Sentiero Italia CAI Sardegna Z11 Galtelli – Orosei

Galtelli – Orosei Tappa di media lunghezza, ma abbastanza impegnativa, che collega i due centri di pianura superando il Monte Tuttavista che, dopo un avvicinamento iniziale in leggera pendenza, arriva ai 764 m in prossimità della grande croce del Cristo Bronzeo con notevole panorama della pianura sottostante. Percorsi circa due km su comoda sterrata si arriva alla vedetta dell’antincendio, altro notevole punto panoramico su tutta la marina di Orosei. Si scende ora verso Orosei prima in un canale boscato relativamente facile e successivamente affrontare un tratto roccioso conosciuto come Sa Fraicata con notevole pendenza. Si arriva, infine, al fondovalle su facile sterrata che, superati diversi forni di calce ormai in disuso, ci conduce alla nuova circonvallazione del centro abitato di Orosei e al santuario del Rimedio all’ingresso del paese. Da segnalare l’assenza di acqua lungo il percorso.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z10B Norghio – Galtelli

Norghio – Galtelli Tappa decisamente meno impegnativa della precedente Z10A, prevede di ripercorrere un breve tratto, in senso inverso da Norghio a Janna (circa 2,7 Km). Da questo bivio, su sterrata carrabile si raggiunge la cresta di Abba Vritta (754 slm) e la si percorre fino alla sella che la separa da punta Su Grabbellu. Arrivati al punto N40.46928° E9.61228° si abbandona la pista sterrata alla n/s destra (in senso di marcia direzione S-O) e seguendo la curva di livello, in direzione S-E, su rocce e con vegetazione cespugliosa si attraversa una zona ancora priva di un evidente sentiero (ma facilmente intuibile e molto panoramico) per arrivare alla zona di Tanarghè N40.46456° E9.61046° (con abbeveratoio ed evidente presenza di acqua). In tutti i casi la pista sterrata porta alla zona di Tanarghè ma paesaggisticamente è meno interessante. Proseguendo si attraversa gli antichi insediamenti di Pontesu da dove, superata una rete con scalandrino e disceso un tratturo in forte pendenza ci si innesta, a circa 740 slm, su una pista forestale che collega i versanti meridionale e settentrionale della montagna. Si percorre tutta la pista forestale (circa 6,2 Km) in direzione est fino al fondovalle attraversato da una strada comunale bitumata che porta al centro abitato di Irgoli. Attraversato il paese e prima del ponte sulla SP 25, che supera un affluente del fiume Cedrino, si percorre l’argine destro fino alla sua confluenza sul fiume principale e lo si risale sull’orografica sinistra fino al ponte all’ingresso di Galtellì. Tappa senza difficoltà con scarsi dislivelli in salita e abbastanza graduali (a parte un breve tratto) in discesa con prevalenza di percorsi su piste e strade bitumate dovute alla vicinanza dei centri abitati.

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Sentiero Italia CAI Sardegna Z10A Vecchia Cantoniera di Sant’Anna – Norghio

Vecchia Cantoniera di Sant’Anna – Norghio Tappa piuttosto lunga e molto articolata che prevede il superamento della dorsale del Montalbo percorrendolo per un buon tratto sulle creste in ambienti tipicamente carsici e con panorami di ampio respiro a 360° e attraversandone tutto il versante meridionale fortemente boscato fino al fondovalle attraversato dalla S.P.45 e dalla S.S 131 DCN in prossimità di Monte Pizzinnu. Superate le arterie di grande comunicazione, sempre in ambienti fortemente boscati, si risale il versante settentrionale dei Monti Remulis fino alla quota di 500 slm, proseguendo in direzione nord fino al valico Janna da cui con un tratto di strada bitumata si raggiunge il posto tappa di Norghio. Tappa che alterna sentieri, tratturi, piste forestali e tratti di strade bitumate che la rendono molto variegata ma decisamente, visti i dislivelli, anche molto impegnativa.

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Una gita in bicicletta? Via Francigena B13 da Massa a Lucca

Da Massa affrontiamo una impegantiva salita che porta al Castello Aghinolfi di Montignoso, saliamo ancora lungo via Palatina per scendere a Strettoia e da qui arrivare a Pietrasanta, “la piccola Atene d’Italia”, patria adottiva di artisti provenienti da tutto il mondo. Dopo la visita al centro storico di Camaiore e all’antica Badia, saliamo verso Monte Magno. Contunuiamo lungo la SP 1 fino a Piazzano, scendiamo nella valle del torrente Contesola e, attraversato il Serchio a Ponte San Pietro, raggiungiamo Lucca lungo la ciclabile del Serchio.

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Villa Campolieto a Ercolano (NA)

Sorta in una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che nel 1755, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Costretto ad abbandonare l’opera intorno al 1760 fu sostituito da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773 (anno della sua morte) ne diresse i lavori, completati nel 1775 dal figlio Carlo. La Villa Campolieto, acquisita nel 1977 dall’Ente per le Ville Vesuviane, oggi Fondazione, dopo 6 anni di restauro è stata riportata al suo primitivo splendore e restituita alla pubblica fruizione.

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Riserva Naturale Antropologica Coste Castello – Basilicata

L’area comprende il Castello federiciano di Lagopesole, monumento di origine bizantina e poi normanna, che Federico II di Svevia fece ampliare e ristrutturare, a partire dal 1242 sino alla sua morte, avvenuta nel 1250. Fu proprio nell’anno 1242, che l’Imperatore svevo (dal 1220 al 1250) vi si trasferì per trovare sollievo dagli impegni politici, recandosi nei fiorenti boschi allora esistenti intorno al Castello, ove amava dilettarsi nel suo passatempo preferito: la caccia con il falcone.

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Fava lunga delle Cascine PAT Toscana

È una cultivar mantenuta per la sua elevata produttività e per le caratteristiche di sapore dolce che caratterizzano il legume, che viene consumato fresco. Per la produzione del seme vengono individuate le piante con i baccelli migliori e lasciati seccare sulla pianta quelli dei primi palchi, perché presentano maggiore purezza ed energia germinativa superiore. L’abbinamento classico è con il pecorino toscano.

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Farina di neccio di Villa Basilica PAT Toscana

Il prodotto deve la sua particolarità oltre che all’utilizzo delle varietà di castagno caratteristiche di queste zone (carpinese e pastinese), anche alla tecnica di produzione. Le castagne infatti vengono essiccate nei tradizionali metati mediante l’utilizzo di legna di castagno e macinate nei mulini con macine a pietra. L’esperienza e la manualità acquisita nel tempo, sia da chi prepara e controlla il metato sia da chi molisce le castagne secche influiscono in maniera determinante sulla qualità del prodotto.

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Farina di castagne pistoiese PAT Toscana

La farina di castagne pistoiese ha colore nocciola chiaro, sapore dolce e intenso aroma di castagne tostate. Una volta raccolte, le castagne vengono portate nel metato per l’essiccazione. Il metato è un edificio con pareti e tetto di lastre di pietra, diviso al suo interno in due livelli da un solaio (“graticcio”) di legno di castagno sul quale vengono stivate le castagne fresche. Al centro della stanza al piano terra viene acceso e alimentato costantemente per 40 giorni un fuoco di legna i cui fumi e calore passano attraverso il graticcio e lo strato di castagne.

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