Burrata di bufala PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

La burrata di bufala è un formaggio fresco a pasta filata lavorato a latte crudo, non stagionato, farcito con panna e straccetti di mozzarella di bufala; è simile alla mozzarella ma ha una consistenza molto più morbida e filamentosa. Si presenta come un piccolo sacco dalla superficie liscia di colore bianco lucente; pesa circa 400 g e si caratterizza per il sapore dolce e burroso.

METODO DI PRODUZIONE

Si raccoglie il latte bufalino di due munte, quella serale, che viene refrigerata, e quella del mattino. Il latte viene filtrato con un telo e non è sottoposto ad alcun trattamento termico. Si addiziona al latte fresco il siero-innesto della lavorazione del giorno precedente, acidificato per 24 ore e il caglio liquido. Dopo 45 minuti dal momento dell’aggiunta del caglio a 36-37°C, la cagliata si rompe con dimensioni del coagulo a noce. I grumi si lasciano riposare nel siero per 5 minuti e spurgare su una tavola per 10 minuti. A questo punto, per ottenere il sacchetto che conterrà la burrata, si fa maturare la cagliata a temperatura ambiente per alcune ore sul tavolo. La filatura si efettua con l’uso di acqua bollente e la forma a sacca si ottiene manualmente. In seguito, si riempie l’involucro con panna bovina e pezzetti di mozzarella di bufala, il tutto viene rassodato sotto un getto di acqua fredda corrente. La burrata di bufala così ottenuta è immersa in salamoia per 12 ore. Si conserva per 24 ore in frigorifero a 6-8°C.

CENNI STORICI

Antico prodotto, legato alla trasformazione del latte di bufala. Non si hanno notizie certe sull’origine della produzione che, però, senza dubbio è legata all’allevamento delle bufale nelle paludose pianure costiere del versante tirrenico del Lazio. Si tratta di un prodotto tipico della cultura contadina, refrattaria allo spreco e avvezza al riutilizzo di ogni avanzo di produzione. L’idea nasce dalla necessità di riutilizzare i ritagli minuti di pasta filata che residuano dalla lavorazione delle mozzarelle di bufala. Si pensa, così, di unire questa pasta “stracciata” con crema di panna fresca e di richiudere il tutto all’interno di un contenitore anch’esso commestibile fatto della stessa pasta. Oggi questo formaggio dall’irresistibile succulenza è mantenuto in vita solo dalla produzione di pochi caseifici.

Territorio di Produzione

Provincia di Roma, Latina e Frosinone

Torroncini di Alvito PAT Lazio

Torrone di piccole dimensioni a pasta dura o morbida, ricoperto di ostia o da codetta di cioccolato, lavorato in numerosi modi differenti. Del Torroncino di Alvito se ne producono tre tipologie: “classico”, “pasta reale” e “croccantino”. Gli ingredienti base sono: mandorle, nocciole, cioccolato, zucchero caramellato, cioccolato fondente, miele, cannella, aromi naturali, glassa di fragola ed…

Continua a leggere

Serpentone alle mandorle di Sant’Anatolia PAT Lazio

Secondo la leggenda le origini di questo dolce, risalirebbero al 400 d.C., periodo successivo al Martirio di Santa Anatolia avvenuto nel 249 d.C. Risulta, infatti, dai documenti storici che la santa fu chiusa dentro un sacco insieme ad una moltitudine di serpenti velenosi ma il giorno successivo, uscì miracolosamente indenne. Nelle rappresentazioni artistiche dell’epoca, tuttora…

Continua a leggere

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *