Tra natura e mito
Siamo sulla costa che va dalla Torre dello Zancale, di Marina di Camerota, a Scario nel Golfo di Policastro: dal 2009 Area Marina Protetta della Campania.13,808 km di costa in cui si concentrano insenature, grotte, spiaggette, rade, sorgenti d’acqua sottomarine: Grotta Azzurra, Grotta del Noglio, Cala Bianca, Grotta degli Infreschi, la Piscina degli Iscolelli, la Sorgente di Santa Caterina, la Cappella di San Lazzaro, le spiaggette della Masseta, l’orto botanico naturale del Marcellino, sono alcune delle tappe da non perdere.
Benvenuti nella costiera dei miti, dove l’antica Grecia incontra una natura selvaggia, rigogliosa di profumi e sapori, culla della dieta mediterranea. Visitandola avrete l’imbarazzo della scelta tra coste incontaminate, dove cantavano le sirene di Ulisse, grotte da esplorare, colline profumate di cedro ed ulivi da attraversare lungo le antiche mulattiere. L’Area Marina Protetta è suddivisa in zone a diverso grado di tutela (A – B – C), nelle quali l’attività umana è regolata da divieti e permessi per assicurare al meglio le esigenze di conservazione dell’ambiente naturale con l’uso sostenibile delle risorse offerte dal territorio.
La Costa e le Grotte sottomarine
La costa è caratterizzata da alte falesie calcaree interessate da intensi fenomeni di carsismo e, quindi, dalla presenza di molte grotte sottomarine. Un aspetto davvero singolare di quest’area è la roccia carbonatica che poggia su strati vulcanici più profondi. Del resto, a circa 40 miglia dalla costa, lungo la “linea dei vulcani” – che congiunge l’Etna al Vesuvio, passando per le isole Eolie e il Cilento -sorge il monte Palinuro, che è uno dei più grandi edifici vulcanici sottomarini ancora attivi nel bacino del Tirreno, alto più di duemila metri, la cui cima è ad appena 65 m sotto la superficie del mare. Le biocostruzioni del coralligeno, presenti lungo le falesie della costa, costituiscono l’analogo mediterraneo delle più note scogliere coralline tropicali (coral reef) e sono popolate da una grandissima varietà di organismi con strutture e gusci calcarei (melobesie,spugne, madrepore, gorgonie, serpule, briozoi, ascidie, etc.) che ospitano cernie, corvine, saraghi, dentici, astici, aragoste, gamberi, etc. Per la spettacolarità dei colori degli organismi che le popolano sono l’ambiente preferito dai sub.
La Posidonia Oceanica
è da sottolineare anche la presenza di vaste praterie di Posidonia Oceanica, tra le cui foglie si rinviene la “nacchera” (Pinna nobilis), specie protetta di mollusco bivalve, indice di un buon stato di conservazione delle praterie. In particolare, nelle aree di levante di Porto Infreschi è stato rinvenuto un “campo” particolarmente intenso di questi grandi bivalvi, forse nucleo relitto di una popolazione una volta ben più diffusa nei posidonieti dell’intera area.
Perché in alcune aree sono vietati gli ancoraggie l’uso di lenze?
Sia le biocostruzioni carbonatiche sia le praterie sottomarine svolgono un ruolo molto rilevante per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta ed è quindi importante evitarne il danneggiamento, con ancoraggi ed uso eccessivo di lenze. Le biocostruzioni carbonatiche sono tra le principali “trappole” marine di anidride carbonica e gas serra che stanno provocando il surriscaldamento del pianeta; mentre le praterie sottomarine, oltre a produrre grandi quantità di ossigeno, in parte ceduto all’atmosfera, con le loro radici imbrigliano i sedimenti, contrastando l’erosione dei litorali.
Le risorgive marine di acqua dolce
Un’altra particolarità di quest’area è la presenza di numerose polle e risorgive marine di acqua dolce, alcune delle quali hanno una temperatura molto bassa (da cui il nome “infreschi”), mentre altre sono a temperatura elevata, per gli effetti del vulcanesimo degli strati più profondi.
Fonte @Parco Nazionale del CIlento Vallo di Diano e Alburni
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