Riserva Naturale Orientata e biogenetica Guadine Pradaccio – Emilia Romagna

Il termine “Guadine” deriva dal nome dell’omonimo Passo situato nella zona di crinale della Riserva e significa “zona di guado – passaggio”. Il nome “Pradaccio”, invece, trae le sue origini nel termine “Prataccio“, denominazione data ad un antico lago che ora è presente allo stadio di torbiera, la “torbiera del Prataccio” o “torbiera di Roccabiasca”. Il medesimo nome è stato poi dato al lago attualmente presente all’interno della Riserva: un invaso semi-artificiale realizzato per la pesca sportiva nel 1959. Il lago Pradaccio, situato alla quota di 1362 m s.l.m., ha una superficie di circa 3 ha e una profondità massima di 5 m; il suo emissario è denominato Torrente Parma delle Guadine o Parma di Francia (che insieme ai torrenti Parma di Badignana e Parma del Lago Santo dà origine, una volta confluiti tutti insieme, al torrente Parma).

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Sentiero Italia CAI Lombardia D33N Rifugio Federico in Dosdè – Livigno

Rifugio Federico in Dosdè – Livigno Con questa tappa discretamente lunga e caratterizzata da dislivello medio, si lascia la tranquilla Val Viola per raggiungere la turistica valle di Livigno. Dal rifugio Federico in Dosde’ si percorre una breve risalita al Rifugio Val Viola, adagiato sulla riva di alcuni placidi laghetti. Lasciato il Rifugio Viola, si percorre il sentiero in discesa che segue il versante sinistro idrografico della valle costeggiando il Lago della Val Viola e superando alcuni alpeggi fino a raggiungere il Torrente Minestra dove si svolta in direzione nord salendo al Passo delle Mine a 2804 metri di quota. Da qui inizia una lunga discesa fino alla Frazione Tresenda di Livigno dove si segue il sentiero a mezzacosta che segue la valle sulla destra idrografica fino all’abitato di Livigno.

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Lumache fritte PAT Emilia Romagna

Lumache, strutto, aglio, salvia aceto. Finita la spurgatura, lavate bene le lumache in acqua fredda, poi mettetele a bollire per circa un’ora, in modo da poter togliere facilmente il guscio aiutandovi con una forchetta. Dopo aver tolto guscio e intestino mettete ciò che resta delle lumache in acqua con aceto e sale, poi scolatele bene. Tritate e infarinate il mollusco; poi mettetelo in padella con lo strutto. A metà cottura aggiungete uno spicchio d’aglio e qualche foglia di salvia. Prima di servirle in tavola conditele con un po’ di sale e pepe.

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Lumache alla bobbiese PAT Emilia Romagna

Lumache, sedano, porri, carote, olio di oliva, burro, salsa di pomodoro, cipolla, sale. E’ necessario mettere le lumache a purgare in uno scatolone di cartone contenente della crusca e provvisto di coperchio bucherellato affinché passi l’aria, ma che impedisca alle lumache di uscire. Preparato il sugo con gli ingredienti specifici, si incorporano le lumache per la cottura.

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Lesso di carni PAT Emilia Romagna

Piatto costituito da diversi tipi di carni bollite: lingua di manzo, gallina intera, spalla di  manzo, testina di vitello. Le carni consigliate per questo piatto sono: lingua di manzo, una gallina intera, un pezzo di manzo (spalla) un pezzo di testina di vitello. Se si desidera un buon lesso, mettere in una pentola di acqua calda le carni scelte e aggiungere: una carota, una costa di sedano, qualche foglia di prezzemolo, una foglia di cipolla. Salare e fare cuocere lentamente. Nel piatto di portata insieme ai lessi sopra descritti compare anche il cotechino, lessato a parte ed affettato; nel periodo di Natale per una tavola più ricca e festosa, secondo la tradizione il cappone sostituisce la gallina.

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Lepre alla piacentina PAT Emilia Romagna

Lepre, lardo, burro, un cucchiaio di olio di oliva, coste di sedano, cipolle, carote, prezzemolo, salvia, basilico, timo, alloro, rosmarino, aglio, bacche di ginepro, grani di pepe nero, salsa di pomodoro, vino robusto (tipo barbera), sale, pepe.

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Lasche del Po in carpione PAT Emilia Romagna

Lasche del Po, olio, aceto bianco di vino, acqua, cipolla, aglio, prezzemolo. Si puliscono i pesci in acqua corrente, si asciugano in una tela. Dopo averli fatti friggere si dispongono in una terrina alternando i pesci ad una manciata di prezzemolo e cipolla tritati. Si copre il tutto con una salsa di cipolle tiepida.

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Riserva Naturale Orientata Duna Costiera Ravennate e Foce Del Torrente Bevano – Emilia Romagna

È uno dei siti con maggiore diversità ambientale in ambito litoraneo della Regione Emilia Romagna. In esso ricadono la foce del Torrente Bevano, ultimo estuario meandriforme dell’alto Adriatico libero di evolvere naturalmente, cinque chilometri di dune costiere attive con alle spalle la pineta litoranea a Pinus pinaster e il sistema di zone umide perifluviali salmastre dell’Ortazzino e dell’Ortazzo. Il sito comprende anche la fascia marina costiera per circa 300 metri di larghezza. La foce del Bevano vera e propria occupa un’area di circa 40 ettari e testimonia, con i suoi equilibri tra acque e sabbie mutevoli in base agli andamenti stagionali di maree e portate fluviali, come doveva essere l’intera fascia costiera regionale prima dei massicci interventi antropici.

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Riserva Naturale Orientata Biogenetica Sacca Di Bellocchio III – Emilia Romagna

L’area è ubicata a cavallo del confine tra le province di Ferrara e Ravenna, immediatamente a nord della foce del fiume Reno. Si estende tra le retrostanti Valli di Comacchio ed il mare, rappresentando un collegamento ecologico sia in senso nord-sud (durante le migrazioni) che in senso est-ovest, consentendo all’avifauna di spostarsi secondo le esigenze trofiche con le retrostanti Valli di Comacchio, dalle quali è separato dalla S.S. Romea ed è a queste collegata attraverso il Canale Bellocchio. Dal punto di vista geomorfologico, si tratta di bassure retrodunali separate dal mare da ecosistemi di spiaggia e duna purtroppo in rapida erosione. Tali depressioni sono colme di sedimenti fini a formare un salicornieto nel caso della Riserva Sacca di Bellocchio.

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Parigi e le rive della Senna – Francia

Parigi è una città fluviale. Fin dai primi insediamenti umani, dalla preistoria alle tribù Parisii, la Senna ha svolto sia un ruolo difensivo che economico. L’attuale città storica, sviluppatasi tra il XVI e il XX secolo, esprime l’evoluzione del rapporto tra il fiume e la città. L’area ben delimitata tra il Pont de Sully e il Pont d’Iéna si basa sull’antica distinzione tra monte e valle. A monte, il porto ed i trasporti fluviali; a valle, la Parigi reale e aristocratica. È quest’ultimo tratto della Senna, dove si sono sviluppate le funzioni della capitale, ad essere iscritto. La presenza dello Stato attraverso le sue realizzazioni e le sue leggi ha permesso di preservare il bene nella sua intera integrità.

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