Il tartufo nero pregiato della Toscana (Tuber melanosporum Vitt.) ha uno strato esterno nero rugoso con verruche minute, poligonali e gleba o polpa nero-violacea a maturazione, con venature bianche e fini che divengono un po’ rosseggianti all’aria e nere con la cottura. Può avere grandezza variabile da quella di una nocciola a quella di un’arancia. Emana un profumo delicato molto gradevole.
View More Tartufo nero pregiato della Toscana PATGiorno: 14 Ottobre 2023
Mantenere la giusta temperatura in casa durante l’inverno
Per mantenere costante la temperatura desiderata, è necessario fare ricorso a varie strategie. Prima fra queste, l’isolamento termico delle pareti, finestre e tetti. L’installazione di finestre a doppio vetro, porte ben sigillate e l’aggiunta di materiali isolanti può prevenire dispersioni di calore e, di riflesso, un abbassamento della temperatura. Parallelamente, investire in soluzioni per migliorare l’efficienza energetica delle case non solo contribuisce al comfort, ma riduce anche il consumo energetico, promuovendo uno stile di vita più sostenibile e garantendo bollette più basse. Inoltre, i sistemi di riscaldamento centralizzato o i termosifoni a infrarossi possono essere programmati per mantenere la temperatura desiderata durante le diverse fasi della giornata. L’uso di termostati programmabili consente di regolare automaticamente la temperatura in base all’orario e alle proprie necessità.
View More Mantenere la giusta temperatura in casa durante l’invernoRiserva Naturale Biogenetica Golia Corvo – Calabria
La riserva è localizzata sull’altopiano Silano, all’interno del complesso delle Foreste Demaniali “Sila Grande” ed è estesa su 350 ha, nella parte più orientale. La Riserva è situata in posizione centrale nel predetto complesso ed occupa parte del bacino del torrente Cecita fino alla sua immissione nell’omonimo lago artificiale utilizzato per la produzione elettrica
View More Riserva Naturale Biogenetica Golia Corvo – CalabriaCattedrale di Amiens – Francia
La cattedrale di Amiens, nel cuore della Piccardia, è una delle più grandi chiese gotiche “classiche” del XIII secolo. Si distingue per la coerenza della sua pianta, la bellezza del suo prospetto interno a tre livelli e l’esposizione particolarmente raffinata di sculture sulla facciata principale e nel transetto sud. Situata nella regione dell’Hauts-de-France, nel dipartimento della Somme, la cattedrale di Amiens è una delle chiese più grandi di Francia e una delle chiese gotiche del XIII secolo più complete. La rigorosa coerenza della sua pianta, con la perfetta simmetria della navata e del coro ai lati del transetto, la bellezza del suo prospetto interno a tre ordini, l’audace leggerezza della sua struttura che segna una nuova tappa verso la conquista della luminosità, la ricchezza della sua decorazione scultorea e delle sue vetrate ne fanno uno degli esempi più notevoli di architettura medievale.
View More Cattedrale di Amiens – FranciaTartufo bianco della Toscana PAT
In Toscana la raccolta dei tartufi ha una tradizionalità piuttosto pronunciata; già alla fine degli anni trenta, infatti, era presente sul territorio una cultura della raccolta del tartufo. La presenza di otto associazioni di raccoglitori mostra chiaramente l’importanza di questo prodotto in Toscana e il suo profondo radicamento nel territorio. Il tartufo bianco si consuma fresco perché non è adatto alla cottura, che gli fa perdere gran parte delle qualità organolettiche.
View More Tartufo bianco della Toscana PATTartufo bianchetto della Toscana PAT Toscana
Il tartufo bianchetto del litorale (Tuber albidum Pico) ha uno strato esterno liscio, di colore tendente al fulvo e una polpa chiara di colore variabile dal fulvo al violaceo-bruno, provvista di numerose venature. Le sue dimensioni sono abbastanza ridotte e di solito non superano quelle di un uovo di gallina. Ha un profumo simile a quello dell’aglio.
View More Tartufo bianchetto della Toscana PAT ToscanaTabacco kentucky della Val Tiberina PAT Toscana
La pianta allo stadio maturo ha portamento assurgente, raggiunge un’altezza di circa 130 cm. Le foglie rappresentano l’obiettivo della coltivazione e possono raggiungere dimensioni anche di 100 cm. Si presentano, poco prima della raccolta, di un bel colore verde intenso ed assumono un colore dal giallo canarino virando gradualmente al marrone intenso con i processi di ingiallimento, fissazione del colore, essiccazione della lamina ed essiccazione della costola. Il prodotto essiccato viene confezionato in scatole dopo essere stato allestito, cioè diviso in classi merceologiche, pronto per essere utilizzato per la preparazione del famoso sigaro toscano.
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La Susina Amoscina è di origine antichissima se, come indica Ottaviano Targioni Tozzetti nel suo prezioso dizionario botanico, essa può essere identificata con la Susina Damascena, introdotta secondo Plinio fra il III e il II secolo a.C. e ampiamente coltivata dai romani; nel tempo il nome sarebbe stato corrotto fino a divenire Moscina o Amoscina. Secondo Antonio Targioni Tozzetti, autore di una importnte opera sull’introduzione delle piante in Toscana, la Susina amoscina è da identificarsi con la Susina damaschina d’estate, ampiamente descritta da Giorgio Gallesio nella sua già citata “Pomona Italiana”. Per quanto Gallesio ritenga che essa non sia presente in Toscana, la susina damaschina d’estate è da considerarsi sinonima dell’Amoscina, e risulta essere coltivata e diffusa in Toscana da lungo tempo. La coltivazione della Susina Amoscina Nera nel Comune di San Miniato ha una lunga tradizione che risale ai primi anni del 900 quando la campagna sanminiatese costituiva il grande orto di Firenze e oltre al carciofo, al pomodoro ed a molti tipi di insalata venivano coltivati molti frutti fra cui la susina amoscina nera. Gli agricoltori anziani che la coltivano ancora sono soltanto due ed hanno fornito le piante ai giovani produttori che hanno iniziato a moltiplicarle.
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La tipicità dello spinacio della Val di Cornia è legata all’influenza dell’ambiente su questo ortaggio, coltivato in questa zona da più di cinquant’anni. Attualmente è uno dei prodotti più diffusi nella zona, insieme al melone e al carciofo; tuttavia negli ultimi anni si è verificata una contrazione della superficie coltivata per mancanza di acqua. La permanenza di questo fattore potrebbe risultare limitante per la diffusione della coltura in futuro e rendere problematico il mantenimento delle attuali superfici coltivate. Con gli anni le tecniche di coltivazione sono migliorate, mediante il controllo delle operazioni fondamentali quali la concimazione e la difesa, al fine di ottenere un prodotto privo di residui chimici, conforme alle attuali norme sanitarie.
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