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Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Il termine Cacchiarelle, attribuito alle pizze bianche prodotte a Montelibretti, deriva dal fatto che il fornaio “strappa” dall’impasto di ultima lievitazione, una porzione di pasta localmente chiamato “cacchio”. L’impasto, preparato rigorosamente con la “biga”, viene modellato e schiacciato con le mani, riposto nelle teglie e cotto nel forno a legna. La crosta è di colore dorato chiaro con aspetto irregolare e gibboso.
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METODO DI PRODUZIONE
Le Cacchiarelle si preparano con il lievito naturale, allestito con due porzioni dell’impasto del giorno precedente, arricchito con acqua, 20 g di lievito di birra e farina. Dopo una fermentazione di 24 ore, l’impasto viene lavorato a mano o nell’impastatrice fino ad ottenere un aspetto omogeneo e asciutto. Segue una lievitazione di 2-3 ore a temperatura ambiente. Dall’impasto vengono poi recuperate porzioni di pasta di 1,3-1,4 kg, amalgamate ulteriormente a mano, disposte sulle tavole di legno e coperte con dei teli di cotone o di juta e lasciate lievitare per 2 ore circa. Recuperato, poi, un altro pezzo di impasto, chiamato “cacchio”, questo viene lavorato e schiacciato con le dita fino a conferirgli una forma allungata. La cottura avviene nel forno a legna per qualche minuto.
CENNI STORICI
Tradizionalmente le Cacchiarelle venivano cotte al forno a legna prima della cottura del pane casereccio di Montelibretti; lo scopo principale era quello di verificare se il forno era sufficientemente caldo e pronto per la cottura del pane. La denominazione deriva dal fatto che la massaia recuperava con le mani un pezzo di pasta pane detto appunto “cacchio” che lavorava con le mani allungandolo e schiacciandolo. Le Cacchiarelle rappresentavano un gustoso alimento sia per la prima colazione che per il pranzo, condite generalmente con pomodoro ed alici.
Territorio di produzione
Montelibretti (ROMA)
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