Susina di Vignola PAT Emilia Romagna

Le prime testimonianze scritte che esplicitano la presenza della coltura del susino in Vignola risalgono alla fine del secolo scorso. Un primo documento è rappresentato da una lettera del Sindaco al direttore della cattedra ambulante di agraria di Modena, datata 22 luglio 1899; da essa si ricava che le coltivazioni legnose erano abbastanza sviluppate con prevalenza di ciliegi, susini, peschi, meli e peri. La susinicoltura si è andata ulteriormente espandendo a partire dall’immediato dopoguerra, con l’introduzione delle prime varietà cino-giapponesi provenienti dagli Stati Uniti. Si assiste quindi ad una crescente specializzazione degli agricoltori e degli altri operatori del settore che, nel giro di pochi anni, riescono a creare, come per le ciliegie, quell’identificazione tra il territorio in questione, di cui Vignola è il baricentro, e le susine.

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Sughi d’uva reggiani PAT Emilia Romagna

Si tratta di una sorta di budino fatto con il mosto dell’uva, zucchero e farina. Il mosto utilizzato di solito era quello ricavato da uva Lancellotta, tipico della regione di Reggio Emilia. Si fa bollire il mosto per parecchio tempo indi si aggiunge lentamente la farina e lo zucchero. Si cuoce ancora e lo si versa in stampi per essere raffreddato e quindi successivamente consumato.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A10 Rifugio Divisione Julia – Prato di Resia

Rifugio Divisione Julia – Prato di Resia Percorso integrale senza l’uso della funivia del Canin. Ci si porta poco sopra la partenza della funivia del Canin dove ha inizio il sent. 635 che sotto i contrafforti del Bila Pec, ci porta al rif. Gilberti situato in una bellissima conca carsica. Stiamo entrando nel Parco regionale delle Prealpi Giulie. ( Arrivo funivia del Canin) Dal rif. Gilberti seguiamo il sent. 632 che sale rapidamente alla Sella Bila Pec per proseguire in un mare di pietra carsica.

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Chiesa abbaziale di Saint-Savin sur Gartempe – Francia

Impressionante per i suoi volumi eccezionali, l’edificio possiede la più grande area di affreschi romani (420 m 2 ) risultanti da un’unica e stessa campagna, una realizzazione artistica unica in uno stato di conservazione notevole. Nonostante alcuni elementi decorativi abbiano subito modifiche nel XIV secolo e l’assenza di decorazioni antiche nel coro, la proporzione dei cicli pittorici di epoca romana è ampia, data la presenza di pitture murali dislocate in ogni parte dell’edificio. La chiesa è stata oggetto di regolari restauri. Gli edifici del monastero, distrutti dalle guerre di religione, furono ricostruiti nel XVII secolo. La guglia gotica, che sormonta l’abbazia, segna il paesaggio circostante con la sua sagoma slanciata. Lo stato di conservazione dell’edificio e dei suoi fabbricati è oggi giudicato soddisfacente.

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Sugali PAT Emilia Romagna

Sono dei budini realizzati con il mosto d’uva. Mosto d’uva, farina gialla, farina di frumento, pane grattugiato, semolino, scorza di limone e semi di anicini. Si mette a bollire il mosto d’uva per qualche ora e si aggiungono la farina e gli altri ingredienti. Si versa negli stampi e si conserva in frigorifero.ravennate.orissero il gusto dolce.

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Stridoli o silene rigonfia PAT Emilia Romagna

Nel mondo mitologico greco-romano il Silenus, che vive in mezzo a selve, boschi e foreste, appare come un vecchio satiro, amante della musica, del suo flauto, del vino, quindi con il ventre sempre gonfio e tiepido. E’ facile così trovare un nesso preciso tra il Silenus del mito e la pianta dallo stesso nome botanico. Forse in passato gli stridoli si trovavano un po’ dappertutto, lungo i sentieri, tra i sassi, lungo gli argini delle strade e in campagna negli appezzamenti non ancora lavorati. Molto popolare nel ravennate.orissero il gusto dolce.

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Saporetto dell’Appennino reggiano PAT Emilia Romagna

Il Savurett rientra in pieno fra i prodotti matildizzabili, in quanto nasce dall’esigenza antica di conservare la frutta ed evitare la sua dispersione con la marcescenza. A tale bisogno si deve la nascita di marmellate, conserve, confetture e sciroppature, consumate poi nella dolciaria come ripieni di torte ed altre pietanze da farcire, oppure in accompagnamento. In tale modo per tutto l’anno, risultava possibile avere quindi la possibilità di consumare frutta, spesso affiancata a miele, che offriva oltre al consueto apporto vitaminico, anche un notevole numero di calorie, in un periodo di fame atavica. Non si deve poi tralasciare, l’importanza di simili preparazioni dolcificanti a trecentosessanta gradi, in un momento storico, nel quale oltre al miele, era molto difficile avere differenti preparazioni che favorissero il gusto dolce.

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Sapore PAT Emilia Romagna

E’ un prodotto che nel dopo guerra, con l’avvento della produzione industriale, si rischiava di perdere la produzione. Da diversi anni si cerca di rivalorizzare in quanto unico e ineguagliabile. Già il nome conferma il suo sapore intenso. Antica marmellata diffusa un tempo in Romagna, conservata in piccole damigiane dal collo largo e usata come energetico companatico.

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