Bizulà PAT Emilia Romagna

Il bizulà è il termine che nel vernacolo locale indica il pane dei marinai, o meglio il biscotto, “buccellato, bossolato, bossolao” da bozolatus (XIII secolo) per le marinerie veneziana e lagunari. Il pescatore si imbarcava portando con sé solo del vino, dell’olio d’oliva e l’immancabile filo di bizulà a tracolla, il cosiddetto biscotto dei marinai, un pane speciale che si manteneva più a lungo e che veniva consumato dopo essere stato posto a bagno in acqua o nel vino perché si ammorbidisse. Il necessario al suo sostentamento durante l’intera campagna di pesca, che poteva durare anche alcune settimane, lo avrebbe dato il mare.)

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Villa Maffei a Valeggio sul Mincio (VR)

La storia di Villa Maffei affonda le sue radici nel XVI secolo, quando la famiglia Maffei, una delle famiglie più influenti di Valeggio, decise di dare vita a una dimora che fosse all’altezza del loro prestigio sociale. La villa fu costruita tra il 1567 e il 1570, un periodo in cui l’architettura rinascimentale stava raggiungendo il suo apice in Italia.

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Villa Emo a Fanzolo (TV)

Nel cuore di Fanzolo, una piccola frazione di Vedelago, sorge uno dei capolavori architettonici del Rinascimento italiano: la Villa Emo. Commissionata dalla nobile famiglia Emo e progettata dal celebre architetto Andrea Palladio nel XVI secolo, questa residenza storica rappresenta un’icona dell’eleganza e della bellezza classica.

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Biscione reggiano PAT Emilia Romagna

E’ un prodotto tipico dell’arte culinaria delle antiche pasticcerie della città di Reggio Emilia. La nascita del biscione reggiano si colloca agli inizi di questo secolo, ad opera di un pasticcere che lo inventò per regalarlo ai suoi dipendenti a Natale. E’ un dolce tipico reggiano del periodo natalizio denominato anche “Biscione natalizio”. Assieme alla Spongata, rappresenta l’equivalente reggiano del Pandoro di Verona o del Panettone di Milano.

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Bensone PAT Emilia Romagna

Dolce semplice composto da uova, burro, uova, zucchero e lievito. Si amalgamano farina, uova, burro o strutto (150 gr.), uova (n.2), zucchero (150 gr.), lievito da dolci sciolto in un bicchiere di latte tiepido. Si lavora fino ad ottenere un impasto morbido. Si da una forma ovale e si cuocere in forno gia’ caldo a 180° fino a doratura.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A12 Sella Carnizza – Montemaggiore di Taipana

Sella Carnizza – Montemaggiore di Taipana A Sella Carnizza, In prossimità della vicina, chiesetta di S. Anna inizia il sent. 727 che sale alla Bocchetta di Zaiavor. Lasciamo la Val Resia per scendere nella Val Mea con una buona mulattiera. Il sentiero termina sulla SS 646 (Tarcento- confine Slovenia). Subito dopo a fronte parte il sent. 711 che rapidamente in una faggeta sale di quota. Ad un bivio lasciamo il sentiero e prendiamo a sx il sent. 711 A. Prima in leggera salita e poi più ripidamente guadagna quota per portarsi in una zona prativa e indi al Ricovero ANA Montemaggiore. Dal Ricovero si prosegue per breve tratto con sent. 711. In cresta si seguea sx con il sent. 742 verso P.ta Montemaggiore ed il bivio con sent. 712. Si prosegue a dx sempre con il sent. 742 scendendo decisamente in terreno prativo. Più in basso il sentiero corre fra i mughi indi scende fra le ghiaie e poi in un bosco incontra una strada forestale che esce nell’ abitato di Montemaggiore.

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Sentiero Italia CAI Friuli Venezia Giulia A11 Prato di Resia – Sella Carnizza

Prato di Resia – Sella Carnizza In Piazza a Prato di Resia dietro al Municipo, parte il sent . 662B. Una antica scala in pietra ci porta sul ponte del Resia che attraversiamo. Qui parte il sent. 734 che prosegue salendo la valle su strada asfaltata; ad un bivio si prende a dx la strada per l’abitato di Oseacco che attraversiamo. Una carrareccia sale fin vicino alla sede degli Alpini per poi trasformarsi in mulattiera. Attraversando più volte un torrente si raggiunge Stalli Provalo e poi ormai in cresta i ruderi di C.ra Nischie. Si continua col sent. 731 che in discesa erbosa ci porta a Sella Carnizza.

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Basotti PAT Emilia Romagna

Si tratta di pasta fresca fatta in casa del tipo “tagliolini”, cotti in brodo e ripassati in forno con l’aggiunta di formaggio, pane grattugiato e brodo fino a completa essiccazione di quest’ultimo. Si dispongono a strati i tagliolini precedentemente ammollati nel brodo in una larga teglia di rame riempita di brodo. Si cuociono a forno moderato rifornendo di brodo man mano che evapora. I basotti sono pronti quando si forma una crosta dorata ed il brodo è completamente consumato. Una variante prevedeva l’aggiunta, a fine cottura, di 3-4 uova sbattute per indorare i basotti; oppure l’aggiunta di parmigiano grattugiato e noce moscata nei vari strati riservando all’ultimo una spruzzata di pangrattato

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Anolino PAT Emilia Romagna

Pasta sfoglia ripiena. Farina di grano tenero, uova, latte , acqua e sale. Per il ripieno sono pane grattugiato, formaggio e sugo di carne stracotta; una variante è il ripieno solo con formaggio.Sono costituiti da due dischi di pasta, tagliati con lo stampo, anticamente in legno “bossolo” e ora  in metallo; all’ interno viene posto il ripieno. Vanno cotti e serviti in brodo. Tipico piatto invernale.

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Anolini PAT Emilia Romagna

Pasta ripiena da gustarsi dopo cottura nel brodo La pasta si ottiene amalgamando la farina bianca, le uova e l’acqua. Gli ingredienti principali del ripieno sono: carne magra di manzo, burro, formaggio grana, pangrattato e uova. Gli “avein” hanno una forma particolare di piccola mezza luna e si distinguono da prodotti analoghi di altre zone soprattutto per la presenza nel ripieno della sola carne di manzo, preferibilmente la sottocoscia, cucinata come “stracotto piacentino”. La cottura di questo tipico piatto veniva una volta effettuata con una pentola speciale in terracotta detta “stuvon”, anche la sfoglia differisce perché nella preparazione piacentina si utilizzano meno uova.

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