Patata di Posina. PAT Veneto

La tradizione e la fama della “patata di Posina” va di pari passo con quella dei fagioli della vallata. Si tratta di produzioni sviluppatesi dove le condizioni di scarsità di terreno coltivabile e di profondità dello stesso, consentivano la coltivazione di pochissime colture per la sopravvivenza delle comunità locali. La coltivazione di questa patata è annoverata in una pubblicazione del 1885 (estratto dell’Ateneo Veneto del dott. Pasqualigo) tra le produzioni oggetto di commercio con le vallate di Terragnolo. Inoltre è citata, nel 1962, da Eugenio Candiago nel suo libro sulla gastronomia vicentina ove si legge “Particolarmente pregiate le patate della Val di Posina per il loro gusto”. Si dice che negli anni ’30 la patata ed il fagiolo di Posina fossero quotati in borsa merci.

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Patata di Montagnana PAT Veneto

È uno dei prodotti più noti e amati che compaiono sui nostri piatti; coltivata ovunque e in grande quantità. Nelle campagne venete la patata venne introdotta, soprattutto per merito delle attività sperimentali condotte dai fratelli veronesi Pietro e Giovanni Arduino, nel XVIII secolo. Nella zona di Montagnana ha trovato clima e terreni adatti alla sua coltivazione che avviene, in maniera estensiva, da circa un secolo.

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Rucola selvatica, Diplotaxis tenuifolia L. DC.

La Diplotaxis tenuifolia è una pianta versatile che unisce un alto valore gastronomico e nutrizionale a una grande importanza ecologica. La sua coltivazione è semplice e gratificante, rendendola una scelta eccellente per orti domestici e giardini sostenibili. Oltre a deliziare il palato con il suo sapore piccante, la rucola selvatica contribuisce alla salute e al benessere, nonché alla conservazione della biodiversità.a le piante selvatiche e quelle coltivate.raordinario di come le piante possano offrire molteplici benefici.

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Ambrogio di Baldese

Ambrogio di Baldese non è un artista molto noto al di fuori dei circoli specializzati nella storia dell’arte medievale fiorentina. Tuttavia, il suo lavoro contribuisce alla comprensione dell’evoluzione dell’arte gotica in Toscana e rappresenta un tassello nella complessa trama dello sviluppo artistico fiorentino. Anche se non raggiunse la fama dei suoi contemporanei più celebri, come Giotto o il Maestro della Maddalena, le sue opere sono comunque una testimonianza del fervore religioso e artistico della Firenze del XIV secolo.

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Patata di Chioggia PAT Veneto

Nel Veneto la patata viene per la prima volta piantata nell’orto botanico di Padova. Molti agronomi, geologi e botanici si interesseranno alla sua coltivazione che rimase, in quegli anni, solo oggetto di curiosità nel mondo accademico. In laguna, un’interessante prova di coltivazione si svolse nell’isola della Giudecca nel 1816 a opera di un veneziano (P. A. Zorzi) che, per conto del governo austriaco di Venezia, sperimentò positivamente l’adattabilità della coltura al nostro ambiente. Nonostante le prove di coltivazione e l’interesse degli austriaci alla diffusione della Solanacea, alla patata nelle nostre campagne in quell’epoca viene ancora preferita la semina del mais da polenta, alimento base della dieta veneta dell’Ottocento e dei primi decenni del novecento. Grazie alle storiche tradizioni orticole della zona litoranea di Chioggia, la “patata di Chioggia” ha assunto nel tempo una notevole importanza. La sua coltivazione ha origini storiche certe, anche se elementi documentali risalgono solo alla fine degli anni ‘70 e si riferiscono ai dati statistici rilevati dal Mercato alla produzione di Brondolo.

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Patata di Cesiomaggiore PAT Veneto

La storia della patata dalla fine dell’800 agli inizi del XIX secolo è caratterizzata da pressioni padronali volte ad estendere tale coltura, a scapito del granoturco; da sperimentazioni da parte degli organismi preposti per individuare gli aspetti tecnici e agronomici atti a migliorarne la coltivazione; da impulsi di natura ideologica, legati alla politica autarchica del regime fascista, mirati allo sviluppo della produzione di patate da seme e all’incremento della produzione nazionale con patate di “gran reddito” (non importa se straniere). Sono proprio le prime sperimentazioni condotte a Feltre e a Belluno ad indicare, nelle zone vicine a queste città, rispettivamente Ponte nelle Alpi e Cesiomaggiore, possibili aree per la coltivazione della patata.

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Bergognone, Ambrogio da Fossano detto il

Ambrogio da Fossano, il Bergognone, ha lasciato un segno duraturo nell’arte religiosa del Nord Italia. Sebbene non abbia raggiunto la fama di altri contemporanei come Leonardo da Vinci, il suo lavoro rimane un esempio importante del passaggio tra il tardo gotico e il primo Rinascimento in Lombardia. Le sue opere, molte delle quali conservate nelle chiese per cui furono originariamente create, continuano a essere apprezzate per la loro bellezza spirituale e la loro maestria tecnica.

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Patata di Bolca. PAT Veneto

Bolca, da sempre, è stato un territorio silvo-pastorale. Dal Rinascimento, sono iniziate le coltivazioni di cereali mentre, come tradizione, la patata è entrata nella cultura gastronomica locale agli inizi dell’Ottocento. Qui la patata ha trovato un ambiente di coltivazione particolarmente favorevole, sia per le dotazioni dei terreni, d’origine vulcanica con detriti basaltici, sia per l’altitudine e le caratteristiche ambientali. Il regio Prefetto Luigi Sormani Moretti, nella sua monumentale opera “Monografia della Provincia di Verona” (Firenze 1904) indicava l’areale di Vestenanova particolarmente adatto alla coltivazione della patata.

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Sentiero Italia CAI Toscana ed Emilia Romagna 23 Lago Santo Parmense – Passo della Cisa

Lago Santo Parmense – Passo della Cisa Dal Rifugio Mariotti si costeggia la sponda sud del Lago Santo Parmense lungo il sentiero 723, che si è percorso in discesa nella tappa precedente; raggiunta la Pineta del Lago Santo si prosegue lungo il sentiero 729 che, superato il Lago Padre, raggiunge la conca dell’alta Val Braiola in cui si trova la Capanna Roberto Schiaffino o del Braiola. Seguendo in discesa il sentiero 727, in breve si raggiunge il bivio che ci permette di agganciare il 727A che si segue in salita fino alla Foce del Fosco. Aggirato in tal modo il Monte Orsaro si prosegue in discesa e poi in quota il sentiero 725 fino alla Bocchetta del Tavola da cui si guadagna ancora il sentiero 00 che ci permette di raggiungere le inattese praterie del Monte Tavola per poi scendere al Passo del Cirone. Da qui si procede lungo lo 00 fino alla destinazione di tappa: attraversata la provinciale SP 42 si asseconda il sentiero verso il Monte Borgognone che si aggira e, continuando per sterrata, si lambisce il Monte Beccaro per poi salire in vetta al Monte Fontanini.

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Quali paesi possono diventare le super potenze energetiche a idrogeno?

Il cambiamento climatico e gli impegni a zero netto stanno accelerando il passaggio dai combustibili fossili ad alternative come l’idrogeno pulito.
La corsa è in corso per adottare le tecnologie dell’idrogeno, con alcuni paesi che si posizionano per diventare le superpotenze dell’idrogeno di domani.
L’idrogeno non è un sostituto diretto di carbone, petrolio e gas naturale, ma può aiutare a decarbonizzare parti dell’economia.

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