Sentiero Italia CAI Sardegna Z16 Sa Senipida – Ilodei Malu

Sa Sinepida – Ilodei Malu (Caserma Montes) Il posto tappa previsto al cuile Sa Sinipida è attualmente utilizzabile come bivacco con presenza di sorgente nei pressi. Per assistenza è necessario contattare Efisio Manca cell. 3202745951. Il percorso inizia con una agevole sterrata che porta ad attraversare il rio Badde Tureddu per poi risalire con una serie di tornanti lungo i quali si trova una sorgente. Arrivati a quota 987 slm il sentiero 441 lascia la sterrata ed entra nel bosco. Un bel sentiero in mezzo ad un bosco di lecci e sughere segnalato da segnavia su alberi e da omini in pietra. Superato il bosco si continua sul sentiero che diventa sterrata poco prima dei bivacchi di ziu Mulittu (due costruzioni in pietra abbastanza confortevoli). Arrivati al bivio 441-441C si continua sul 441 in direzione N-O verso le rovine del cuile Sos Pisanos per poi risalire verso Monte Novo San Giovanni dove è presente una vedetta antincendio che domina un vasto territorio incontaminato.Lasciato Monte Novo si prosegue in direzione S-O verso Monte Fumai 1316 slm per poi proseguire in direzione N verso la caserma forestale di Montes (Ilodei Malu).

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z15 Monte Maccione – Sa Senipida

Monte Maccione – Sa Senipida Ripercorso, questa volta in salita, il sentiero 401 ed arrivati al bivio con il sentiero 406 (località –Su Punteddu- si continua sul 401 in direzione Sud verso la località Tuones. Da questa località si percorrono i tornanti di Iscala ‘e Pradu che ci portano sul Corrasi (la cima più alta del Supramonte, 1463 slm). Attraversato il Corrasi in direzione S- SE, con sullo sfondo il centro abitato di Orgosolo, incontriamo il bivio del sentiero 404 che arriva da Iscala ‘e Marras. Si prosegue sul sentiero 402, sempre in direzione S – SE, per arrivare a Iscala ‘e s’Arenargiu nei cui pressi è presente un piccolo arco naturale attraverso il quale si domina (siamo a 1113 slm) la valle sottostante. Lasciato alla sx il bivio che porta a punta Solitta ci dirigiamo in direzione S verso punta Sa Pruna, 1389 slm e punta Lolloine, 1351 slm (Supramonte di Orgosolo). Dopo Fruncu sos Cuzos, 1367 slm inizia la discesa verso cuile Sa Sinipida. Durante la discesa a oltre un km da Fruncu sos Cuzos si trova la Nurra (voragine) de Adarre (N40.15564° E9.42790°). Il posto tappa previsto al cuile Sa Sinipida è attualmente utilizzabile come bivacco con presenza di sorgente nei pressi.

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Mais rustico per polenta aretino PAT Toscana

Trattasi di vecchie popolazioni di mais locali caratterizzati da cariossidi vitree, tondeggianti, di dimensioni e colore variabili dal giallo intenso al rosso scuro. Come indica il suo stesso nome, viene tradizionalmente utilizzato per la produzione della polenta. Le pannocchie, raccolte manualmente, vengono riunite in mazzi, lasciate essiccare per circa 20 giorni e poi sgranate. Il mais viene confezionato in sacchi di iuta per il trasporto ai mulini e la molitura, che avviene mediante macine in pietra.

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Mais quarantino PAT Toscana

Il seme è piccolo e tondo, si ha normalmente una spiga a pianta, al massimo due; le pannocchie sono piuttosto piccole e gialle e dovrebbero avere 14 file. La semina, da fine aprile a fine giugno, in passato veniva fatta dopo il grano; è chiamato quarantino perché forma la spiga 40 giorni dopo la semina. Ha un ciclo di maturazione di quattro mesi, vuole un terreno sciolto e fresco, si semina a file distanti 40 cm, mentre la distanza sulla fila è di 30 cm. Il seme è particolarmente adatto per l’alimentazione dei piccioni e di tutti gli avicoli: in passato il pollo del Valdarno veniva alimentato con questo tipo di granturco. Per la riproduzione del seme vengono presi i semi dalla metà pannocchia in basso; le pannocchie vengono conservate in luoghi freschi ed areati.

