Peperoncino friariello nocerese PAT Campania

E’ un peperone con frutti di forma corno-conica, con l’estremità schiacciata e plurilobata, si consuma di colore verde (frutto immaturo). Appartiene alla famiglia delle Solanacee genere Capsicum. Ha una pianta erbacea annuale, con fusto eretto e ramificazioni dicotomiche più o meno numerose; le foglie sono alterne, il colore verde più o meno intenso, lisce e glabre, di forma cordata. I fiori, bianchi, sono solitari e raggruppati. Il frutto è una bacca di dimensioni commerciali variabili tra i 6-12 cm di lunghezza e di larghezza (tra i 3.5 e 5,0 mm) di sapore dolce e aroma intenso.

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Sentiero Italia CAI Lazio 20 Amatrice – Accumoli

Amatrice – Accumoli (Madonna delle Coste)   L’ultima tappa nel Lazio, di media lunghezza e dislivello, unisce le due località maggiormente colpite dal terremoto del 2016. Si lascia Amatrice in direzione nord lungo le sponde del Fiume Tronto fino alla confluenza con il Rio Scandarello proveniente dalla diga, dove si svolta verso est toccando le frazioni di Rocchetta, Capovilla, Cossito, Collalto e San Tommaso. Da qui in discesa si torna sulle sponde del Fiume Tronto, lo si attraversa e si sale ad Accumoli, proseguendo fino a Madonna delle Coste dove ci si congiunge alla tratta del Sentiero Italia proveniente dall’Abruzzo. 

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Sentiero Italia CAI Lazio 19 Torrita – Amatrice

Torrita – Amatrice Una tappa breve e di dislivello trascurabile che attraversa l’altopiano di Amatrice. Da Torrita si raggiunge la frazione di Collegentilesco da cui si svolta in direzione del Lago di Scandarello che si attraversa sul Ponte Cinque Occhi. Il bacino artificiale fu ricavato dalla costruzione dell’omonima diga alta 55 metri ed eretta nel 1924. Nel 1944 la diga fu minata dalle truppe naziste in ritirata durante l’avanzata degli alleati. Soltanto l’intervento di 27 partigiani della zona scongiurò l’attentato. Dopo aver attraversato il lago si raggiunge l’abitato di Amatrice.

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Acetosa

L’acetosa, detta anche “erba brusca”, è ricca di vitamina C, motivo per il quale è di recente ricomparsa negli orti italiani, dopo un’assenza prolungata durante la quale , addirttura, veniva censita solo come erba selvatica. La presenza spontanea di acetosa selvatica indica un terreno olto ricco di azoto. Ha bisogno diessere nutrita, di un terreno ricco e di umidità costante. Cresce meglio in posizione ombreggiata. Non serve riseminarla se non nelle zone montane, ributta dallo stesso ceppo dopo il taglio.

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Sentiero Italia CAI Lazio 18 Cittareale – Torrita

Cittareale – Torrita Con una tappa breve e di dislivello limitato si entra nel territorio di Amatrice raggiungendo la frazione di Torrita che sorge rispetto al capoluogo sul lato opposto dell’ampio altipiano che caratterizza la zona, al di là dell’ampio bacino artificiale del Lago di Scandarello. Da Cittareale si segue il corso del Fiume Velino fino alle pendici del Monte Tito che si risalgono evitando la cima vera e propria e puntando la frazione di Casali di Sopra. Superato l’abitato, si procede in salita passando appena sotto la cima del Monte Rozzo dove inizia la discesa attraverso versanti boscosi fino a Torrita. In questa tappa si valica lo spartiacque tra il Fiume Velino le cui acque fluiscono nel Mar Tirreno e il Fiume Tronto che sfocia nell’Adriatico.

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Sentiero Italia CAI Lazio 17 San Vito – Cittareale

San Vito – Cittareale Partendo da San Vito si percorre un sentiero in salita per circa 6 km, passando dapprima nella vallata fra Prati del Monte e Monte Nocella, arrivando infine, passando per un fitto bosco, sulla vetta del Monte Boragine (1824 m). Da qui il percorso è pressoché tutto in discesa fino a Cittareale, toccando località Fragola Rossa, dove c’è un rifugio chiuso, non presidiato, poi per Fonte Regina, un fontanile sempre fornito di acqua fresca ed, infine, per la Fonte ed il Santuario della Madonna di Capodacqua, prima di arrivare all’Agriturismo “Lu Ceppe”, fine Tappa

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Peperoncino friariello napoletano PAT Campania

La raccolta viene effettuata e mano, i frutti vengo sistemati per la vendita diretta in cassette di legno e/o di plastica. Il peperone è stato introdotto in Europa da Cristoforo Colombo che lo portò dalle Americhe col suo secondo viaggio, nel 1493. A seguito dell’opera di selezione da parte degli agricoltori probabilmente furono selezionati peperoni privi di piccantezza, da cui si è originato l’ecotipo “friariello Napoletano” questo peperoncino si coltiva già dal dopoguerra nelle aree agricole della provincia di Napoli e nel nocerino-sarnese.

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Peperoncini verdi friarielli o di fiume PAT Campania

La coltivazione del “Peperoncino Verde Friariello” interessa il territorio: dell’acerrano-nolano, nella provincia di Napoli, il territorio dell’Agro-Sarnese Nocerino, in provincia di Salerno e di Napoli. La più probabile origine del Friariello sul territorio della Valle del Sarno risale all’opera svolta dai monaci Cistercensi, chiamati dalla Francia da re Carlo d’Angiò, per fondare due abbazie nel territorio tra Napoli ed Eboli. Fu proprio lungo il fiume Sarno, a San Pietro di Scafati, che i Cistercensi francesi fondarono la prima abbazia dedicata a Santa Maria della Real Valle: da qui iniziarono a diffondere le loro conoscenze rurali, arricchendo la già florida coltivazione autoctona con numerose coltivazioni portate dalla Francia.

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