Riserva naturale biogenetica San Cataldo – Puglia

La Riserva è ubicata lungo il litorale adriatico e ricade nel territorio dei Comuni di Lecce e Vernole. E’ costituita da un bosco di pino d’Aleppo ed eucalipto impiantato agli inizi del ‘900, in concomitanza con i lavori di bonifica effettuati per debellare la malaria che infestava le zone paludose del litorale salentino. L’esposizione del bosco ai venti marini, il basso impatto antropico dovuto all’istituzione dell’area protetta, nonché una serie di incendi verificatisi agli inizi degli anni ‘80, hanno diversificato l’aspetto della Riserva che si presenta oggi come un’area in cui poter scoprire habitat molto differenti tra loro: dalla pineta di origine artificiale piantata dall’uomo a quella naturale nata spontaneamente dopo gli incendi, dalla macchia mediterranea che lentamente riconquista il sottobosco della pineta, agli specchi d’acqua palustri, prova della massiccia opera di bonifica effettuata dall’uomo, dall’ombrosa fustaia di leccio agli estesi popolamenti di eucalipto.

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Carciofo violetto di S. Erasmo PAT Veneto

Il carciofo è un antico prodotto orticolo, tipicamente mediterraneo, presente allo stato spontaneo nelle zone più calde. Veniva mangiato comunemente sin dal tempo degli Egizi ed era molto apprezzato anche dai Romani. Notizie certe sulla sua coltivazione nella penisola italica si hanno dal XV secolo, quando dalla zona di Napoli la coltura del carciofo si estese prima in Toscana e poi in altre zone dal clima favorevole. Essa infatti esige un clima mite, buona disponibilità idrica ma senza ristagni, terreni sostanzialmente sciolti. La laguna veneziana costituisce quindi l’unica possibilità produttiva nell’Italia del Nord Est, una opportunità ambientale e una naturale predisposizione culturale che la tradizionale sensibilità della Serenissima nei confronti dell’area “mediterranea” non poteva ignorare. I primi elementi documentali segnalano il carciofo a Venezia già nel 1500 e gli atti del catasto austriaco di inizio Ottocento ci danno conferma dell’esistenza di questa coltura rinomata e importante.

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Broccolo fiolaro di Creazzo PAT Veneto

Il “broccolo fiolaro di Creazzo” è un prodotto oggi molto apprezzato per le sue proprietà alimentari, mentre un tempo era definito cibo dei poveri. Il nome di questo ortaggio deriva dalla presenza di germogli inseriti lungo il fusto della pianta, conosciuti in termine dialettale come “fioi” e che vengono cotti in padella, insieme alle foglie più giovani, come una vera prelibatezza. Si tratta di un prodotto che ha la particolarità di non assomigliare né per forma, né per gusto alle altre varietà di broccolo. Come ricorda Antonio di Lorenzo, in un saggio dedicato al broccolo di Creazzo, il primo ad innamorarsi di questo prodotto tipicamente vicentino fu Johann Wolfgang Goethe, durante la tappa a Vicenza del viaggio in Italia che il poeta tedesco intraprese nel 1786.

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Broccolo di Bassano PAT Veneto

Il cavolo “broccolo” appartiene alla famiglia delle Crucifere e ha una grande varietà di biotipi. È molto coltivato in Veneto, Lazio, Campania, Calabria; si ritiene sia una pianta di origine italiana. Nella zona di Bassano viene coltivato da secoli e sebbene non siano disponibili attestazioni documentali che ne dimostrino la presenza storica nella zona, vi sono testimonianze che confermano la tradizionale diffusione di questa coltura.

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Ellenistica, arte

L’arte ellenistica rappresenta un periodo di grande innovazione e diversificazione nell’arte antica, caratterizzato da un realismo vibrante, un’espressività emotiva e una sperimentazione stilistica. Le opere di questo periodo non solo riflettono la complessità e la ricchezza della cultura ellenistica, ma hanno anche lasciato un’eredità duratura che ha influenzato profondamente l’arte romana e, di conseguenza, tutta l’arte occidentale successiva.

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Broccoletto di Custoza PAT Veneto

Il “broccoletto di Custoza” conserva un legame antico con l’ambiente geografico in cui è inserito; questo legame è motivato da fattori pedoclimatici e umani. L’impronta pedoclimatica contribuisce in qualità e sostanza nella coltivazione di questo ortaggio, che trova nel territorio di Custoza, caratterizzato dalla presenza di terreni di origine morenica, l’habitat perfetto per lo sviluppo e il mantenimento di una lunga tradizione. La capacità, affinata con gli anni, e trasmessa “da padre in figlio”, ha permesso di poter lavorare ancora oggi un prodotto genuino che mantiene le proprie tipicità e storicità. Ad oggi, abbiamo testimonianze di produttori che coltivano questo ortaggio da più di 50 anni.

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STEM in Italia, il numero di laureate sfiora il 40%, ma c’è ancora troppo “gender gap” in Europa

I dati si riflettono anche sul mercato del lavoro: le donne occupano il 22% dei posti tecnologici nelle aziende europee. L’Italia è tra i Paesi dell’UE con la presenza più elevata di donne laureate nei campi STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), insieme a Romania, Polonia e Grecia. Nella penisola, infatti, è stato registrato un aumento significativo del numero di laureate STEM, con una quota del 39% rispetto al totale delle lauree.

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Aleotti, Giovanni Battista

Giovanni Battista Aleotti è stato un architetto, ingegnere e scenografo di grande talento e innovazione. Le sue opere, che spaziano dall’architettura teatrale alle strutture difensive e ai progetti idraulici, riflettono la sua vasta competenza e la sua capacità di combinare estetica e funzionalità. Il suo contributo all’architettura rinascimentale e barocca, in particolare attraverso il Teatro Farnese, lo ha reso una figura di spicco nella storia dell’architettura italiana.

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Alemám Rodrigo

Rodrigo Alemán è stato un maestro della scultura rinascimentale, le cui opere continuano a essere ammirate per la loro bellezza e complessità. La sua abilità nel lavorare il legno e nel creare figure realistiche ed espressive ha lasciato un’impronta duratura nell’arte sacra spagnola. Oggi, i suoi capolavori, come il coro della Cattedrale di Toledo, sono considerati tra le opere più importanti della scultura rinascimentale in Europa.

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Bisi de Peseggia PAT Veneto

La tradizione dei “bisi” nell’orto primaverile dei contadini veneti non ha certo bisogno di essere ricordata o dimostrata; il pisello, subito dopo le primissime “insalatine” era il primo, il più pregiato e atteso prodotto della nuova stagione. Nella zona di Peseggia da molto tempo è oggetto non solo di autoconsumo, come altrove, ma anche di mercato, pur nei limiti di una produzione di nicchia. Tutti gli anni, da oltre un quarantennio, tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno, nell’omonima località si tiene la tradizionale “Sagra dei Bisi”. “Pesegja grasie i to bisi i xe pi dolsi d’un baso” è il motto che accompagna la manifestazione, frase che la tradizione del luogo attribuisce a un non meglio identificato doge veneziano e ora rappresenta lo slogan di presentazione del prodotto. di giugno, ed è scalare come la fioritura. Il pisello viene quindi collocato in cassette e avviato alla commercializzazione.

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