Villa Costanzi Fidelia a Spello (Perugia)

L’attuale complesso della Villa Fidelia sorge su un insieme sacrale di epoca classica e da questo è stata fortemente condizionata nella sua disposizione planimetrica e d’impianto, al punto che, nonostante gli edifici ed i giardini siano sorti in epoche successive, l’impronta dell’antico santuario ha regolato l’opera di edificazione e di sistemazioni successive in modo tale da fare apparire il complesso un tutto unitario, non slegato e frammentario.

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Bustrengo PAT Emilia Romagna

Il bustrengo è un dolce povero che affonda le sue origini nel medioevo e che tuttavia, nei secoli si è arricchito di altri ingredienti, nostrani o esotici, fino a raggiungere non l’identità di una consolidata ricetta ma il volto di tantissime preparazioni dolce o salate nelle quali, comunque, finiva sempre quel che c’era nella dispensa di casa. Dolce o salato il bustrengo rimane comunque una torta di origine contadina. Si può considerare una delle preparazioni tra le più tipiche e affascinanti, nata con lo scopo di recuperare il pane raffermo per trasformarlo in delizia per il palato. Solo in poche zone della Romagna è rimasta viva la tradizione del Bustrengo salato, con formaggio da utilizzare come piatto unico

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Bracciatello PAT Emilia Romagna

Si tratta di un composto dolce realizzato con farina, uova, strutto e lievito madre (oggi lievito di birra). Sulla spianatoia, alla fontana di farina si uniscono il lievito sbriciolato, le uova intere, lo strutto ed un pizzico di sale. Ottenuto un impasto omogeneo ed elastico lo si lascia riposare e lievitare per un paio, d’ore coperto da un canovaccio. Si lavora nuovamente l’impasto per suddividerlo in 6/7 pezzi a cui si da la forma di bracciale. Solitamente, prima della cottura in forno, le piccole ciambelle venivano immerse per pochi istanti in acqua bollente.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A14 Prossenicco – Rifugio Pelizzo

Prossenicco – Rifugio Pelizzo Da Prossenicco Il sent. 744 continua lungo una forestale, attraversa il guado “della capra” e dopo poco, passa davanti al valico con la Slovenia di Robedischis. Con leggera salita raggiunge C.ra Zef e poi con un breve tratto in discesa l’ abitato di Montefosca. Fuori paese, nei prati, si prende il sent. 735 antica mulattiera, in discesa, prima sempre fra i prati e poi nel bosco di latifoglie ci porta sul greto del fiume Natisone. Una passerella ci consente di raggiungere la sponda opposta e l’abitato di Stupizza. Fermata bus (solo giorni feriali , corse verso Cividale) Si raggiunge Pulfero Alberghi ( 3.4 Km ) unicamente percorrendo la statale SS54. Dall’abitato di Stupizza al cartello segnaletico della località, sulla Sx (cabina ENEL) parte il sent. 725 che prende subito a salire senza difficoltà, all’ interno di faggete e di castagneti. Si arriva alla bella chiesa di S. Lorenzo e vicino alle borgate di Mersino Alto. Si prosegue sempre in bosco con alternate aree prative fino alla Marsinska Planina, l’ area delle vecchie malghe del Matajur. Qui abbandonato il sent. 725 prendiamo il sent. 750 che traversa con saliscendi a mezza costa il Matajur fino a raggiungere il Rif. Pelizzo. Il panorama è veramente mozzafiato prendendo dall’ Istria fino alle lagune venete.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A13 Montemaggiore di Taipana – Prossenicco

Montemaggiore di Taipana – Prossenicco Dall’abitato di Montemaggiore (fontana) parte il sent. 744 . La mulattiera scende verso il guado del Rio Lemagna ed il guado del Rio Bianco, si sale in località Tanacertegna (ruderi), si scende lungo la forestale fino al terzo guado del Rio Bianco. Proseguendo, si raggiunge la confluenza del Rio Bianco e del Rio Nero che dà origine al Fiume Natisone. La forestale continua percorrendo un bosco di latifoglie raggiungendo Ponte Vittorio Emanuele, Casali Gasperini (ruderi), fino all’ abitato di Prossenicco

