Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A16 Topolò – Rifugio Solarie

Topolò – Rifugio Solarie Da Topolò Con il sent. 746 prima fra i prati e poi tra fitti boschi di latifoglie e castagni, proseguiamo fino al borgo di Lase. Ora il sentiero si fa più ripido per giungere fra i prati alla cima del monte Nagnoj. Costeggiamo ora, il confine di stato con la Slovenia che con continui saliscendi ci fa passare la lunghissima cresta della catena del Colovrat. Grandi le opere di difesa militare risalenti alla prima guerra mondiale. Il panorama che si gode è di una bellezza unica spaziando a nord sulle grandi cime delle Giulie ed a sud sulle coste dell’ alto adriatico da Trieste a Venezia. Dall’ ultima cima della catena, il monte Klabuk, si scende prima per sentiero poi per strada, al rifugio Solarie.

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Cappelletto reggiano PAT Emilia Romagna

Pasta sfoglia farcita. La dimensione del cappelletto è circa 4 cm, anche se in certe zone, in special modo in quelle montane, è di dimensioni più modeste. Il ripieno è tradizionalmente composto di solo stracotto di manzo, anche se con il passare degli anni questa farcitura è stata arricchita da altri tipi di carne: maiale, pollo e mortadella. La sfoglia deve essere sottile e tagliata con apposita rotellina dentellata in quadretti della dimensione di pochi centimetri. I quadretti vengono poi riempiti con il ripieno. Si procede quindi alla piegatura formando un triangolo le cui estremità si uniscono facendole ruotare attorno al dito indice a dare la classica forma a “cappello”. La loro riuscita ideale è la cottura in brodo di cappone.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A15 Rifugio Pelizzo – Topolò

Rifugio Pelizzo – Topolò Dal rifugio Pelizzo Il sent. 750 continua in un ambiente carsico di mezza boscaglia che con saliscendi ci porta al bivio col sent. 736. Lo seguiamo scendendo verso C.ra Tamorsca e infine l’ abitato di Cepletischis. Ora con strada asfaltata sent. 745 ci dirigiamo verso la località Polava dove sulla dx prenderemo la mulattiera che risale verso la Bocchetta di Topolò per poi scendere all’ abitato di Topolò caratteristico paese delle valli del Natisone.

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Cappelletti all’uso di Romagna PAT Emilia Romagna

Cappelletti Scriveva nel 1811 il Prefetto di Forlì: “L’avidità di tale minestra è così generale, che da tutti, e massime dai preti, si fanno delle scommesse di chi ne mangia una maggior quantità e si arriva da alcuni fino al numero di 400 o 500″…

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Cantarelle PAT Emilia Romagna

Farina bianca, farina gialla, olio extravergine di oliva zucchero, e’ test – teglia. Le variabili nella preparazione di questo dolce sono innumerevoli e dipendenti dagli ingredienti a disposizione. Pastella ottenuta impastando in acqua tiepida, e con un po’ di sale, farina bianca e gialla. La “pasta” va gettata a cucchiaiate sopra il testo e poi cotta rivoltandola di qua e di là. Per condire le cantarelle: una spruzzata d’olio e un po’di zucchero. Vanno mangiate calde o fredde.

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Villa Capra Bassani a Sarcedo (VI)

Edificata nel 1764 dall’architetto conte Orazio Claudio Capra, “che la eresse a gloria sua e del suo casato”, con interventi di Francesco Muttoni e Ottavio Bertotti Scamozzi, è un esempio di villa di gusto neoclassico chiaramente ispirata alle architetture di Andrea Palladio. Un’ampia scala fiancheggiata da statue conduce al pronao ionico. Il giardino è limitato da una peschiera sul ponte della quale si apre il cancello d’ingresso. Notevoli le statue del frontone e dei poggi della scalinata.

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Canestrelli PAT Emilia Romagna

Prodotto ottenuto dall’impasto di farina bianca, uova, zucchero, scorza di limone, sale, rum o alchermes, burro, latte, lievito. Mettere 1 kg. di farina a fontana sulla spianatoia e amalgamare a mano a mano 4 uova, 15 cucchiai di zucchero, mezza scorza di limone grattugiata, un pizzico di sale, un cucchiaio di rum o alchermes, 2 o 3 hg di burro, un po’ di latte, aggiungere per ultime due bustine di lievito vanigliato. Stendere una sfoglia dell’altezza di circa un centimetro e tagliare con gli appositi stampini i biscotti. Dopo averli disposti su teglie unte di burro si possono infornare. L’impasto può essere fatto meccanicamente con apposite impastatrici, sia per uso domestico che per uso industriale. I canestrelli si trovano in vendita nelle panetterie e nei negozi di pasta fresca sfusi; nei supermercati vengono in genere venduti in sacchetti preconfezionati.

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Antinello
Vitigni d’ITALIA

Nella zona di originaria elezione, un ben delimitato territorio a sud di Bari, compreso tra i comuni di Conversano, Rutigliano e Turi, sono presenti alcuni ceppi del vitigno Antinello, un tempo diffuso su più vaste superfici in provincia di Bari, Brindisi e Taranto. L’Antinello, riportato anticamente in bibliografia con il nome di Antonello (D. Froio, 1883), è un vitigno autoctono minore presente ormai in pochi vecchi vigneti pugliesi, quasi sempre in consociazione a vitigni di maggiore diffusione. I fratelli Coletta dell’omonima azienda vitivinicola, che ne conservano alcuni ceppi condotti a pergolato a Conversano, ricordano che “veniva vinificato in quota del 20%, in uvaggio con vitigni aromatici quali la malvasia locale (la bianca classica) e toscana (malvasia lunga). Veniva difficilmente vinificato in purezza, perché più adatto agli uvaggi e alle preparazioni enologiche tipiche pugliesi. Sinonimi/denominazione dialettale: Antinello rosa (Conversano – Ba).

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Vitigni d’ITALIA

Caffè in forchetta PAT Emilia Romagna

Caffè nero forte, zucchero, rum, uova. Caramellare una quantità di zucchero in uno stampo da budino. Frullare bene le uova insieme al resto dello zucchero, aggiungendo poi il caffè freddo e il rum.Frullare nuovamente e quindi passare il tutto nello stampo attraverso un colino dalle maglie molto fitte. Cuocere a bagnomaria, in forno, a calore moderato, per circa due ore, facendo attenzione a che l’acqua non bolla. Rovesciare lo stampo dopo che il dolce si sarà raffreddato. Servire freddo. Presenta ottime caratteristiche “digestiva” a fine pasto

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