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Lupino dolce di Grosseto PAT Toscana

Il lupino dolce di Grosseto ha forma tondeggiante e colore giallo. Ha buona consistenza e sapore dolciastro. La semina, a spaglio, si effettua a settembre dopo una preparazione del terreno e una concimazione organica. Necessita di terreni acidi; nella rotazione colturale segue il frumento. La raccolta è ad agosto, può essere utilizzato sia per l’alimentazione umana che per quella animale.

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Limone massese PAT Toscana

La coltura degli agrumi a Massa è attestata fino dalla prima metà del Trecento, probabilmente le specie più diffuse erano i cedri, seguiti dagli aranci e dai limoni. Nel Cinquecento l’agrumicoltura si afferma, ma è nel Seicento che trova il suo massimo sviluppo.Il limone massese deve la sua tradizionalità alla particolarità della cultivar che, per l’influenza del clima collinare e della vicinanza al mare, dà limoni molto dolci e con una buccia molto fine e poco amara, tanto che si prestano ad essere consumati anche freschi, mentre la buccia viene utilizzata anche per fare liquori. Si conserva più a lungo degli altri limoni, non marcisce.

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Lattuga quattro stagioni PAT Toscana

Lattuga verde con caratteristica screziatura rossastra ai margini, assai resistente alle gelate invernali e al clima umido del Valdarno. Si semina a spaglio o a solchi (a solchi si rincalza meglio) in terreni freschi e sciolti da marzo a novembre.Concimata poco prima della semina, dopo un mese si trapianta a file distanti 30 cm e 20 cm sulla fila e viene rincalzata 2 volte. Dopo 2 mesi può essere raccolta; forma una piccola palla piuttosto bassa con foglie verdi e con screziature rossastre ai margini. Resiste molto bene ai freddi invernali ed è ben acclimatata al clima umido del Valdarno. È preferibile non seminare a luna crescente altrimenti spiga subito; i semi raccolti gradualmente vengono ripuliti con il vaglio e conservati in luoghi freschi e asciutti al buio.

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Granturco nano di Luco PAT Toscana

Granturco precoce di seme giallo con spiga conica tozza e corta da 12 a 18 cm circa, chicco tondo di media grandezza. Fusto basso (60/80 cm.), spiga a 40 cm da terra. Il granturco nano veniva seminato alla fine di Aprile (intorno al 20), il terreno veniva preparato con una buona aratura ed erpicato, quindi si procedeva con la semina di due semi insieme in ogni posizione, successivamente si provvedeva al diradamento. Il seme del granturco nano di Luco deriva, con ogni probabilità, da mais nostrani impiegati nel Mugello nell’ottocento; la selezione del seme era fondamentale, le pannocchie conservate erano quelle al di sotto del terzo nodo e i chicchi scelti erano quelli centrali.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z14 Sa Barva Loc. Surtana – Monte Maccione

Sa Barva – Monte Maccione La tappa originaria essendo abbastanza lunga, oltre 28 km, si è preferito suddividerla in due parti. La 21B rappresenta il tratto più corto, circa 10 km e ben si presta per accogliere l’escursionista a inizio tappa nel centro abitato di Ulassai, il paese dell’artista Maria Lai e località con numerose vie su parete con vari gradi di difficoltà. Lasciato il centro abitato di Ulassai si percorre un breve tratto di via S’Arenargiu, dove si trova il laboratorio di tessitura, ed poco più avanti il bivio per Monte Matzeu che lasceremo alla nostra dx per proseguire su una sterrata in direzione S. Successivamente si percorre un sentiero, sempre in direzione S, che attraversa un bel bosco con il percorso sufficientemente individuato con omini di pietra e, costeggiando il Monte Tisiddu si arriva a percorrere una sterrata che ci porta, dopo aver superato alcuni bivi, ad un agevole sentiero in direzione S-E.

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Granoturco formenton ottofile della Garfagnana PAT Toscana

Il granturco presenta grossi chicchi di forma schiacciata e colore giallo oro. Le file binate di chicchi intorno al tutolo sono normalmente 8, infatti viene comunemente chiamato anche mais a doppie file. Una volta macinati si ottiene un’ottima farina. La farina prodotta viene utilizzata, oltre che per la classica polenta, per la produzione dei “biscotti di formenton” insieme alla farina di grano. La semina avviene in maggio dopo aver arato e concimato il terreno. Dopo il germogliamento si effettua una sarchiatura e le giovani piantine vengono diradate lasciando un distanza fra loro di circa 15 cm. La raccolta è manuale e, dopo circa 20-30 giorni di seccatura, si effettua la sgranatura meccanizzata e la macinatura.

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