– L’importanza dell’acqua
La gestione delle acque sotterranee si propone di monitorare i prelievi e la qualità di questa risorsa, oltre a intervenire sugli effetti che tali prelievi hanno sugli ecosistemi, sulle acque superficiali, sulla subsidenza del suolo e altro ancora. Uno degli elementi principali della gestione delle acque sotterranee è probabilmente il monitoraggio dell’area geografica e della quantità di prelievi idrici dagli acquiferi. La messa a punto dei diversi strumenti di gestione delle acque sotterranee può avvenire solo a seguito della creazione di strutture giuridiche e istituzionali dotate dell’autorità necessaria per l’utilizzo e l’applicazione di tali strumenti. Tuttavia, non tutte le procedure di gestione sono a carico dei governi. Le comunità e/o gli stessi utenti potrebbero scegliere di gestire in modo indipendente la collocazione dei pozzi e i prelievi.
L’approccio più sostenibile e conveniente in termini di costi per la gestione della qualità delle acque sotterranee consiste nel garantire una protezione adeguata, evitando la contaminazione. Questo risultato può essere conseguito attraverso una mappatura delle vulnerabilità, la creazione di aree di protezione delle acque sotterranee e la pianificazione dell’uso dei terreni. Un’attenzione particolare deve essere dedicata alla gestione congiunta di acque superficiali e sotterranee, come pure alla possibilità di sviluppare soluzioni “basate sulla natura”.
Un approccio integrato tra gestione ambientale, gestione dell’uso dei terreni e gestione di spazi e risorse del sottosuolo costituisce un elemento essenziale nel quadro di una gestione integrata. La ricarica gestita degli acquiferi (MAR nell’acronimo inglese) costituisce un approccio che permette di integrare le dighe di stoccaggio con la ricarica delle falde acquifere, rappresentando così un’alternativa conveniente in termini di costi che riduce al minimo l’evaporazione e gli impatti ambientali. La MAR può essere utilizzata anche per la conservazione di acque meteoriche urbane e di acque riciclate non utilizzate, che possono essere messe a disposizione per un utilizzo produttivo a seconda delle necessità. A livello di bacino idrografico, la MAR può essere utilizzata per preservare i flussi ecologici e salvaguardarne la disponibilità, regolando il deflusso idrico in un corso d’acqua.
La messa a punto dei diversi strumenti di gestione delle acque sotterranee può avvenire solo a seguito della creazione di strutture giuridiche e istituzionali dotate dell’autorità necessaria per l’utilizzo e l’applicazione di tali strumenti
Negli ultimi 60 anni il ricorso alla MAR è aumentato di 10 volte, ma c’è ancora un notevole spazio per un’ulteriore espansione, dagli attuali 10 chilometri cubi all’anno a una cifra prossima ai 100 chilometri cubi all’anno.
Gli acquiferi transfrontalieri
Gli acquiferi transfrontalieri comprendono un flusso naturale di acque sotterranee che attraversa i confini internazionali. Le misure prese in merito a detti acquiferi in un paese, ad esempio in relazione a elevati quantitativi di prelievi o alla contaminazione, possono avere un impatto significativo al di là della frontiera. La gestione degli acquiferi transfrontalieri risente spesso della mancanza di un impegno istituzionale o dell’insufficienza di risorse per raccogliere le informazioni necessarie, soprattutto a livello locale.
Il coordinamento, l’armonizzazione e la condivisione di dati costituiscono il primo passo verso la cooperazione tra paesi confinanti. Si tratta di interventi necessari per giungere a un accordo su un modello concettuale affidabile in relazione agli acquiferi, prerequisito essenziale per la formulazione di piani di gestione. L’inclusione di considerazioni di genere nel quadro della cooperazione transfrontaliera può generare opportunità per il consolidamento di una gestione delle acque sotterranee più equa dal punto di vista sociale.
Sebbene il diritto internazionale in materia di risorse idriche fosse stato inizialmente concepito per le acque superficiali, sempre più spesso gli acquiferi transfrontalieri sono stati presi in considerazione in accordi di cooperazione sulle risorse idriche di portata più ampia, formulati per i bacini idrografici transfrontalieri. Tutto ciò evidenzia una crescente consapevolezza dell’importanza degli acquiferi transfrontalieri.
Iniziative di cooperazione scientifica nel quadro di progetti tecnici sugli acquiferi transfrontalieri sono presenti ovunque nel mondo. Si tratta di iniziative che possono avere obiettivi differenti: alcune sono incentrate sulla valutazione scientifica congiunta, mentre altre si propongono di affrontare la gestione di problematiche specifiche. In questi casi, organizzazioni regionali, internazionali e donatori possono svolgere un ruolo particolarmente rilevante, soprattutto quando i paesi interessati presentano dislivelli in termini di competenze, conoscenza e informazione, oppure in caso di mancanza di fiducia.