Riserva Naturale Biogenetica Gallopane – Calabria

La Riserva si trova in Sila Grande nell’omonima località ricadente nel Comune di Longobucco, poco distate dalla strada di Fossiata. Trattasi di una foresta tendenzialmente vetusta ubicata nel cuore, dell’antica “Silva Brutia” dei romani, nella quale sono presenti piante di pino laricio di dimensioni notevoli (diametro 140 cm e con altezza 40 m, età di 180-200 anni) e di età avanzata. Altimetricamente si sviluppa tra quota 1590 m s.l.m. nella parte settentrionale e 1224 m s.l.m. nella parte opposta con un dislivello di 228 m, nel bacino del torrente Cecita.

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Pesca Elberta PAT Toscana

Pesca gialla a forma di mandorla appuntita, a maturazione media, intorno alla prima decade di agosto. Molto saporita e facile da sbucciare, è assai delicata e pertanto adatta al consumo fresco; ha anche la caratteristica di “spiccarsi”, ovvero aprirsi perfettamente in due parti come un’albicocca. Si presta anche alla preparazione di marmellate e ad essere sciroppata. La maturazione avviene intorno alla prima decade di agosto.

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Pesca diga PAT Toscana

Questo ecotipo locale prende il nome dal fatto che la pianta madre da cui si ricavarono i primi innesti era nata spontaneamente presso una diga sul fiume Ambra; in seguito i vivaisti della zona la diffusero nel Valdarno aretino. Oggi è quasi del tutto scomparsa e sopravvive soltanto negli orti e nelle aie dei poderi della zona.

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Sentiero Italia CAI Basilicata T07 Lago Sirino – Comune di Rivello

Lago Sirino – Comune di Rivello Partendo dal Lago Sirino, si passa per le sorgenti che lo alimentano – dove è possibile approvvigionarsi di acqua da una fonte – guadagnando le poche decine di metri di dislivello che consentono di raggiungere l’ex tracciato ferroviario Calabro Lucano, oggi pista ciclabile e sentiero della “Rete Sentieristica Regionale” (sentiero n. 660). Da qui si prosegue in direzione Lagonegro a circa 6,5 km sul tracciato della pista ciclabile che costeggia per lungo tratto la Strada Provinciale delle Calabrie SP19 per poi attraversarla poco prima di località Monticello dove si erge una grande croce in cemento, rifatta ex novo per l’occasione del Giubileo del 2000; prosegue lasciando la monumentale croce sulla destra e, dopo essere passati a fianco dell’Ex stazione ferroviaria di Rivello, attraversa la “SP Lagonegrese Superiore”. A circa 1 km da Lagonegro la pista ciclabile si immette sulla strada asfaltata per circa 600 m fino alla la base della grossa rupe del Castello di Lagonegro, per poi raggiungere lungo uno stretto sentiero la base della scalinata che porta alla rocca

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Sentiero Italia CAI Basilicata T06 Conserva – Lago Sirino

Conserva – Lago Sirino Dal rifugio Conserva, lungo la pista da sci si arriva al Lago Laudemio, piccolo laghetto di circo glaciale alla base del versante Nord del Massiccio del Sirino. Seguendo il tracciato sciistico attualmente dismesso, si attacca la salita che porta al Monte Papa, la cima più alta del Massiccio (2005 m) da cui la vista può spaziare sui rilievi circostanti dell’Appennino, dalla Val D’Agri al Cilento, al Pollino. Il sentiero ridiscende quindi verso la cappella seicentesca della Madonna di Sirino (1907 m). Da questo importante santuario mariano (il più alto della Basilicata) che si affaccia sul Golfo di Policastro, è possibile vedere in lontananza l’importante Santuario di Novivelia sul Monte Gelbison, nel Parco del Cilento. Qui, la sosta è consigliata, ma è anche possibile eventualmente bivaccare nei locali predisposti per gli ospiti occasionali e per i pellegrini. Il culto mariano per la Madonna di Sirino è molto sentito a Lagonegro: per tradizione la statua della protettrice è portata in processione a spalla fino in cima, ogni anno la terza domenica di giugno per essere ridiscesa la terza domenica di settembre, accolta in paese da una grande festa.

