Una gita in bicicletta? Via Francigena B17 da Siena a San Quirico d’Orcia

Siena – San Quirico d’Orcia Se percorsa in una bella giornata di sole, questa tappa può diventare indimenticabile grazie ai panorami sconfinati che si godono dai crinali della Val d’Arbia, che vengono percorsi lungo interminabili strade bianche.  Dietro di noi possiamo ammirare il profilo di Siena, adagiata sulle colline all’orizzonte.  La Grancia di Cuna, antico granaio fortificato, è la principale attrattiva storica di questo tratto. Dopo la grancia attraversiamo Monteroni d’Arbia e Ponte d’Arbia. Superato Buonconvento, il cui centro storico vale una visita, inizia la salita. Percorriamo la provinciale per Montalcino, che lasciamo per entrare nei panorami da sogno della Val d’Orcia, lungo un percorso per strade bianche che ci porta a Torrenieri. Da qui utilizziamo un tratto della Cassia dismessa, purtroppo ancora asfaltata, per raggiungere San Quirico, che ci accoglie con la sua splendida collegiata.

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Riserva Naturale Orientata Grotticelle – Basilicata

La Riserva Naturale Orientata Grotticelle è ubicata nella zona pedemontana dell’antico cratere vulcanico del Vulture, originariamente inclusa nella foresta di Monticchio in provincia di Potenza. Tale foresta, durante il dominio Normanno e Angioino, fu feudo della Badia dei Benedettini che include l’antica dedicata a San Michele Arcangelo. Nel 1970 tale Foresta, per la presenza di interessanti specie vegetali (tra le quali il frassino ossifillo) e di peculiari specie entomologiche di origine balcanico-asiatica venne inserita, da parte della Società Botanica Italiana, nell’elenco dei biotopi meritevoli di conservazione.  Nel 1963, infatti, fu rinvenuta per la prima volta in Italia una farfalla, l‘Acanthobrahmaea europae, che viveva in zone tropicali e subtropicali e che si riteneva estinta in Europa da almeno 300 milioni di anni. Battezzata dallo scopritore “europea” proprio perché si tratta dell’unica specie presente in Europa, ha attualmente assunto il nome di Acanthobrahmaea europae. La pianta nutrice principale di tale specie di lepidottero è il Fraxinus oxycarpa, oleacea molto diffusa nella Riserva. Il Reparto Biodiversità di Potenza è ente gestore dell’intera ZSC IT9210140, estesa 342 ha, che, oltre al territorio della Riserva, comprende anche una vasta area del Demanio della Regione Basilicata.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z21B Ulassai – Jerzu

Ulassai – Jerzu La tappa originaria essendo abbastanza lunga, oltre 28 km, si è preferito suddividerla in due parti. La 21B rappresenta il tratto più corto, circa 10 km e ben si presta per accogliere l’escursionista a inizio tappa nel centro abitato di Ulassai, il paese dell’artista Maria Lai e località con numerose vie su parete con vari gradi di difficoltà. Lasciato il centro abitato di Ulassai si percorre un breve tratto di via S’Arenargiu, dove si trova il laboratorio di tessitura, ed poco più avanti il bivio per Monte Matzeu che lasceremo alla nostra dx per proseguire su una sterrata in direzione S. Successivamente si percorre un sentiero, sempre in direzione S, che attraversa un bel bosco con il percorso sufficientemente individuato con omini di pietra e, costeggiando il Monte Tisiddu si arriva a percorrere una sterrata che ci porta, dopo aver superato alcuni bivi, ad un agevole sentiero in direzione S-E. In questo tratto troviamo due sorgenti, la prima in prossimità di un capanno e la seconda nei pressi di una casetta in legno che in caso di necessità può essere utilizzata come bivacco. Dopo aver costeggiato la SP 13 la si attraversa per proseguire in salita su tratto di strada cementata. Arrivati ad un quadrivio si prende a dx in direzione Ovest. Superato un cancello con passaggio laterale ed il bivio che porta alla vedetta antincendio troviamo un bivio con una zona panoramica sulla dx. Ritornati al bivio continuiamo in direzione O, successivamente verso S e poi in direzione S-O verso l’hotel Ristorante Rifugio d’Ogliastra (aperto tutto l’anno) e successivamente arrivare al posto tappa nel piazzale della chiesa campestre di Sant’Antonio di Jerzu dove è presente una fontanella.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z21A Taquisara – Ulassai

