Area Naturale Marina protetta Isola dell’Asinara

Fonte e per approfondimento Area Marina Protetta Isola Asinara

L’Isola dell’ Asinara si trova di fronte alla Punta di Capo Falcone, estremo lembo a nord-ovest della Sardegna, appena distanziata dalla piccola Isola Piana. Geograficamente è compresa tra punta Salippi, l’estremo sud orientale, e punta dello Scorno, che segna l’estremo limite settentrionale. La sua posizione, in continuità con l’Isola madre, e la sua forma a lieve arco, concorrono a chiudere a nord-ovest il grande Golfo che da essa prende il nome. L’Area Marina Protetta circonda l’Isola dell’Asinara e ha un’estensione di circa 108 km2.

L’area marina, così come quella terrestre, è suddivisa in zone con un diverso grado di protezione ambientale: zona A, di riserva integrale; zona B, di riserva generale; zona C, di riserva parziale.

Le zone A, dove l’accesso è completamente interdetto, sono localizzate in tre aree: nel tratto di mare compreso tra Punta dello Scorno e Punta del Porco, nel tratto di mare compreso tra Punta l’Arroccu e Punta Galetta e il tratto di mare compreso tra Punta Pedra Bianca e Punta Agnadda. Le zone A coprono circa il 5% dell’intera area protetta, mentre la Zone B e C coprono, rispettivamente, 65% e il 30% dell’Area Marina Protetta.

Comuni interessati

L’area Marina protetta “Isola dell’Asinara” fa parte del territorio del Comune di Porto Torres. Essa tuttavia influisce su un’area vasta che comprende i comuni che si affacciano sull’omonimo Golfo, in particolare i comuni di Stintino, Sassari e Sorso.

Beni di interesse culturale e paesaggistico

L’ambiente marino costituisce per l’Asinara un elemento di notevole interesse scientifico e naturalistico. Per la particolare conformazione dei fondali presenta una grande eterogeneità di macro e microambienti, ma possono essere distinti due versanti principali in base alle caratteristiche morfologiche e di esposizione:
– il versante occidentale, caratterizzato da ripidi pendii che continuano nella parte sommersa; la morfologia del fondo marino è costituita da falesie ricche di anfratti, canali e spaccature, la piattaforma in alcuni punti sprofonda raggiungendo rapidamente la profondità di 50 m. In tutto il versante occidentale sono da ricordare alcuni singolari paesaggi vegetali, dominati da grandi alghe brune di origine atlantica, quali Cystoseira, Sargassum, Dictyopteris e Phyllariopsis;
– il versante orientale, caratterizzato da coste basse, discende gradualmente fino ad una profondità massima di 50 m che viene raggiunta ad una distanza di circa 3 miglia dalla costa. Il fondo è costituito prevalentemente da un basamento formato da scisti e attraversati da filoni, vene di quarzo e da substrati incoerenti formati da sabbie grossolane di detrito organogeno, da cui emergono frequentemente grossi affioramenti rocciosi.

Archeologia immersa ed emersa

Età romana
L’isola fu abitata in epoca romana ed era in stretto contatto con la vicina colonia di Turris Lybissonis, l’odierna Porto Torres. A testimonianza di ciò si possono prendere in considerazione diversi relitti di navi romane, individuati attorno all’isola. Uno di questi è stato rinvenuto nella rada della Reale. il suo carico era costituito prevalentemente da anfore contenenti pesce e salse di pesce, alla base dell’alimentazione del tempo. Il relitto è ora visibile a pochi metri di profondità, a breve distanza dal molo di Cala Reale.

Necessità di conservazione


Per quanto riguarda le comunità zoo e fitobentoniche, il piano sopralitorale presenta la tipica strutturazione del Mediterraneo nord-occidentale, mentre nel mediolitorale la comunità biologica assume estremo interesse per la presenza di due specie di particolare rilevanza naturalistica: l’alga rossa incrostante Lithophyllum lichenoides (L.) e Patella ferruginea (Gmelin).
In AMP sono state inoltre rilevate estese praterie della pianta marina Posidonia oceanica, specie, questa, che caratterizza un habitat estremamente importante in termini di consolidamento del sedimento, ossigenazione dell’acqua e biodiversità.
A livello dei rizomi possono essere riscontrate specie di ambienti più profondi. Fra queste spicca il bivalve Pinna nobilis (specie di interesse comunitario e oggetto di studi specifici da parte del Parco).
L’habitat a Posidonia oceanica è inserito nell’Allegato I della Direttiva Habitat come habitat prioritario, la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione.
Per maggiori informazioni su L. lichenoides, P. ferruginea e P. oceanica si rimanda alla sezione ‘Ambiente e/o specie peculiari della zona’.

Flora


Oltre alle già citate L. lichenoides e P. oceanica o ancora la feoficea Laminaria rodriguezii (vedere la sezione dedicata agli ambienti e alle specie peculiari della zona), in tutto il versante occidentale sono da ricordare alcuni singolari paesaggi vegetali, dominati da grandi alghe brune di origine atlantica, quali Cystoseira, Sargassum, Dictyopteris e Phyllariopsis.

