fatte arrampicare su sostegni costruiti con canne, oppure consociati alle piante di mais da granella; il baccello viene raccolto ancora acerbo e lasciato maturare al sole fino a quando non si essicca, momento in cui viene battuto per separare i legumi. è una specie particolare, caratteristica di un’area molto circoscritta, e proprio per questo rappresenta un ingrediente fondamentale per piatti tipici della zona, come la pasta e fagioli e le minestre di verdure.

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Fagiolo di Volturara Irpinia PAT Campania

I fertili terreni dell’altopiano irpino, nell’Avellinese, producono un fagiolo particolarmente tenero e farinoso: il fagiolo di Volturara irpina. Piccolo e irregolare, di colore bianco cenere con un occhio poco evidente e una buccia molto sottile, ancora oggi è il prodotto di una coltivazione totalmente manuale. Seminato a maggio e raccolto ad agosto, i contadini lo lasciano essiccare fino a settembre quando, con la tecnica del calpestamento, rompono i bacelli ed eliminano a mano eventuali residui e impurità. I fagioli vengono conservati, con aggiunta di aglio e pepe nero, in contenitori di vetro o terracotta smaltata e poi venduti nei mercati locali. Per la sua particolare morbidezza e il suo sapore intenso, il fagiolo di Volturara è l’ideale per preparare piatti tipici locali come la pasta e fagioli, la zuppa di fagioli con le freselle e la zuppa di fagioli e patate.

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Curn’ciell a Callariell PAT Campania

E’ il prodotto tradizionale per eccellenza del Comune di S. Nicola Baronia. Le sue origini risalgono alla metà dell’800 insieme al lupino. La sua diffusione sul territorio comunale è omogenea così come tutte le sue fasi di preparazione che vanno dalla semina alla raccolta, dalla formazione delle “n’serte” al metodo di essiccamento al sole fino ad arrivare al procedimento di cottura su brace ardente. Lu Curn’ciell a Callariell detto “Oro rosso” è un piatto tipico della cucina sannicolese anticamente definito “Maluligno” per le sue caratteristiche; infatti si presenta come un peperone dalla buccia dura e consistente.

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Cuccija PAT Campania

Il termine cuccija deriva direttamente dal greco antico; il suo uso esclusivo il 1° maggio è in perfetta continuità con i riti della panspermia che, in primavera, prevedevano il consumo di tredici tipologie di semi diversi, fra legumi e cereali, per propiziare la fertilità delle sementi e quindi il raccolto estivo. Il significato rituale di questa preparazione è testimoniato dall’usanza di gettare manciate di cuccija attorno alla casa per difenderla dalle zanzare (si consideri che la malaria era endemica nel Vallo di Diano) e dalla condivisione della preparazione con il vicinato; altrove veniva dispersa una manciata di cuccija sui campi, per fertilizzarli ritualmente; un po’ ovunque viene associata alla venerazione dei santi (Santa Lucia, San Giacomo) ed alla Madonna.

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Corresce re cucozza janca di Aquilonia PAT Campania

Le Curresce re Cucozza janca di Aquilonia si presentano come sottili fettuccine di una varietà locale di zucca a polpa bianca disidratate al sole, di dimensioni variabili, ma in media intorno a 50 cm di lunghezza, 2 cm di larghezza, 5 mm di spessore, di colore bianco opaco con leggere sfumature giallo verdastrelungo le estremità laterali. Il prodotto, nella sua forma disidratata, ha una consistenza fibrosa e friabile con odore tipico di prodotti essiccati.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 36° Noasca – San Lorenzo di Piantonetto

Noasca – San Lorenzo di Piantonetto Anche questa è da considerarsi una tappa di trasferimento lungo il solco della Valle dell’Orco in 13 chilometri e con dislivello intermedio conduce alla frazione San Lorenzo nel selvaggio e roccioso Vallone di Piantonetto. Da Noasca si procede in discesa sul versante esposto a nord della valle con andamento parallelo alla strada statale. A Prà si attraversa il torrente Orco e la strada statale e ci si inoltra in decisa salita lungo il versante opposto fino al Santuario di Sant’Anna in borgata Meinardi. Da qui con andamento a saliscendi si prosegue in direzione est per scendere verso la borgata di San Lorenzo che si raggiunge percorrendo un tratto di carrozzabile.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 35° Ceresole Reale – Noasca

Ceresole Reale – Noasca Una tappa di trasferimento dalla testata della Valle dell’Orco verso il fondovalle che con percorso breve e di dislivello ridotto segue il versante esposto a sud. Si tratta di un percorso significativo dal punto di vista paesaggistico perché si inoltra tra le rocce e le pareti che hanno segnato una stagione importante dell’arrampicata in italia, a partire dagli anni ’70 quando in Piemonte si sviluppò il movimento del Nuovo Mattino che sulle placche del Sergent e del Caporal individuò un terreno per sviluppare una nuova concezione della scalata incentrata sul gesto e non sulla meta. In particolare, il Sentiero Italia passa al di sopra di tali conformazioni prima di scendere sull’abitato di Noasca.

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Cipolla ramata di Montoro PAT Campania

Montoro Inferiore e Superiore sono i comuni in provincia di Avellino a cui è legato il nome della cipolla ramata; una cipolla, dove l’aggettivo “ramato” è dovuto al tipico color rame della tunica esterna del bulbo; particolarmente apprezzata sul mercato nazionale ed estero per il suo sapore dolce al gusto e intensamente aromatico all’olfatto, per l’elevata tenuta alla cottura e per la sua straordinaria capacità di conservazione legata alla alta percentuale di sostanza secca.

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Cipolla di Eremiti PAT Campania

Il nome deriva da Eremiti, frazione del comune di Futani (SA). Il territorio di produzione coincide con quello di Futani e dei comuni viciniori. Cipolla di pezzatura più grande rispetto alle altre specie di colore rosso-rosaceo di forma schiacciata, discoidale con i bordi arrotondati. Di sapore dolciastro.

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