Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
I bulbi sono provvisti di spicchi (o bulbilli) nel numero variabile tra 14 e 18, di sapore acre, di dimensioni medie e grosse (ovvero con diametro massimo della sezione equatoriale non inferiore a 40 mm), compatti e di forma regolare senza difetti qualitativi; la tunica esterna del bulbo e quelle che avvolgono ciascuno spicchio devono essere completamente secche e di colore bianco;
La messa a dimora dei bulbilli deve essere effettuata nel periodo compreso tra il 20 settembre e il 20 novembre e preferibilmente nel mese di ottobre, impiegando semente (bulbilli) certificata appartenente esclusivamente alle varietà «Ottolini» o «Serena». La semina deve essere effettuata in modo da non superare la densità massima d’investimento di 270.000 piante per ettaro. La maturazione fisiologica dell’aglio bianco piacentino inizia normalmente fra il 20 giugno e il 15 luglio, conseguentemente la raccolta si conclude, di regola, verso la metà del mese e non oltre il 30 luglio.
Tradizionalità
Nel Piacentino, fino al XIX secolo, la coltivazione dell’aglio riguardava orti familiari. Le più antiche notizie statistiche relative alla produzione di pieno campo di aglio nell’area risalgono al 1922. Nel 1947 si costituì a Piacenza il Consorzio Provinciale Orticoltura avente un proprio marchio commerciale ed una specifica Sezione Economica Produttori di Aglio, il S.E.P.A., che da subito si distinse principalmente per l’esportazione di tale prodotto verso gli Stati Uniti. Nel corso degli ultimi trenta anni la coltivazione di aglio bianco piacentino ha assunto una posizione di notevole importanza, occupando il 10% circa della superficie nazionale investita ad aglio, con una produzione media annua di circa 3.000 tonnellate. Dal 1978 a Monticelli d’Ongina si svolge ogni anno una manifestazione-convegno dedicata all’Aglio bianco, ed in particolare alle varietà locali (Ottolini e Serena).
La consolidata tradizione della coltivazione dell’aglio consentì di fare un lunghissimo e certosino lavoro di miglioramento varietale, culminato con la selezione della locale varietà di aglio «bianco Piacentino», riconosciuta il 6 gennaio 1982 con il Decreto di iscrizione della denominazione varietale nel Registro delle varietà di Allium sativum L.. Nel 1983 venne ufficializzata la certificazione varietale e sanitaria ENSE di aglio «Piacentino bianco» da seme. Successivamente, con decreto del 9 aprile 2004, è stata rinnovata l’iscrizione al registro nazionale delle varietà con la nuova denominazione “Ottolini”.
Territorio di produzione
Comuni della provincia di Piacenza; comprende l’intero territorio dei comuni di Besenzone, Cadeo, Calendasco, Caorso, Castelvetro Piacentino, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Monticelli d’Ongina, Piacenza, Podenzano, Pontenure, Rottofreno, Sarmato, San Pietro in Cerro, Villanova; parte del territorio dei comuni di Agazzano, Alseno, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gazzola, Ponte dell’Olio, Rivergaro, San Giorgio Piacentino, Vigolzone.
Ricotta PAT Emilia Romagna
Siero derivante dalla lavorazione dei pecorini e delle caciotte. Ha consistenza fondente, quasi lattiginosa, non grumosa, non pastosa, di colore bianco. Il siero viene trasferito in caldaia e riscaldato a 80-90°. Si ottiene per affioramento; dopodiché si procede alla formatura in appositi stampi.