Le comunità vegetali che caratterizzano i diversi piani fitali sono descritte di seguito
Piano Mediolitorale (zona che si trova tra il livello dell’alta e quello della bassa marea).
Nell’isola la variazione del livello di marea è di poche decine di centimetri per cui i limiti del piano vengono in realtà definiti dall’ampiezza del moto ondoso.
Le specie vegetali che colonizzano il mediolitorale dell’isola sono osservabili soprattutto durante il periodo autunno-invernale. Si tratta di specie stagionali che chiudono il loro ciclo biologico durante l’estate quando, in concomitanza dei lunghi periodi di calma e quindi di emersione, si registrano le condizioni più limitanti. La parte più alta del piano presenta quasi esclusivamente la feoficea incrostante Hapalospongidion macrocarpum (Feldman) León Álvarez et González. Nella parte mediana le cinture sono costituite da Nemalion helminthoides (Velley) Batters e Rissoella verruculosa (Bertoloni) J. Agardh. Queste due alghe sono state rinvenute soprattutto in siti ad elevato idrodinamismo.
Nel versante orientale vengono spesso vicariate da Enteromporpha compressa (L.) Nees e, in corrispondenza di arricchimenti organici come negli isolotti di fronte a Punta Sant’Andrea, da Scytosiphon lomentaria (Lyngbye) Link.
Nella parte inferiore del piano sono abbondanti Lithophyllum byssoides (Lamark) Foslie, la feoficea Ralfsia verrucosa (Areschoug) Areschoug, le cianoficee Rivularia bullata (De Candolle) Berkeley e Rivularia atra Roth ex Bornet et Flahault, l’ulvofocea Bryopsis muscosa Lamouroux, le rodoficee Ceramium rubrum f. typicum Reinke e Gelidium spathulatum (Kützing) Bornet.
All’interno delle grotte medio litorali sono state rinvenute Valonia utricularia (Roth) C. Agardh, Hildebrandia rubra (Sommerfelt) Meneghini e la corallinacea  Phymatolithon  lenormandii (Areschoug) Adey.


Piano infralitorale
Da un punto di vista biologico i limiti superiori di questo piano vengono indicati dalla scomparsa di Lithophyllum byssoides o dell’alga bruna incrostante Nematoderma tingitanum Schousboe ex Bornet e dalla comparsa di specie appartenenti per esempio al genere Cystoseira; il limite inferiore è invece indicato dalla scomparsa di Posidonia oceanica (L.) Delile o dei popolamenti definiti fotofili.
Fra le alghe caratterizzanti i substrati duri dei primi tre metri di profondità si ricordano Cystoseira amentacea var stricta (Montagne), Laurencia obtusa (Hudson), Jania rubens (L.) Lamouroux, Dilophus spiralis (Montagne). A partire da questa profondità si afferma una comunità, che colonizza gli ambienti maggiormente illuminati, caratterizzata da: Dictyota dichotoma, Stypocaulon scoparium (L.) Kützing, Acetabularia acetabulum (L.) Silva, Padina pavonica (L.) Thivy, Amphiroa rigida Lamouroux e Cladostephus spongiosus (Hudson) C. Agarth.  
Una seconda comunità è stata rinvenuta all’interno di anfratti e su strapiombi esposti a nord; le specie più abbondanti sono risultate Sphaerococcus coronopifolius Stackhuose, Peyssonnelia bornetii Boudouresque et denizot, Halimeda tuna (Ellis et Solander) Lamouroux, Acrosymphyton purpuriferum (J. Agardh) Sjöstedt e Plocamium cartilageum (L.) Dixon.
Fra la vegetazione che caratterizza i substrati mobili spicca la già citata Posidonia oceanica. Nelle zone più superficiali del versante orientale si affermano altre comunità rizofitiche (formate cioè da vegetazione provvista di strutture radicali) dominate da Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson e Caulerpa prolifera (Forsskål) Lamouroux.

Fauna
Per quanto riguarda le specie ittiche, all’Asinara si possono ritrovare: corvine, dentici, saraghi, spigole, scorfani, triglie e tra le altre anche esemplari di notevoli dimensioni di cernia bruna. Tra i crostacei occorre ricordare l’aragosta (Palinurus elephas Fabr.), rinvenibile nella fase adulta a profondità comprese tra 15 e 100 m e la cicala di mare o magnosa (Scyllarides latus Letr.), inserita nella lista delle specie da proteggere perché fortemente minacciata dal prelievo indiscriminato.
Infine è possibile rinvenire nelle acque prospicienti l’isola tursiopi e altri cetacei, tra i quali balenottere e capodogli, che hanno determinato l’inclusione del mare dell’Asinara all’interno del progetto internazionale di conservazione della fauna pelagica del Mediterraneo, denominato Santuario dei Cetacei.


Ambiente e/o specie peculiari della zona
Lithophyllum lichenoides (o anche L. byssoides) è un’alga rossa calcarea, a tallo incrostante presente soprattutto nel bacino occidentale del Mediterraneo; questa specie si sviluppa generalmente su substrati duri, in un intervallo batimetrico molto ridotto. Dove le condizioni ecologiche lo permettono, quest’alga può formare delle concrezioni calcaree di notevole spessore. Le popolazioni di Lithophyllum lichenoides sono risultate sensibili a diverse forme di inquinamento superficiale del mare, mostrando una forte regressione lungo le coste del Mediterraneo, dove è ormai diventato sempre più raro ritrovare delle bioconcrezioni al massimo della loro potenzialità di sviluppo; pertanto l’alga è stata inserita nelle principali direttive di conservazione internazionali.
Patella ferruginea è una specie minacciata di estinzione a causa dell’irrazionale prelievo da parte dell’uomo, soprattutto durante il delicato periodo riproduttivo. Lo studio di definizione del Parco Nazionale dell’Asinara ha evidenziato la presenza nell’isola di entrambe le varietà, P. ferruginea lamarcki e P. ferruginea rouxi, la prima è presente soprattutto nella costa esposta ad est, mentre la seconda è maggiormente rappresentata nel versante occidentale.

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