Bustrengo PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Roma

bustrenga, bustrèng, bostrengo.

La materia prima è costituita dal pane grattugiato cui vengono aggiunti farina bianca e zucchero olio extra vergine, uova, latte, uva passa, noci, scorza di limone grattugiata. Si mette a bagno il pane grattugiato in una capace ciotola con il latte e lo zucchero, unire le uova, la farina gialla e la farina bianca sempre mescolando, l’olio le noci e l’uva passa preventivamente ammollata. Dopo aver mescolato bene il composto per renderlo omogeneo e di giusta consistenza, lo si adagia in una tortiera precedentemente unta che si farà cuocere a 180° per 45 minuti in forno. Per le cotture sul focolare si impiega la “rola”, larga teglia rotondeggiante in rame provvista di coperchio .

Tradizionalità

Il bustrengo è un dolce povero che affonda le sue origini nel medioevo e che tuttavia, nei secoli si è arricchito di altri ingredienti, nostrani o esotici, fino a raggiungere non l’identità di una consolidata ricetta ma il volto di tantissime preparazioni dolce o salate nelle quali, comunque, finiva sempre quel che c’era nella dispensa di casa. Dolce o salato il bustrengo rimane comunque una torta di origine contadina. Si può considerare una delle preparazioni tra le più tipiche e affascinanti, nata con lo scopo di recuperare il pane raffermo per trasformarlo in delizia per il palato. Solo in poche zone della Romagna è rimasta viva la tradizione del Bustrengo salato, con formaggio da utilizzare come piatto unico

Il bustrengo era un mangiare tipico della romagna; i suoi ingredienti variano da zona a zona a seconda dei prodotti a disposizione. I più ricchi erano quelli della pianura poiché le colture erano più variegate ed abbondanti; si impoverivano man mano che si saliva in montagna. Nella Valle del Marecchia il principale ingrediente era la farina di castagne; nelle valli dell’Uso e Savio si usava la farina di ceci; in pianura e nella media collina la farina di grano e la polenta.

Referenze bibliografiche

  • Ercolani L. “Vocabolario romagnolo-italiano, italiano-romagnolo” edizioni Del Girasole, Ravenna 1971, pag. 915.
  • Artusi P. “La scienza in cucina e l’arte di mangire bene” collezione “I Garzanti-Vallardi” Aldo Garzanti Editore, Milano 1978, pag. 448, testo conforme alla XIV edizione dell’opera stampata nel 1910.
  • Quondamatteo G. “Dizionario romagnolo (ragionato)” Tipolito “La Pieve” Villa Verucchio 1982, Volume 1°- pag. 288.
  • Marziani, P. Meldini “La Cucina Riminese tra terra e mare”- Panozzo editore.
  • Autori vari “Mangiare in Romagna Cultura, ricette e tradizione” editori Province di Rimini, Forlì- Cesena e Ravenna.

Territorio interessato alla produzione

Provincia di Rimini

Spongata di Reggio Emilia PAT Emilia Romagna

E’ un prodotto tipico dell’arte culinaria nobile della zona di Reggio Emilia. E’ un dolce antichissimo, di origine medioevale. La ricetta più antica di cui si ha conoscenza è quella attribuibile al convento delle Benedettine fin dal 1480. Nell’archivio di Stato di Modena vi è, come riporta lo Spinelli, il “Libro di spesa fatto per…
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Pera Scipiona PAT Emilia Romagna

Varietà di pera originaria dell’Inghilterra, da dove sarebbe stata introdotta in Romagna alla fine del XVIII secolo, ad opera del conte faentino Scipione Pasolini Zanelli. Tuttavia, i pomologi italiani di fine Ottocento non riscontrarono pere simili a Scipiona in Inghilterra, mentre da più parti si sono notate somiglianze con materiale francese, ed in particolare la…
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Trippa di manzo alla piacentina PAT Emilia Romagna

Trippa di manzo, fagiolini bianchi di Spagna, lardo, burro, aglio, due coste di sedano, una carota, una cipolla, salvia, alloro, prezzemolo, salsa di pomodoro, vino bianco secco, sale, pepe. Si risciacqua ripetutamente in acqua corrente la trippa, poi la si taglia a fettucce larghe 1cm circa. Si mette tutto in un recipiente di terracotta unitamente…
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