Sella Carnizza – Montemaggiore di Taipana A Sella Carnizza, In prossimità della vicina, chiesetta di S. Anna inizia il sent. 727 che sale alla Bocchetta di Zaiavor. Lasciamo la Val Resia per scendere nella Val Mea con una buona mulattiera. Il sentiero termina sulla SS 646 (Tarcento- confine Slovenia). Subito dopo a fronte parte il sent. 711 che rapidamente in una faggeta sale di quota. Ad un bivio lasciamo il sentiero e prendiamo a sx il sent. 711 A. Prima in leggera salita e poi più ripidamente guadagna quota per portarsi in una zona prativa e indi al Ricovero ANA Montemaggiore. Dal Ricovero si prosegue per breve tratto con sent. 711. In cresta si seguea sx con il sent. 742 verso P.ta Montemaggiore ed il bivio con sent. 712. Si prosegue a dx sempre con il sent. 742 scendendo decisamente in terreno prativo. Più in basso il sentiero corre fra i mughi indi scende fra le ghiaie e poi in un bosco incontra una strada forestale che esce nell’ abitato di Montemaggiore.
View More Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A12 Sella Carnizza – Montemaggiore di TaipanaGiorno: 23 Dicembre 2023
Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A11 Prato di Resia – Sella Carnizza
Prato di Resia – Sella Carnizza In Piazza a Prato di Resia dietro al Municipo, parte il sent . 662B. Una antica scala in pietra ci porta sul ponte del Resia che attraversiamo. Qui parte il sent. 734 che prosegue salendo la valle su strada asfaltata; ad un bivio si prende a dx la strada per l’abitato di Oseacco che attraversiamo. Una carrareccia sale fin vicino alla sede degli Alpini per poi trasformarsi in mulattiera. Attraversando più volte un torrente si raggiunge Stalli Provalo e poi ormai in cresta i ruderi di C.ra Nischie. Si continua col sent. 731 che in discesa erbosa ci porta a Sella Carnizza.
View More Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A11 Prato di Resia – Sella CarnizzaBasotti PAT Emilia Romagna
Si tratta di pasta fresca fatta in casa del tipo “tagliolini”, cotti in brodo e ripassati in forno con l’aggiunta di formaggio, pane grattugiato e brodo fino a completa essiccazione di quest’ultimo. Si dispongono a strati i tagliolini precedentemente ammollati nel brodo in una larga teglia di rame riempita di brodo. Si cuociono a forno moderato rifornendo di brodo man mano che evapora. I basotti sono pronti quando si forma una crosta dorata ed il brodo è completamente consumato. Una variante prevedeva l’aggiunta, a fine cottura, di 3-4 uova sbattute per indorare i basotti; oppure l’aggiunta di parmigiano grattugiato e noce moscata nei vari strati riservando all’ultimo una spruzzata di pangrattato
View More Basotti PAT Emilia RomagnaAnolino PAT Emilia Romagna
Pasta sfoglia ripiena. Farina di grano tenero, uova, latte , acqua e sale. Per il ripieno sono pane grattugiato, formaggio e sugo di carne stracotta; una variante è il ripieno solo con formaggio.Sono costituiti da due dischi di pasta, tagliati con lo stampo, anticamente in legno “bossolo” e ora in metallo; all’ interno viene posto il ripieno. Vanno cotti e serviti in brodo. Tipico piatto invernale.
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Pasta ripiena da gustarsi dopo cottura nel brodo La pasta si ottiene amalgamando la farina bianca, le uova e l’acqua. Gli ingredienti principali del ripieno sono: carne magra di manzo, burro, formaggio grana, pangrattato e uova. Gli “avein” hanno una forma particolare di piccola mezza luna e si distinguono da prodotti analoghi di altre zone soprattutto per la presenza nel ripieno della sola carne di manzo, preferibilmente la sottocoscia, cucinata come “stracotto piacentino”. La cottura di questo tipico piatto veniva una volta effettuata con una pentola speciale in terracotta detta “stuvon”, anche la sfoglia differisce perché nella preparazione piacentina si utilizzano meno uova.
View More Anolini PAT Emilia RomagnaAmaretto di Spilamberto PAT Emilia Romagna
Tipici della tradizione spilambertese fin dal XVII secolo sono infatti noti per lo squisito sapore e la caratteristica morbidezza. Verso la metà del XIX secolo gli amaretti uscirono dall’ambito familiare e cominciarono ad essere commercializzati ad opera della famiglia Goldoni, titolari dell’omonimo caffè che si trovava all’angolo fra le attuali vie Umberto I e San Adriano.
View More Amaretto di Spilamberto PAT Emilia RomagnaAfricanetti PAT Emilia Romagna
Il fondatore, Francesco Bagnoli, li preparò per la prima volta nel 1872 e li chiamò così perchè ne spediva molti in Africa orientale. Il nome rischia di trarre in inganno, ci si aspetterebbe qualcosa di colorato, magari al cioccolato; in realtà sono tutt’altra cosa: sono di un giallo vivo. In determinate ricorrenze era, ed è, costume offrire gli africanetti: 24 giugno festa del patrono di San Giovanni in Persiceto, durante la fiera di settembre, nel periodo del carnevale storico, ai matrimoni, battesimi, comunioni e cresime.
View More Africanetti PAT Emilia RomagnaIdrogeno per recupero, crescita e occupazione verde.
“Attualmente stiamo vivendo tempi eccezionalmente difficili … Ora abbiamo un’opportunità unica per ricostruire meglio, creare un’economia adatta alle sfide future, più competitiva, inclusiva, più intelligente e, ovviamente, sostenibile. L’idrogeno è una parte fondamentale di questo viaggio “, ha affermato Henrik Hololei, Direttore generale per la mobilità e i trasporti, Commissione europea, nel suo discorso di apertura all’evento di un giorno PrioritHy il 25 novembre 2020.
View More Idrogeno per recupero, crescita e occupazione verde.Riserva Naturale Biogenetica Serra Nicolino – Piano dell’Albero. Calabria
Le zone umide sono frequentate da numerosi anfibi come l’ululone dal ventre giallo (Bombina pachypus), la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), la salamadra pezzata (Salamandra salamandra), il tritone crestato (Triturus carnifex), il tritone italico (Triturus italicus), la rana appenninica (Rana italica) e la raganella italiana (Hyla intermedia), tutte specie protette dalla Direttiva Habitat. Estremamente interessante, a quest’ultimo riguardo, è la presenza della salamandra pezzata (Salamandra salamandra subsp. gigliolii), sottospecie endemica del mezzogiorno d’Italia ed anch’essa strettamente protetta dalla Direttiva Habitat.
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Dolce a base di zucchero, mandorle dolci e amare, albumi d’uovo. Tritare finemente le mandorle precedentemente spellatele e seccatele al sole o al fuoco. Lavorate col mestolo lo zucchero e le chiare per mezz’ora almeno, aggiungete le mandorle per formarne una pasta soda in modo da farne delle pallottole grosse quanto una piccola noce; se riuscisse troppo morbida aggiungete altro zucchero e se troppo dura un’altra po’ di chiara, questa volta montata.
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