Arnica

sconosciuta agli antichi (per il motivo che cresce solo in alta montagna), fu nominata per la prima volta da Santa Ildegarda nel “De arboris”. Si ritiene che il suo nome derivi dal termine greco “ptarmica” che significa starnuto/starnutire in quanto la radici ed i fiori hanno un effetto starnutatorio. Popolarmente è nota con il nome di tabacco di montagna in quanto le sue foglie venivano fumate come il tabacco dalle popolazioni delle montagne.

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Sentiero Italia CAI Campania S10 Bivio Casa Rocchi – Piano di Verteglia

Casa Rocchi – Piano di Verteglia Si rimane ancora nel cuore dei Monti Picentini con una tappa breve ma con dislivello significativo e quasi interamente in salita. Da Casa Rocchi si imbocca la valle del fiume Sabato fino ai 1068 metri del Varco Colla Finestra. Da qui una serie di saliscendi nel bosco portano all’incantevole Piano di Verteglia, intorno a 1200 metri di quota, dove ci si può riposare in riva al laghetto Acque della Madonna prima di trovare ospitalità presso il rifugio.

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Rapino di Bergiola Foscalino PAT Toscana

Ortiva tipica della cucina invernale. La radice è tozza, di colore bianco-verde e di sapore dolciastro; è più lunga e sottile del comune rapino. Viene seminato ad agosto, in pieno campo, con seme ottenuto da piante autoctone. La raccolta è effettuata generalmente a mano.

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Sentiero Italia CAI Campania S09 Acerno – Casa Rocchi

Acerno – Casa Rocchi Tappa abbastanza breve e di medio dislivello che attraversa il cuore dei Monti Picentini con diversi saliscendi, che però non portano mai a superare quota 1000 metri sul livello del mare. La particolarità della giornata è il passaggio presso la Grotta dello Scalandrone, principale cavità della zona, di cui anche l’escursionista dotato di pila frontale può visitare il primo antro detto “Sala delle bambine che giocano”, dove si trova un laghetto alimentato da una piccola cascata. Proseguendo attraverso splendidi boschi si giunge al posto tappa di Casa dei Rocchi.

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Radicchia di Lucca PAT Toscana

La radicchia di Lucca è una varietà di indivia scarola molto resistente al freddo. Si semina a metà settembre e si trapianta a fine ottobre. Presenta foglie di un colore verde intenso a margine seghettato, di forma allungata con apice di forma rotondeggiante. Si raccoglie fino ad aprile. Si trova coltivata solo sporadicamente. Anche se si adatta, sia in pianura che in collina, a tutte le tipologie di tessitura del terreno, sono preferibili terreni mediamente fertili e drenati. Nonostante venga utilizzata la concimazione organica, la radicchia di Lucca non è particolarmente esigente in tal senso; pure le esigenze idriche sono modeste. L’epoca di raccolta va da febbraio ad aprile.

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Pomodoro stella PAT Toscana

La tradizionalità del prodotto è costituita dalla particolarità della cultivar: il pomodoro stella è famoso per la consistenza, per la forma originale e per il sapore ricco; si presta ad essere consumato fresco sul pane. Ottimo anche per le conserve, non perde in acqua e il profumo è persistente. Una volta, dopo la raccolta, si usava imballare i pomodori in ceste di vimini e stoccarli in stalle sulla paglia. A Pescia erano appoggiati sui cannicci. La gelosa autoproduzione delle sementi garantisce il mantenimento delle caratteristiche dell’ecotipo autoctono. Viene consumato nel brodo, nei minestroni e in insalata.

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Pomodoro quarantino PAT Toscana

Questa varietà di pomodoro, ottima per la preparazione delle conserve, pur essendo ricordata da tutti gli agricoltori, purtroppo è stata conservata solo da pochi ed è limitata al circuito del consumo familiare.
Sembra che il nome “quarantino” nella zona di Cavriglia sia utilizzato come sinonimo di fiorentino, ma esso non è costoluto-grinzoso come il primo. O forse sta ad indicare che si tratta del vecchio pomodoro nostrale detto appunto “Pomodoro antico nostrale”. Questa varietà è inserita nell’elenco per la tutela e la valorizzazione delle razze e varietà locali (L.R. n°64/04).

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Sentiero Italia CAI Campania S08 Senerchia – Acerno

Senerchia – Acerno Una tappa di media lunghezza e notevole dislivello che conduce ai 1790 metri del Monte Polveracchio. Da Senerchia si affrontano in salita i ripidi versanti orientali della montagna percorrendo una lunga serie di tornanti fino alla sella sotto la cima del Monte Boschetiello. Da qui un lungo e panoramico crinale conduce in direzione ovest alla cima della montagna. Dalla cima del Monte Polveracchio si prosegue in direzione ovest lungo il crinale scendendo al Monte Raianetta e ancora oltre fino intorno a quota 1500 metri. Qui si abbandona la dorsale per continuare la discesa dal versante boscoso occidentale raggiungendo Acerno, dopo 1000 metri di dislivello negativo.

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Pomodoro pisanello PAT Toscana

La tradizionalità del prodotto è costituita sia dalla particolarità della cultivar sia dalla tecnica di produzione. Il pomodoro pendentino è noto per la consistenza, la forma particolare e per il sapore. Per conservare il pomodoro fino all’inverno veniva appeso ai travi o steso sui cannicci; i cannicci vanno immaginati come delle scaffalature sui cui ripiani c’era appunto un incannicciato sul quale venivano messi i pomodori o l’uva. I cannicci si trovavano all’ultimo piano delle case contadine, in stanze con retini alle finestre (le finestre rimanevano aperte o spesso non c’erano proprio). I pomodori venivano spolverati direttamente con polvere di zolfo per aumentarne la conservazione. L’attenta autoproduzione delle sementi garantisce il mantenimento delle caratteristiche dell’ecotipo autoctono. Il pendentino ben si presta ad essere consumato fresco con pane e olio , ma anche nel brodo, nei minestroni e in insalata, e spesso in padella con l’uovo.

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