La carne di agnello del Parco di Migliarino San Rossore è magra e ha consistenza tenera e compatta; la colorazione è rosea, il sapore delicato e un po’ dolce. L’allevamento degli ovini all’interno del parco è prevalentemente di tipo semibrado; l’alimentazione è principalmente a base di fieno, foraggio fresco e cereali. Gli agnelli vengono macellati fra il quindicesimo e il ventesimo giorno di vita.
View More Agnello del Parco di Migliarino-San Rossore PAT ToscanaGiorno: 5 Luglio 2023
Tra gli esempi di malattie di origine alimentare figurano l’echinococcosi cistica e la salmonellosi
La contaminazione può verificarsi in qualsiasi punto della filiera alimentare: nell’azienda agricola, durante la macellazione, la trasformazione o la preparazione. Può, inoltre, avvenire tra le pareti domestiche, se gli alimenti non sono manipolati o cotti correttamente. Per esempio, l’uso improprio di utensili o superfici della cucina può favorire la diffusione di batteri, che possono entrare a contatto con gli alimenti pronti da mangiare. La manipolazione sicura della carne cruda e di altri ingredienti alimentari crudi, come i vegetali destinati al consumo da crudi, la cottura corretta e un’efficiente igiene in cucina prevenire possono o attenuare il rischio rappresentato da questi microrganismi.
View More Tra gli esempi di malattie di origine alimentare figurano l’echinococcosi cistica e la salmonellosiPerché il mercurio è un problema per la sicurezza alimentare?
Il mercurio è un metallo presente naturalmente nell’ambiente o risultante da attività umane quali l’inquinamento industriale. È possibile rilevarne tracce in diversi prodotti alimentari. In particolare, questo metallo si accumula in determinate specie ittiche, tra cui pesce spada, luccio, tonno, salmone e nasello, e in alcuni frutti di mare, come ad esempio, gamberetti, calamari e cozze.
View More Perché il mercurio è un problema per la sicurezza alimentare?PAT Bevande analcoliche, distillati e liquori della Regione Toscana
Bevande analcoliche, distillati e liquori della regione Toscana
View More PAT Bevande analcoliche, distillati e liquori della Regione ToscanaVermouth di vino bianco PAT Toscana
Il vermouth di vino bianco risale ad una tradizione contadina ormai scomparsa: veniva prodotto dalle massaie con uva bianca non ancora matura ed erbe raccolte nei campi e servito come aperitivo o digestivo durante le feste natalizie. La tipicità del prodotto è legata non solo agli ingredienti, ma anche alla procedura di trasformazione e agli attrezzi utilizzati (pestello di legno o di marmo per la macerazione delle erbe, barili in legno per la fermentazione e la maturazione della bevanda). Questo prodotto, la cui ricetta risale al 1750, è attualmente scomparso.
View More Vermouth di vino bianco PAT ToscanaGemma d’abeto PAT Toscana
La Gemma d’abeto è un liquore aromatico che possiede una gradazione alcolica di 30°. Viene ottenuto dall’infusione delle gemme di abete ed altre piante officinali. Il prodotto si presenta di colore giallo-verde ed emana un forte profumo
View More Gemma d’abeto PAT ToscanaElisir di china di Pieve Fosciana PAT Toscana
Liquore dal sapore dolce-amaro e colore rosso traparente contenente 14 erbe medicinali tra le quali la corteccia di china. Viene confezionato in bottiglie da 70cc.
View More Elisir di china di Pieve Fosciana PAT ToscanaChina Massagli PAT Toscana
La china Massagli è un liquore ottenuto dalla macerazione di diverse erbe e radici, dal colore scuro ma limpido, gusto amarognolo, consistenza pastosa e aroma inconfondibile caratterizzato da un insieme armonico di sapori in cui nessuno prevale sull’altro.
View More China Massagli PAT ToscanaBiadina PAT Toscana
La biadina è un liquore di colore scuro, dal gusto aromatico, delicato e un po’ amarognolo. Ha un intenso odore di erbe e un basso grado alcolico (27% vol.).
View More Biadina PAT ToscanaAspretto di more PAT Toscana
L’aspretto di more è un aceto di frutta aromatico, dal sapore assai intenso e dolciastro e dalla colorazione molto scura.Viene prodotto tutto l’anno e confezionato, generalmente, in bottigliette da 250 ml. Il mosto, prodotto nell’acetificio con le more raccolte nei boschi della zona, viene in parte distillato e in parte sottoposto a fermentazione. Le more fermentate vengono sottoposte ad acidificazione lenta al truciolo di faggio. Il mosto in fermentazione viene versato a cascata su una struttura con un’asse centrale e dei ripiani con filtri di trucioli di faggio: il contatto con l’aria e con il faggio acidifica il mosto, conferendogli un aroma particolare. Nella fase successiva, detta “ammorbidimento dell’aceto”, si aggiunge al mosto fermentato quello dolce conservato in frigorifero e quello distillato. Dopo il filtraggio, il prodotto viene lasciato invecchiare per un anno in botti di rovere.
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