Sandro Botticelli, pseudonimo di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi (Firenze, 1445 – Firenze, 1510), è stato uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano, celebre per la sua capacità di combinare grazia e bellezza ideale con un profondo senso di spiritualità e poesia.
Botticelli si formò inizialmente nella bottega di Filippo Lippi, dal quale apprese un delicato uso della linea e una sensibilità per la rappresentazione delle emozioni. Successivamente, fu influenzato dall’opera di Andrea del Verrocchio e da artisti fiorentini come Antonio Pollaiolo. A partire dagli anni ’70 del Quattrocento, Botticelli si affermò come uno dei pittori più apprezzati a Firenze, lavorando per alcune delle famiglie più influenti della città, tra cui i Medici.
Le sue opere si distinguono per la straordinaria eleganza delle figure, caratterizzate da una linea sinuosa e armoniosa, e per l’attenzione ai dettagli decorativi. Botticelli eccelle nella rappresentazione della bellezza ideale e di temi mitologici e religiosi. Tra i suoi capolavori più celebri figurano:
- La Primavera (circa 1480): una celebrazione della rinascita e della natura, dove figure mitologiche danzano in un paesaggio fiabesco.
- La Nascita di Venere (circa 1484-1486): una delle opere più iconiche dell’arte occidentale, che rappresenta la dea Venere emergere dal mare su una conchiglia, simbolo di bellezza e amore.
- L’Adorazione dei Magi (più versioni, tra cui quella del 1475-1476): una composizione religiosa ricca di dettagli e di ritratti della società fiorentina.
Nella sua fase tarda, influenzato dalla predicazione del frate domenicano Girolamo Savonarola, Botticelli abbandonò i temi mitologici per concentrarsi su opere religiose dal tono più austero, come le serie di pale d’altare e i dipinti devozionali.
La sua eredità artistica è vasta. Dopo un periodo di relativo oblio, Botticelli fu riscoperto nel XIX secolo dai preraffaelliti e dai simbolisti, che ammiravano la sua capacità di rappresentare la bellezza ideale e la spiritualità con una delicatezza unica. Oggi è considerato uno dei simboli del Rinascimento italiano e uno dei maggiori interpreti della cultura e della sensibilità fiorentina del Quattrocento