Taquisara – Ulassai La 21A rappresenta il tratto più lungo, circa 17 km e ben si presta per accogliere l’escursionista a fine tappa nel centro abitato di Ulassai, il paese dell’artista Maria Lai e località con numerose vie su parete con vari gradi di difficoltà. La partenza è nei pressi del parco comunale dove è presente anche una fontana. Si inizia in salita, lungo un sentiero ben evidente, con la prima meta da raggiungere, il nuraghe Serbissi a quota 947 slm. Lasciato il Nuraghe, gestito da una cooperativa locale, si percorre prima in discesa e successivamente in un saliscendi poco impegnativo, un agevole tratturo che ci porta al nuraghe Urceni (934 slm).

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Mela Francesca aretina PAT Toscana

La mela Francesca è una mela di bell’aspetto, leggermente allungata, di colore verde pallido uniforme con gota rossa a maturazione; il colore verde rimane predominante, non presenta rugginosità. La polpa è dura, croccante, leggermente acidula e profumata. Raggiunge facilmente calibri medi. È una mela tardiva che si raccoglie nell’ultima decade di settembre; mostra una buona tolleranza alla ticchiolatura. Come molte vecchie varietà si conserva molto bene fino alla primavera.

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Mela roggiola PAT Toscana

Mela di dimensioni medio-piccole di colore marrone-ruggine, buccia ruvida. La polpa è di consistenza dura e rimane tale anche con il proseguire della maturazione. Si conserva facilmente per lungo tempo. Non vi sono colture intensive, si trova sparsa o in colture promiscue o lungo i margini delle strade spesso come pianta isolata.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z20 Caserma forestale Montarbu – Taquisara

Caserma forestale Montarbu Taquisara Partenza dalla caserma della forestale di Montarbu, bellissimo posto che l’azienda Forestas mette a disposizione per pernottamento, prenotando qualche giorno prima presso la direzione competente di Lanusei. Il sito è bene attrezzato, e tra le altre cose si può fare rifornimento d’acqua. Si cammina su uno sterrato carrabile e dopo circa 800 metri si attraversa un cancello e si prosegue lungo un sentiero ben segnato fino ad avere la ferrovia alla nostra dx. Al momento il trenino verde che percorre quella tratta non è attivo per lavori di manutenzione sul ponte “su irtzioni” che si trova 800 metri più avanti. Il sentiero prosegue su una sterrata parallela alla ferrovia, in mezzo al bosco e dopo circa 2 km, sbuca in un largo spiazzo dove c’è un area picnic ed un pinnetto da restaurare. Più avanti, deviando a sx per circa 300 metri, c’è una bella sorgente ” funtana de sa berda”. Il sentiero prosegue in discesa, e con un paio di tornanti si arriva al fiume “Riu sa taula”, lo si attraversa nei pressi di una bella piscina naturale con una piccola cascata.

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Mela Carla aretina PAT Toscana

La mela Carla, originaria dell’area fiorentina, era diffusa in collina o negli orti delle case padronali. Antica cultivar italiana già ricordata da Gallesio (1817) che ne attribuì l’origine al territorio di Finale Ligure, da cui i sinonimi di Mela di Finale o Finalina. La Carla è segnalata sul catalogo dello Stabilimento Botanico Italiano di Pistoia del 1927, e su quello del Vivaio Baldacci di Pistoia del 1933. Branzanti e Sansavini la citano fra le mele presenti in Toscana nel 1964. E’ descritta da Breviglieri (1954) nell’Enciclopedia Agraria Italiana; Baldini e Sansavini l’hanno inserita nella monografia delle principali cultivar di melo (1967). Sopravvive marginalmente con poche piante isolate in collina presso vecchi casolari.
Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutale e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04)

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