Castagnaccio toscano PAT Toscana

Il castagnaccio è il tipico dolce toscano fatto con la farina di castagne. Di colore marrone, più o meno scuro a seconda della farina utilizzata, ha spessore contenuto e consistenza compatta, ma morbida. Non subisce stabilizzazioni e pertanto deve essere consumato fresco, al massimo dopo tre giorni dalla produzione. In tempi recenti si aggiunge all’impasto uvetta e pinoli. Nella campagna lucchese si usa mettere sulla superficie qualche rametto di rosmarino.

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Carscenta della Lunigiana PAT Toscana

La carscenta della Lunigiana è una tipica torta dolce da forno, caratterizzata da un insieme di aromi e profumi derivanti dalla sapiente miscelazione di farina, zucchero, uova, latte, burro, panna, lievito di birra, uvetta, pinoli, semi d’anice.

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Arles, monumenti romani e romanici – Francia

Arles è un buon esempio dell’adattamento di un’antica città alla civiltà europea medievale. Possiede alcuni imponenti monumenti romani, di cui i più antichi – l’arena, il teatro romano e il criptoportico (gallerie sotterranee) – risalgono al I secolo a.C. Durante il IV secolo Arles visse una seconda età dell’oro, come attestano le terme di Costantino e la necropoli di Alyscamps.

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Sentiero Italia CAI Campania S18 Telese – Faicchio

Telese – Faicchio Tappa di media lunghezza e dislivello ridotto che attraversa la Valle Telesina contornando alcune colline che sorgono dal fondovalle. Da Telese di percorrono le colline a nord ovest dell’abitato fino a San Salvatore Telesino dove si prosegue in direzione nord aggirando la cima del Monte Acero sul versante orientale fino a Faicchio.

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Sentiero Italia CAI Campania S17 Piano di Prata – Telese

Piano di Prata – Telese Con questa tappa intermedia e di scarso dislivello, si attraversa la seconda parte del massiccio Taburno Camposauro, transitando sotto la vetta del Camposauro e inoltrandosi tra le varie elevazioni boscose prima di scendere verso la Valle Telesina. La parte finale della tappa, superate in discesa le ultime pendici della montagna, si svolgono in pianura tra campagne e paesi, passando per il lago di Telese, fino al centro abitato dove è possibile riposarsi presso lo stabilimento termale naturale.

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Cantucci di San Miniato PAT Toscana

Il “cantuccio” etimologicamente è il diminutivo di canto, infatti lo scrocchiare fra i denti di una piccola porzione di pasta tostata, ripiena di mandorle e uvetta, emette un suono simile ad un piccolo canto; materialmente è anche l’ultimo frammento del filoncino quello che si lascia in disparte. La primogenitura dei “Cantucci di San Miniato” è da attribuire ad una famiglia pasticcera di San Miniato, maestra dell’arte bianca, ovvero della sapienza del fare il pane partendo dal grano, quando sul finire dell’800 nelle feste raccomandate dell’anno proponevano le varie specialità dolciarie e fra queste i “cantucci”. Attualmente gli ultimi rappresentanti della quinta generazione sono riusciti a mantenere questa produzione, facendosi portavoce di una tradizione orale materializzata ed ambasciatori della forte memoria dolciaria di San Miniato.

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Buccellato di Lucca PAT Toscana

Il buccellato è un dolce a forma di ciambella o di pane allungato, di colore bronzeo. È morbido e fragrante, le pezzature sono di 300-600-900 grammi. Viene venduto fresco, lo stesso giorno di produzione, e pertanto non viene confezionato, ma incartato al momento della vendita. Alcune panetterie affettano il buccellato del giorno precedente e dopo averlo imburrato da entrambi i lati lo tostano in forno e lo vendono da consumarsi tipo fetta biscottata. Si consuma con vino, vin santo, panna e caffé, ricotta e rhum. Impasto con farina, acqua, zucchero, anice, uva zibibbo, lievito naturale per dolci

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Sentiero Italia CAI Campania S16 Bucciano – Piano di Prata

Bucciano – Piano di Prata Con una tappa di media lunghezza e discreto dislivello ci si addentra nell’interessante massiccio del Taburno Camposauro, gruppo montuoso calcareo isolato dell’appennino campano le cui vette principali sfiorano i 1400 metri sul livello del mare. Dall’abitato di Bucciano si parte subito in salita lungo i sentieri che conducono sul Monte Taburno la cui cima viene aggirata per proseguire a mezza costa con una serie di saliscendi che costeggiano altre alture del massiccio prima di scendere verso la splendida depressione tettonica della Piana di Prata. Il punto d’arrivo della tappa è situato in questa valletta che separa il Taburno da Camposauro e dove è situata un’area attrezzata.

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Brutto buono ai pinoli PAT Toscana

Il brutto buono ai pinoli è un pasticcino a forma di palla, fatto con pasta di pinoli. Molto morbido e spugnoso, esternamente è spolverato con zucchero a velo e avvolto da pinoli interi su tutta la superficie. Quello tipico della provincia di Pisa deve utilizzare i pinoli del Parco di Migliarino San Rossore ottenuti dai pini domestici della macchia mediterranea, che conferiscono al dolcetto un particolare sapore e l’aroma di resina. Il suo nome deriva da quello della principessa pisana Kinzica dei Sismondi, che una notte dell’anno 1404 avrebbe salvato Pisa avvistando in anticipo un’invasione di pirati saraceni.

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Brutti boni di Prato PAT Toscana

Hanno forma rotondeggiante con diametro di 3-5 cm e consistenza piuttosto dura. Sono di colore bruno, hanno profumo e sapore di mandorle. Gli ingredienti impiegati nella preparazione dei “brutti boni” sono: mandorle tritate, zucchero, uova, farina. Dopo aver impastato gli ingredienti si formano delle palline di amalgama che vengono disposte in teglie sopra uno strato sottile di ostia e infornate. I dolci sono cotti quando diventano “brutti”, cioè quando la loro superficie, spaccandosi, diventa rugosa. Si producono tutto l’anno.

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