Villarosa a Bagheria (PA)

La costruzione fu iniziata nel 1763 da don Placido Notarbartolo, duca di Villarosa. L’edificio è posto su un’altura vicino alle falde del Monte Giancaldo e ha un prospetto imponente formato da un portico in stile neoclassico, alto circa dieci metri e sorretto da otto colonne distanti due metri l’una dall’altra. All’interno, decorazioni murali e pregiati affreschi nelle volte. Il primo progetto fu modificato ed attuato dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Per un periodo della sua vita ci visse il pittore siciliano Nino Garajo.

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Riserva Naturale Antropologica Monte Croccia – Basilicata

La Riserva venne istituita per tutelare un antico centro abitato fortificato localizzato sulla sommità del Monte Croccia. Unitamente ad una serie di altri siti che ospitavano città fortificate edificate sui monti lucani, faceva parte di una rete difensiva del territorio. Il perimetro delle mura, ancora intatto nella parte basale, evidenzia una tecnica costruttiva mirata a sfruttare la morfologia e la geomorfologia del territorio mediante il raccordo della fortificazione alla roccia esistente, segno evidente di un avanzato perfezionamento delle tecniche militari diffuse in Lucania nel IV secolo a.C. (a tale periodo sono da attribuirsi le guerre interne tra popolazioni lucane e colonie greche).
La lunga cinta muraria (costituita da 3 circuiti di mura, di cui quello meglio conservato difende l’acropoli dell’abitato) è composta da blocchi perfettamente tagliati secondo una tecnica costruttiva che molto probabilmente fu ereditata dalle colonie greche lungo la costa

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Una gita in bicicletta? Via Francigena B15 da San Miniato a San Gimignano

San Miniato – San Gimignano Da San Miniato scendiamo in Val d’Elsa e , con un percorso pianeggiante, arriviamo a Castelfiorentino. Subito dopo inizia la salita che porta alla Pieve a Chianni, Submansiones di Sigerico, nella cui canonica è stato ricavato un bellissimo ostello, e a Gambassi Terme. Dopo Gambassi saliamo ancora fino ad incrociare la SP 4 Volterrana che imbocchiamo verso San Gimignano, accompagnati dalla straordinaria bellezza dei panorami di questa zona.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z13 Dorgali – Sa Barva Loc. Surtana

Dorgali – Sa Barva Loc. Surtana La tappa inizia percorrendo a ritroso il viale lastricato, percorso in arrivo da Orosei, fino all’inizio della Iscala Omines che lasceremo alla nostra SX per proseguire verso la vecchia Galleria realizzata nel 1863 per collegare il centro abitato al mare (attualmente esiste il nucleo abitato di Cala Gonone). Attraversata la galleria si raggiunge la cresta della montagna soprastante la SS 125 e si percorre un sentiero molto panoramico in direzione sud-sudovest fino alla zona di Suttaterra, in prossimità di un arco naturale molto caratteristico. Un successivo tratto in forte pendenza permette di raggiungere la sottostante SS 125 (Orientale Sarda), che si percorre per circa 550 m. Lasciata la strada statale, nei pressi dell’ingresso del Presidio Forestale “Sa Pruna”, si prosegue in discesa, prima su strada sterrata e poi su un sentiero ben curato, per raggiungere e guadare il rio Flumineddu in prossimità del sentiero per la gola di Gorroppu. Proseguendo in direzione nord e superata la deviazione per il ponte di S’Abba Arva si arriva facilmente al posto tappa di Surtana. Possibile l’approvvigionamento idrico all’interno del Presidio Forestale, in una sorgente lungo il percorso.

