Storia, origini e caratteristiche della bietola da costa
Il sostantivo bieta o bietola da costa (beta vulgaris) è originario della lingua celtica e vuol dire “rosso”; viene chiamata così per il colore rosso presente nella costolatura e sulla radice.
La bietola ha origini antichissime: la sua antenata era parte delle coltivazioni della preistoria, quando si diffondeva naturalmente nella zona costiera caratterizzata dalla sabbia, nell’area del bacino Mediterraneo. I Babilonesi iniziarono già 3000 anni fa a cimentarsi per sviluppare la grandezza della foglia di questa pianta. Anche le popolazioni etrusche e quelle romane la utilizzavano nelle loro pietanze.
La graduale selezione operata dall’uomo nel corso degli anni ha avuto come risultato il raggiungimento di diverse varietà di questa verdura: la bietola da foraggio, la bietola da zucchero e infine quella da orto, di cui inizialmente veniva utilizzata unicamente la foglia. Solo successivamente, all’epoca della Roma imperiale, nacque la tipologia da radice, più simile alla comune bietola rossa conosciuta oggi e a quella da costa.
La raccolta può protrarsi per tutto l’inverno. Nei climi rigidi con inverni sotto 0°C, le piante a dimora vanno protette con pacciamatura o tunnel; eventualmente si prelevano con i pani di terra e si ricoverano affiancate in cassoni freddi o in cantina.
Nel trapianto, le colture estive devono rimanere con il colletto fuori terra, mentre le colture da sverno devono essere leggermente rincalzate, o piantate in fossetti colmati poi con foglie secche. Temperature basse durante il primo periodo del ciclo causano prefioritura.
Le erbette seminate fitte e tagliate frequentemente danno un prodotto più abbondante, continuato e tenero.
Le coste si possono raccogliere staccando soltanto i piccioli più sviluppati ed esterni del cespo. Le bietole contengono tutti i principi nutritivi in dosi equilibrate, ma hanno scarso valore alimentare a causa dell’elevato contenuto di acqua.
Discreto è l’apporto di sali minerali, che si trovano concentrati soprattutto nella costa; la parte verde è meno ricca di cellulosa e quindi molto più digeribile.
Tipologia
Ortaggio da foglia
Famiglia
Chenopodiacee
Coltivazione
Annuale; occupa il terreno per 60 – 200 giorni
Clima e terreno indicati
Terreno. Le piante di bieta hanno bisogno di un suolo che dreni bene gli eccessi d’acqua, per il resto non hanno esigenze particolari. La concimazione organica è utile ma senza eccesso, conviene farla con letame maturo. Terreno medio impasto, profondo, fresco, organico; pH lievemente acido; ortaggio adattabile. Come esigienze nutritive letamazioni moderate e anticipate o terricciato in pre-semina; nitrati in copertura.
Clima ed esposizione. Le biete da taglio vogliono un clima temperato, senza eccessi di caldo. Ortaggio di elevata adattabilità. Temperatura ottimale 15 – 18°C. Resistono moderatamente al freddo purché non prolungato e possono essere danneggiate dal troppo sole estivo. Per questo a volte conviene intervenire, in inverno con coperture a tunnel o in tessuto non tessuto, d’estate con reti ombreggianti.
Come seminare le erbette
A dimora: marzo-agosto, su file distanti 50 cm; profondità di semina 3 cm; quantità di seme 1 -2 g/m²;
Diradamento: piantine alte 3 cm a 35 cm sulla fila.
In semenzaio: protetto, febbraio; all’aperto, aprile-luglio, a spaglio; profondità di semina 3 cm; quantità di seme 4 – 5 g/m²;
Trapianto: aprile-maggio; agosto; 3à giorni dopo la semina; piantine alte 15 cm con 5 foglie; a radice nuda; distanza tra le file 50 cm, sulla fila 20 cm
GERMOGLIAZIONE
4-15 giorni; temperatura ottimale 30° C; temperatura minima 10°C.
Coltivare le erbette nell’orto
Controllo delle erbacce. Come per tutte le verdure da taglio sarchiature periodiche nell’orto sono importanti per evitare che le malerbe soverchino le piantine di bieta, in particolare nei periodi in cui la pianta viene ridimensionata dal raccolto.
Irrigazione. Costanti e notevoli in ogni fase del ciclo. Durante l’estate può essere utile un’irrigazione regolare e bisogna evitare di avere un terreno estremamente arido. L’importante è non bagnare mai la pianta sulle foglie ed evitare di irrigare durante le ore più calde, altrimenti si rischia di scottare la pianta e di favorire le malattie funginee.
Pacciamatura. La pacciamatura del terreno intorno alle piante è utile, in particolare per risparmiare lavoro di sarchiatura, dove il sole batte forte meglio evitare il telo nero e scegliere piuttosto una pacciamatura di paglia o un telo in juta.