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Sentiero Italia CAI Basilicata T05 Castelsaraceno – Conserva

Castelsaraceno – Conserva Lasciato sul Monte Alpi il Parco Nazionale del Pollino ci si avvia verso il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano la cui propaggine meridionale è nel Massiccio del Sirino. Castelsaraceno è un antico e caratteristico borgo, noto per la festa della “’Ndenna”, tradizionale rito arboreo che si celebra durante le prime tre domeniche di giugno, in occasione della festa patronale di Sant’Antonio* Dal centro storico, attraversate in salita le strette viuzze, si raggiunge su sentiero il cimitero, passando accanto al lungo ponte tibetano di recente costruzione. Dal cimitero si prosegue agevolmente fino a Timpa del Conte, prima su una stradella asfaltata, poi su carrareccia, dove nei periodi di pioggia è possibile trovare dei ristagni di acqua. Ancora su asfalto, dopo circa 6,5 km, si arriva a Timpa La Murgia, dove si imbocca nuovamente il sentiero che, lambito il versante meridionale di Serra Giumenta, porta sulla strada comunale Lauria Conserva. Dopo circa un chilometro su asfalto, ci si immette sull’ultimo tratto di sentiero che, attraverso i faggi di bosco Conserva conduce all’omonimo Rifugio. La struttura serve la piccola stazione sciistica con una pista che si collega al Lago Laudemio, in agro di Lagonegro, da cui partono altre piccole piste. * La prima domenica di giugno, detta dell’ “Antenna”, gli uomini salgono a Bosco Favino per tagliare il faggio più bello; la seconda domenica di giugno sul Monte Armizzone viene tagliato l’abete, ovvero la “cunocchia”. La terza domenica di giugno, infine, si celebra il simbolico “matrimonio tra gli alberi” dove mani esperte uniscono il tronco del faggio (“ndenna”, lo sposo) e la cima dell’abete (“cunocchia”, la sposa) per poi issarlo e festeggiare nella piazza.

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Sentiero Italia CAI Basilicata T04 Latronico – Castelsaraceno

Latronico – Castelsaraceno Dalla piazza Umberto I, dopo aver attraversato una parte del paese per strette viuzze, passando per la Pineta Comunale, il percorso prosegue a tratti ripido, fiancheggiando il monte Difesella, fino agli impianti eolici e poi dolcemente fino a località Salicone (o Arenara). Da qui si sale costantemente fino alla cima Santa Croce (quota 1893), una delle tre cime del Monte Alpi, importante massiccio sul confine nord occidentale del Parco Nazionale del Pollino. Il primo tratto, fino a sorgente Fontanelle (quota 1165), su carrareccia, poi su sentiero passando per la sorgente Gavitoni (quota 1550) e Piana Fiorita (quota 1620), località raggiunta anche da una carrareccia dal versante sud-ovest del Monte Alpi e frequentato dai locali per gite fuori porta. Da Piana Fiorita si sale tra i faggi, presenti fin quasi alla sella di crinale (quota 1835), tra le cime Pizzo Falcone (quota 1900) e Santa Croce (quota 1893), dove si intercetta il sentiero 970, e dove è facile imbattersi nella stagione estiva in mandrie di mucche podoliche in alpeggio. Dalla sella si raggiunge sul crinale roccioso la cima Santa Croce. Si prosegue sempre sul crinale verso cima Punta del Corvo (quota 1742) per immettersi e ridiscendere – prima di raggiungere la cima – sul versante orientale del massiccio nella fitta faggeta di Favino fino all’omonimo rifugio (quota 1348) dove è presente una sorgente. Seguendo la segnaletica orizzontale, ci si immetterà su un breve tratto in asfalto e quindi sul “Tratturo Regio” che conduce direttamente nel piccolo borgo di Castelsaraceno, fine tappa.

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Pesca cotogna toscana PAT Toscana

In tutto il Valdarno superiore, il Casentino, la Valtiberina e la Val di Chiana le aziende che coltivano la pesca cotogna toscana sono tre. Il quantitativo annuo prodotto è intorno ai 30 quintali, destinati prevalentemente all’autoconsumo e alla vendita ai fruttivendoli della zona.

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