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Toscana Ciliegia di Lari IGP

Il Farro della Garfagnana IGP può provenire da tre specie differenti: “Triticum monococcum”, “Triticum dicoccum” e “Triticum tricoccum”. Quando è immesso al consumo, il Farro della Garfagnana ha un chicco con striature biancastre a seguito della “brillatura” e una consistenza farinosa.
Metodo di coltivazione
Il Farro della Garfagnana è coltivato in terreni situati dai 300 ai 1000 metri di altitudine. Il terreno è concimato con sostanze organiche ed è severamente vietato l’uso di diserbanti o concimi chimici. Infine, la produzione massima è di 25 quintali per la granella vestita. Una volta raccolto, il seme è brillato con apposite macchine e immesso al consumo. Il farro coltivato con la tecnica tradizionale è classificato come prodotto biologico.
Legame tra il prodotto e il territorio
La Garfagnana (provincia di Lucca) è probabilmente l’unico areale in Toscana dove il farro è sempre stato coltivato. L’apprezzamento che ai giorni nostri viene riservato al Farro della Garfagnana ha origini lontane ed è rimasto invariato nel tempo, a testimonianza della qualità e unicità del prodotto.

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Grano saraceno PAT Toscana

Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum Moench) appartiene alla famiglia delle poligonacee; è una pianta erbacea annuale con altezza variabile da 60 a 100 cm, con molte ramificazioni, foglie ovato-triangolari, fiori a racemi di colore bianco-rosa o rosso. Il ciclo vitale è breve (dai 60 ai 90 giorni circa) e ciò ne consente la coltivazione in seconda coltura dopo un altro cereale (frumento o segale). Il prodotto è costituito dalla granella che non è una cariosside, bensì un achenio.

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Grano marzolo del Melo PAT Toscana

Il grano marzolo del Melo è caratterizzato da paglia di colore chiaro, grossa e alta, la spiga è pungente e la forma del chicco quella tipica del grano. La farina è indicata sia per la produzione del pane integrale, sia per la pasta fresca fatta in casa. Il grano viene seminato in Marzo (da li marzolo) e raccolto in Settembre. Per la raccolta del grano vengono utilizzate attrezzature manuali e formati i classici “mannucci” (fasci di grano legato). La battitura viene effettuata con un’apposita macchina di legno. Il grano viene conservato nei magazzini aziendali (in cassoni di legno) e macinato a pietra.

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Funghi sotto sale della costa Apuana PAT Toscana

I funghi sotto sale della costa apuana vengono conservati in salamoia perché mal si prestano all’essiccamento. Le specie utilizzate sono gastronomicamente classificate come non eccellenti, ma la modalità di conservazione le rende gustose e saporite.Le specie maggiormente utilizzate sono le rosselle (Lactarius deliciosus, L. sanguifluus e semisanguifluus ecc.); i pinarelli o funghi di pino (Suillus granulatus, S. collinitus, S. bellinii – “Sangiovannin” – e altri); le famigliole o “chiudin” o “angiulin” (Armillariella mellea), fungo di ciocca tipicamente parassita di piante legnose

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Funghi porcini toscani PAT Toscana

I porcini sono funghi piuttosto pregiati appartenenti al genere Boletus. Il gambo è di colore marrone chiaro mentre la cappella è di un marrone più scuro, variabile a seconda delle specie del sottobosco e del bosco di produzione. Il sapore è delicato ma intenso, con un leggero sentore di tannino, muschio e tallo dell’aglio. La polpa è soda e bianca mentre i tuboli hanno una colorazione che va dal bianco al giallo verdognolo. Le pezzature variano a seconda dello stadio di sviluppo e possono raggiungere i 25 cm. Il periodo di raccolta va da maggio all’autunno a seconda della zona geografica, della specie e della quota.

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Frutti del sottobosco delle Montagne Pistoiesi PAT Toscana

I mirtilli, le more, i lamponi e le fragole sono prodotti spontanei della Montagna Pistoiese. Hanno un sapore molto zuccherino e un aroma intenso, vanigliato. Sono teneri e particolarmente succosi, si utilizzano per la preparazione di marmellate, gelatine e per guarnire dolci alla crema

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