RACCOLTA
giugno-dicembre; nei climi miti fino a maggio; 60-70 giorni dopo la semina; scalare per circa 7 mesi: le coste in base allo sviluppo dei piccioli, recidendo al colletto; le erbette con frequenza sopra il colletto.
Rotazione
coltura sarchiata; non segue né lo spinacio e neppure la barbabietola.
Consociazione
Non consigliabile
Principali avversità e difesa bio
La bieta è una pianta poco affetta da malattie e raramente attaccata da insetti nocivi, questo la rende una coltivazione molto interessante per chi coltiva con metodi biologici e per chi è un principiante in fatto di orto.
Malattie. Le erbette possono essere soggette a malattie funginee, in particolare l’oidio (o mal bianco), il marciume radicale e la peronospora. Tuttavia si tratta di una coltivazione che si ammala abbastanza di rado a condizione che si coltivi nel modo giusto. Per prevenire le malattie bisogna evitare ristagni idrici, quindi lavorare bene il terreno, e irrigare nel modo giusto, senza eccessi e senza bagnare le foglie. Nell’ottica di una coltivazione biologica è utile anche un controllo frequente, eliminando con tempestività eventuali piante malate in modo che non diffondano il contagio. Il macerato di equiseto distribuito a spruzzo nei mesi primaverili è un’ulteriore pratica di prevenzione naturale che risulta utile.
Insetti. Sono pochi i problemi a livello di parassiti che interessano la bieta, lo sfalcio periodico delle foglie per il raccolto riduce molti problemi, l’avversità più tipica sono le lumache che si mangiano le foglie.
Coltivare le erbette in vaso
Il poco spazio che richiedono le erbette le rendono adatte alla coltivazione in vaso. Si richiede un contenitore di profondità minima 20 centimetri, sono ottimi vasi rettangolari tipo classiche fioriere, che consentono di seminare una fila di biete. La coltura sul balcone non differisce da quella nell’orto anche se le bietole in vaso richiedono regolari innaffiature.
Come raccogliere le erbette
Le erbette si raccolgono a pianta formata, in genere si aspetta almeno un mese dalla semina, come tutte le verdure da foglia non esiste maturazione: si può sempre prendere le foglie. Ovviamente bisogna evitare di menomare la pianta troppo piccola. Il metodo di raccolta è molto semplice, si taglia alla base del cespo cogliendo tutte le foglie. Se si vuole accelerare il raccolto successivo si possono lasciare i ricacci centrali che restano più piccoli, cogliendo sempre a partire dalle foglie esterne (vedi mungitura degli ortaggi da foglia). Tra un raccolto e l’altro passano in genere circa tre o quattro settimane.
Porro
Il porro (Allium porrum) è una pianta orticola della famiglia delle lilliacee, molto interessante da coltivare per via dei suoi numerosi utilizzi in cucina e perché si raccoglie quasi tutto l’anno ed è quindi perfetto come ortaggio invernale, resiste bene al gelo in un periodo in cui l’orto resta spesso vuoto.
Scorzonera e Scorzobianco
La scorzobianca, Tragopogon porrifolius, e la scorzonera Scorzonera hispanica (COMPOSITE), sono ortaggi antichi, poco conosciuti al grande pubblico, e apprezzati per le loro radici. La scorzobianca e la scorzonera, anche se appartengono a specie differenti, hanno uguali esigenze colturali.
Cavolfiore
I cavolfiori sono uno dei principali ortaggi della famiglia dei cavoli (scientificamente dette piante brassicacee o crucifere). Si tratta di una coltivazione interessante, che non può mancare in un buon orto biologico, anche perché questi cavoli non temono il freddo: il cavolfiore può occupare le parcelle dell’orto anche nei mesi autunnali quando le varietà seminabili…
Valeriana o soncino
La valeriana è un’insalata molto coltivata negli orti famigliari perché ha una buona resistenza al freddo ed eventualmente viene bene anche sotto tunnel o serra fredda, si tratta quindi di una coltivazione ottima per i mesi invernali, inoltre si può far crescere facilmente anche in terrazzo sul balcone ed è molto semplice come ortaggio.
Peperone
Il peperone (Capsicum L.) è un genere di piante della famiglia delle Solanacee originarie delle Americhe e coltivate in tutto il mondo. Il genere, oltre ai peperoni più famosi, comprende varie specie di peperoni piccanti, ornamentali e dolci.
Piselli
Diverse migliaia di cultivar diverse sono conosciute nel mondo. Il Catalogo europeo delle specie e delle varietà autorizzate alla coltivazione (aggiornato a settembre 2008) comprende 1390 varietà, di cui 514 per i piselli da foraggio e 776 per i piselli orticoli. Sono state ottenute trentadue varietà di piselli per mutagenesi indotta, tecnica che ha permesso…