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Bortellina PAT Emilia Romagna

Si tengono diverse sagre , in estate, dedicate alla bortellina, come la Festa della bortellina di Bettola e quella di Gragnano Trebbiense. Ma la bortellina è presente anche in altre feste paesane, come la Notte Bianca di Fiorenzuola e la Festa della mietitura di San Protaso. Quest’ultima ha sostituito l’originaria Festa della Bortellina, che si allestiva negli anni 1980, ma la preparazione del piatto è rimasto un elemento caratterizzante della Festa.

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Villa Borromeo a Isola Madre a Stresa (Verbania)

Nel cuore del Lago Maggiore, circondata dalle acque blu e incorniciata dalle montagne delle Prealpi, si trova l’isola Madre, un gioiello naturale e culturale che ospita la magnifica Villa Borromeo. Questa dimora storica, appartenente alla nobile famiglia Borromeo, racconta storie di opulenza, arte e tradizione. La storia di Villa Borromeo a Isola Madre ha inizio nel XVI secolo. La famiglia Borromeo, una delle più antiche e influenti dell’alta nobiltà italiana, decise di trasformare l’isola in una residenza estiva. Nel corso dei secoli, la villa fu arricchita e trasformata, diventando un’icona di eleganza e raffinatezza.

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Villa Borromeo a Isola Bella Stresa (Verbania)

Nelle acque azzurre del Lago Maggiore, come una gemma sospesa tra cielo e acqua, sorge l’incantevole Isola Bella. Al centro di questa perla lacustre si erge Villa Borromeo, un capolavoro architettonico che incarna l’eleganza e la storia delle dimore nobiliari italiane. La storia di Villa Borromeo a Isola Bella inizia nel XVII secolo, quando Carlo III Borromeo decise di trasformare l’originariamente rocciosa e disabitata Isola Bella in una residenza sontuosa. Il progetto fu portato avanti dal suo discendente Carlo IV e, nel corso dei secoli, la villa subì trasformazioni e ampliamenti, divenendo un simbolo di opulenza e raffinatezza.

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Il Catajo a Battaglia Terme (Padova)

Nel cuore del Veneto, a Battaglia Terme, sorge il magnifico complesso storico noto come Il Cataio. Questa sontuosa dimora, che unisce la maestosità di un castello e l’eleganza di una villa rinascimentale, è un’incantevole testimonianza dell’arte e dell’architettura dell’epoca. La storia de Il Cataio si intreccia con quella di Battaglia Terme e delle famiglie nobili che ne hanno segnato il destino. La costruzione del complesso ebbe inizio nel XV secolo, e nel corso del tempo, diverse famiglie nobili, tra cui i Da Carrara e i Da Porto, ne contribuirono all’evoluzione e all’arricchimento.

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Borlengo PAT Emilia Romagna

La nascita del borlengo è avvolta in un alone di mistero ed vari paesi ne rivendicano la paternità. A Vignola appare per la prima volta nel 1236 quando le Truppe del condottiero Giovanni Conte da Barbiano di Aldalisio, alleato di Isacco e Gentile Grassoni, assediarono il Castello, allora governato da Iacopino Rangone. Guiglia lo considera nato nel 1266 ai tempi di Ugolino da Guiglia, durante l’assedio che questo condottiero subì rinchiuso nel suo castello di Montevallaro, ad opera dell’esercito della famiglia degli Algani, Guelfi modenesi, capitanato da Nisetta degli Osti, Ruffo dei Rossi, Pepetto dei Trenta e da Crespan Doccia. Ugolino e la famiglia dei Grasolfi, che presidiavano il maniero, si arresero il quattro luglio 1266 e si racconta che riuscirono a resistere parecchi giorni in più grazie a certi impasti cotti di farina e acqua, insaporiti d’erbe, assomiglianti a grandi ostie.

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