Villa Campolieto a Ercolano (NA)

Sorta in una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che nel 1755, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Costretto ad abbandonare l’opera intorno al 1760 fu sostituito da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773 (anno della sua morte) ne diresse i lavori, completati nel 1775 dal figlio Carlo. La Villa Campolieto, acquisita nel 1977 dall’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, dopo 6 anni di restauro è stata riportata al suo primitivo splendore e restituita alla pubblica fruizione.

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Riserva Naturale Antropologica Coste Castello – Basilicata

L’area comprende il Castello federiciano di Lagopesole, monumento di origine bizantina e poi normanna, che Federico II di Svevia fece ampliare e ristrutturare, a partire dal 1242 sino alla sua morte, avvenuta nel 1250. Fu proprio nell’anno 1242, che l’Imperatore svevo (dal 1220 al 1250) vi si trasferì per trovare sollievo dagli impegni politici, recandosi nei fiorenti boschi allora esistenti intorno al Castello, ove amava dilettarsi nel suo passatempo preferito: la caccia con il falcone.

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Fava lunga delle Cascine PAT Toscana

È una cultivar mantenuta per la sua elevata produttività e per le caratteristiche di sapore dolce che caratterizzano il legume, che viene consumato fresco. Per la produzione del seme vengono individuate le piante con i baccelli migliori e lasciati seccare sulla pianta quelli dei primi palchi, perché presentano maggiore purezza ed energia germinativa superiore. L’abbinamento classico è con il pecorino toscano.

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Farina di neccio di Villa Basilica PAT Toscana

Il prodotto deve la sua particolarità oltre che all’utilizzo delle varietà di castagno caratteristiche di queste zone (carpinese e pastinese), anche alla tecnica di produzione. Le castagne infatti vengono essiccate nei tradizionali metati mediante l’utilizzo di legna di castagno e macinate nei mulini con macine a pietra. L’esperienza e la manualità acquisita nel tempo, sia da chi prepara e controlla il metato sia da chi molisce le castagne secche influiscono in maniera determinante sulla qualità del prodotto.

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Farina di castagne pistoiese PAT Toscana

La farina di castagne pistoiese ha colore nocciola chiaro, sapore dolce e intenso aroma di castagne tostate. Una volta raccolte, le castagne vengono portate nel metato per l’essiccazione. Il metato è un edificio con pareti e tetto di lastre di pietra, diviso al suo interno in due livelli da un solaio (“graticcio”) di legno di castagno sul quale vengono stivate le castagne fresche. Al centro della stanza al piano terra viene acceso e alimentato costantemente per 40 giorni un fuoco di legna i cui fumi e calore passano attraverso il graticcio e lo strato di castagne.

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Farina di castagne d’Antona PAT Toscana

La tradizionalità del prodotto è legata alle caratteristiche organolettiche delle castagne determinate dalle cultivar locali, alla tecnica di essiccazione nei caratteristici seccatoi e alla molitura con impiego di macine in pietra. Un proverbio dice “Castagna minuta il caniccio l’aiuta”, cioè le castagne piccole si seccano più facilmente e sono ottime per la farina, mentre quelle grosse seccano in maniera meno omogenea e sono più adatte al consumo fresco. La resa delle castagne fresche in secche sbucciate è circa il 33% e non ci sono altre perdite perché il passaggio successivo da castagna secca a farina non determina calo.

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Le emissioni dei principali inquinanti atmosferici

Le emissioni dei principali inquinanti atmosferici monitorate ai sensi della normativa UE hanno continuato a diminuire nella maggior parte degli Stati membri dell’UE, mantenendo una tendenza dal 2005. Tuttavia, l’area più problematica rimane la riduzione delle emissioni di ammoniaca, emesse principalmente dal settore agricolo. Viene pubblicata oggi l’ultima analisi annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) sui dati sull’inquinamento atmosferico forniti dagli Stati membri dell’UE.

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Una gita in bicicletta? Via Francigena B12 Da Aulla a Massa

Aulla – Massa Dopo un breve tratto di SS 63 seguiamo la SP 57  in una lunga e impegnativa salita. Subito dopo Ponzanello proseguiamo sulla SP 9 fino alla bella cittadina di Sarzana. La seconda parte del percorso è pianeggiante; la principale attrattiva è l’area archeologica di Luni, antico porto romano dove i pellegrini francigeni s’imbarcavano verso Santiago. Da Luni si prosegue attraversando Avenza e, dopo una salita, si scende a Massa.

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Villa “La Montesca” Città di Castello (PG)

È proprio a Villa “La Montesca” che nel 1901 nacque la scuola elementare gratuita per i figli dei contadini, luogo in cui dunque non a caso mosse i primi passi l’esperienza educativa di Maria Montessori chiamata ad amministrare la realtà pedagogica da Alice Franchetti Hallgarten, statunitense moglie del senatore Leopoldo Franchetti, donna colta dotata di illuminato spirito filantropico. La Montesca, in origine aristocratica residenza estiva che i baroni Leopoldo e Giulio Franchetti fecero erigere dal nulla nel mezzo delversante digradante del monte Arnato, su progetto dell’architetto fiorentino Giuseppe Boccini, nella seconda metà dell’Ottocento (in contemporanea alla “Villalago” di Piediluco), domina da una posizione straordinariamente panoramica il corso superiore del Tevere e la vicina Città di Castello.

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