Caratteristiche botaniche:
Nome comune: Calicanto
Sul calicanto d’inverno esistono alcune leggende che vogliono sottolineare la natura straordinaria di questa pianta.
La prima è legata alla nascita del calicanto. In un freddo giorno d’inverno, un piccolo pettirosso, stanco e infreddolito, vagava cercando riparo in un ramo per potersi riposare e proteggere dal freddo. Ma tutti gli alberi che incontrava durante il volo, si rifiutavano di dargli ospitalità. Il pettirosso stremato giunse nei pressi di un calicanto il quale, alla vista del piccolo uccellino decise di dargli riparo e con le sue ultime foglie ingiallite provò a scaldarlo. Il Signore, che aveva visto il bel gesto, volle ricompensare la pianta di calicanto, facendo cadere sull’albero una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il calicanto fiorì in inverno.
Famiglia: Calycanthaceae
Pianta monoica/dioica: monoica
Portamento: arbustivo
Foglie: caduche, semplici, con lamina ovata o ovato-lanceolata con apice acuto e margine intero, di colore verdastro e sono ruvide al tatto
Fiori: ermafroditi, isolati o riuniti in gruppi di due, posti lungo tutto il rametto, i fiori sono larghi circa 2 cm, di colore giallastro con sfumature rossastre e sono tipicamente ed intensamente profumati
Frutti: achenio lungo alcuni centimetri, ovoidale – allungato e tomentoso (verde poi brunastro)
Periodo di dispersione del polline: G F M A M G L A S O N D
Impollinazione: entomofila
Una seconda leggenda che arriva fino a noi e che sottolinea la natura quasi magica di questo arbusto, ci racconta la storia di un bambino tanto malato che per guarire, aveva bisogno di un fiore. Ma era inverno, i giorni del gelo, il periodo in cui tutti i fiori debbono ubbidire alla grande “legge del sonno”. La madre disperata supplicava: “Alberi del mio giardino, vi ho sempre trattati con cura. Datemi un fiore per il mio bambino. “ Ma gli alberi indifferenti dormivano e quelli che si svegliavano borbottavano: “Chi ha fretta di fiorire, ha fretta di morire”. Soltanto una pianticella, tutta coperta di bottoncini scuri, tentava di aprire le sue gemme per esaudire il desiderio della giovane mamma. Il gelo infuriato subito le gridò: “Vuoi disubbidire alla grande legge del sonno? Morirai!” Ma una luce brillò e la pianticella si coprì di fiori profumatissimi. Era nato il calicanto, il fiore che non ha paura del gelo. E la mamma, felice, lo portò al suo bambino che immediatamente guarì.
L’ultima leggenda è quella che lega il Calicanto d’Inverno al Natale. Era una notte fredda di dicembre di tanti, tanti anni fa e tutto il mondo dormiva. Gli uomini dormivano nelle loro case. Gli animali dormivano nelle loro stalle, molti erano in letargo, nelle loro tane. Le piante avevano già fatto cadere le foglie per poter riposare meglio durante tutto l’inverno. Solo una piantina di calicanto aveva sbagliato stagione: si era svegliata mentre tutti dormivano ed aveva caricato i suoi rametti di fiori. Vicino a lei c’era una grotta dentro la quale avevano trovato rifugio un uomo, una donna e un bambino appena nato. Tutto ad un tratto dalla grotta si udì il vagito di un bambino. Incuriosita, la piantina decise di allungare i suoi rametti dentro la grotta per vedere chi c’era all’interno. Timidamente il calicanto guardò il bambino, non voleva farsi vedere, per non disturbare: ma Gesù, questo era il nome del bambino, vide il calicanto e sorrise. La pianta non sapeva cosa donare al bimbo per ricambiare il bellissimo sorriso: aprì allora i petali dei fiori per dimostrare la sua gratitudine ed immediatamente un profumo soave si sparse per tutta la grotta. Il Bambino Gesù sorrise ancora e da quel giorno il calicanto fiorisce tutti gli anni per Natale.