Calabria, terra di agrumi, tra i quali si conservano ancora tante accessioni dello storico patrimonio varietale dell’agrumicoltura italiana: in provincia di Cosenza si sta cercando di portare alla luce l’arancia di Trebisacce, paese della Calabria ionica, probabilmente un ecotipo del gruppo Biondo Comune, che aveva caratterizzato l’agrumicoltura storica italiana e che si era diversificata in una miriade di tipi ecologici.
Il tipo in esame rientra nel Biondo calabrese per distinguerlo da altri che, dalla Campania al Gargano e alla Sicilia, si erano adattati ai variegati ambienti di coltura italiani. Con l’epiteto “biondo”, colore della buccia, si sono intesi tanti tipi di arancia, frutto di una lunga selezione dei contadini; su questi tipi di arancia raramente c’è stata convergenza di interpretazione. La disomogeneità è talmente elevata che si tende a parlare di una vasta aggregazione all’interno della quale si trovano anche le varietà di antica origine; inizialmente queste contenevano tanti semi che progressivamente sono stati ridotti con la coltivazione selettiva.
Con Biondo comune si è così voluto distinguere il gruppo più diffuso, con un numero ridotto di semi. A Trebisacce gli agrumeti rappresentavano la principale risorsa del settore agricolo ed erano alla base dell’economia locale. Dalle informazioni raccolte, l’arancia di Trebisacce ha tutte le caratteristiche di un genotipo locale sia per la forma ovoidale sia per l’epoca tardiva di maturazione. La tradizione colturale, infatti, ha accentuato quest’ultima caratteristica lasciando il frutto sulla pianta fino a giugno/luglio senza che le proprietà organolettiche subissero variazioni: un modo strategico di conservazione del frutto che potrebbe essere una possibile alternativa alle moderne e costose tecniche quali la catena del freddo.
Nonostante la selezione abbia ridotto la quantità di semi per tutti i biondi, essi sono ancora in numero eccessivo in quasi tutti gli ecotipi: ciò spiega l’abbandono dell’agrumicoltura storica garganica, nella quale si è coltivato per secoli solo ed esclusivamente Biondo Comune. Per la lunga azione colturale cui è stato sottoposto, si rinvengono altri ecotipi di Biondo, tra i quali si distingue l’Arancia Squacciata, quasi meliforme, classificata da uno studioso locale (Del Viscio, 1900) come “depressum” Riss., secondo la classificazione di Antoine Risso di Nizza, il primo studioso che si è cimentato nella classificazione degli agrumi.
Anche in questa arancia il carattere agronomico più evidente è l’epoca tardiva di maturazione (aprile), la lunga persistenza sull’albero che permetteva e permette raccolte (o conservazioni) prolungate nel tempo.
Tutti i Biondi sono particolarmente succosi, ideali per le spremute. Il Biondo di Trebisacce, come tanti altri, rischia l’estinzione perchè sono pochissimi i produttori, per lo più anziani, che però ne conoscono le tecniche colturali. A Trebisacce c’è il proposito di attivare un consorzio con il marchio, ma stenta a decollare.
Vincenzo Arvia, docente di scuola media, ha coinvolto in un progetto didattico gli alunni della scuola S.Giovanni Bosco e della Sandro Pertini di Trebisacce. E’ questa una testimonianza del valore anche didattico dei frutti antichi e del ruolo, affatto secondario, che possono avere le scuole per lo studio, per la conservazione e la valorizzazione dei frutti.
Referente: Vincenzo Arvia di Trebisacce, presidente dell’Associazione culturale “Vacanzieri insieme attraverso l’Italia”, (vincenzo@vacanzierinsieme.org).
Fonte @ISPRA Quaderni Natura e Biodiversità – Frutti dimenticati e biodiversità recupera
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1.1 I frutti antichi nella letteratura – ViVi Green
1.2 L’Italia crocevia di migrazioni frutticole – ViVi Green
1.3 Le varietà tradizionali nella storia agronomica italiana – ViVi Green
1.5 La coltura promiscua, la base strutturale della diversità frutticola – ViVi Green
La coltura promiscua, base strutturale della diversità frutticola, sta a indicare la presenza di più specie nella stessa unità colturale, struttura tipica delle agricolture tradizionali. A partire dal periodo dell’anteguerra si può notare come la coltura promiscua ceda il posto in breve tempo alle cosiddette colture specializzate con progressione quasi matematica
1.6 I frutti antichi, risorse per un’agricoltura sostenibile – ViVi Green
1.7 I frutti antichi e i cambiamenti climatici – ViVi Green
1.8 I frutti antichi e il paesaggio – ViVi Green
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La frutta antica è anche argomento di numerosi progetti didattici maturati in ambito scolastico, nonché di molti convegni sulla biodiversità tanto che, non mancano occasioni per sollevare il problema della salvaguardia di questo prezioso materiale genetico attraverso mostre mercato.
2.0 Testimonianze di frutti antichi nelle regioni italiane – ViVi Green
PIEMONTE Castagno di Mindino – ViVi Green
LOMBARDIA Fico brianzolo bianco – ViVi Green
LIGURIA Olivo di Sanremo – ViVi Green
Questo olivo antichissimo si trova in provincia di Imperia nel comune di Sanremo in località il Poggio, presso Villa Minerva. Si tratta di un esemplare unico sia per le sue grandi dimensioni che per l’età; è fra i più vecchi della Liguria ed è caratterizzato da un’antica ceppaia da cui si dipartono due grandi tronchi.
VALLE d’AOSTA Vite di Farys – ViVi Green
Trentino Alto Adige Vite di Prissiano – ViVi Green
FRIULI VENEZIA GIULIA Pero da Sidro – ViVi Green
Varietà di pera molto antica, prodotta da grandi alberi dalla chioma voluminosa, coltivati vicino alle case dei contadini friulani, ove ancor oggi se ne possono trovare diversi esemplari. Presso la stazione ferroviaria di Camporosso, in provincia di Udine, la strada è fiancheggiata da peri secolari di dimensioni ragguardevoli che ne fanno un bellissimo viale
VENETO Pero festaro – ViVi Green
TOSCANA Uva Vecchia – ViVi Green
UMBRIA Olivo di Trevi – ViVi Green
Olivo millenario che vegeta nel comune di Trevi in provincia di Perugia, località Bovara. Questa pianta è conosciuta anche come Olivo del Vescovo od Olivo di Sant’Emiliano, a memoria del martire che la leggenda racconta sia stato legato al suo tronco e poi ucciso, nel 303 d.C..
MARCHE Mela Uncino – ViVi Green
ABRUZZO Pera trentatré – ViVi Green
MOLISE Mela Limoncella – ViVi Green
In questa regione si può raccogliere una testimonianza della diversità della melicoltura storica italiana e in particolare di quella che caratterizzava le aree interne dalle Marche alla Puglia. La mela in questione è la Limoncella tipica del Molise.
LAZIO Uva pergolese di Tivoli – ViVi Green
CAMPANIA Pera Lardara – ViVi Green
BASILICATA Arancia staccia – ViVi Green
CALABRIA Arancia di Trebisacce – ViVi Green
SICILIA Uva di Corinto – ViVi Green
Il frutto antico, degno di nota, è un vitigno conosciuto come uva di Corinto. È un vitigno bianco, legato alla provincia di Catania e in particolare al comune di Belpasso, dove è stato ritrovato dal ricercatore Alfio Bruno, membro dell’Associazione Patriarchi della Natura. Si tratta di un’uva antichissima ritenuta estinta dagli esperti già da secoli.