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La cappella Niccolina è un ambiente affrescato nel palazzo Apostolico in Vaticano da Beato Angelico e aiuti (tra cui Benozzo Gozzoli), tra il 1447 e il 1448 circa. Si trova nella parte più antica del palazzo, nella torre di Innocenzo III, vicino alle Stanze di Raffaello, ed era la cappella privata degli appartamenti di Niccolò V.
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Beato Angelico venne chiamato a Roma nel 1445 da papa Eugenio IV, che lo aveva conosciuto personalmente nei suoi nove anni di soggiorno a Firenze. Del periodo tra il 1445 e il 1446 non restano tracce documentarie del lavoro dell’artista, che dovette riguardare una cappella nell’antica basilica di San Pietro, poi distrutta. Con l’elezione al soglio pontificio di Niccolò V (6 marzo 1447) sono registrati tre ordini di pagamento (datati dal 9 maggio al 1º giugno 1447) relativi agli affreschi della cappella privata del papa, forse iniziati già sotto Eugenio IV.
Nell’estate del 1447 l’Angelico ed i suoi collaboraori ricevettero una dispensa per recarsi temporaneamente a lavorare ad Orvieto, nella Cappella di San Brizio, dove lasciarono due affreschi in altrettanti spicchi della volta, per fare ritorno a Roma a metà settembre. Entro la fine del 1448 la decorazione della cappella doveva essere terminata e il 1º gennaio 1449 l’Angelico ricevette la commissione di un nuovo lavoro, la decorazione del perduto studio-biblioteca di Niccolò V, che forse era attiguo alla cappella e che era probabilmente opera meno estesa e impegnativa, terminata entro il ritorno dell’artista a Firenze, nei primi mesi del 1450.
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Gli affreschi della cappella Niccolina sono caratterizzati da figure solide, gesti pacati e solenni, e un tono generale più aulico dell’abituale sinteticità meditativa dell’artista. Essi sono profondamente diversi da quelli del convento di San Marco a Firenze (1440-1445 circa), per via della ricchezza di dettagli, di citazioni colte e di motivi più vari ispirati a principi di ricchezza, complessità compositiva e varietà.
Come è stato acutamente fatto notare da studiosi come Pope-Hennessy, le differenze non sono però da imputare a uno sviluppo nello stile dell’autore, quanto piuttosto alla diversa destinazione della decorazione: in San Marco gli affreschi dovevano accompagnare ed aiutare la meditazione dei frati, mentre in Vaticano essi dovevano celebrare la potenza e la vastità degli orizzonti intellettuali del papato, nell’impresa di rinnovare i fasti dell’antica Roma dopo il disastroso abbandono della città durante la cattività avignonese.
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Lo stile della cappella Niccolina sembra dopotutto preannunciarsi nelle vivaci narrazioni della predella della Pala di San Marco (1440-1443 circa) o in altre opere anteriori, magari predelle o opere minori, dove l’artista aveva potuto dare un più libero sfogo al proprio estro creativo.
FONTE @wikipedia
La bella giardiniera – Raffaello
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Immersa in un ampio paesaggio lacustre dall’orizzonte particolarmente alto, punteggiato da alberelli e da segni della presenza umana, si trova la Madonna seduta su una roccia, con appoggiato alle gambe Gesù Bambino; san Giovannino si trova inginocchiato a destra, mentre dirige uno sguardo intenso a Gesù.
Il Ratto di Proserpina di Bernini
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Gian Lorenzo Bernini, uno dei maestri indiscussi del periodo barocco, ha creato un capolavoro senza tempo con la sua scultura “Il Ratto di Proserpina”. Quest’opera, completata tra il 1621 e il 1622, è un inno alla forza espressiva e alla maestria tecnica di Bernini, offrendo una visione straordinaria della mitologia romana. Il “Ratto di Proserpina”…
Villa Giulia a Roma: Esplorando l’Eleganza Rinascimentale
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Villa Torlonia è una delle ville nobiliari romane più recenti, circondata da un giardino paesistico all’inglese esteso su una superficie di circa 132.000 mq, e ricca di edifici ed arredi di interesse artistico. La sistemazione della residenza avvenne all’inizio dell’Ottocento per mano dell’architetto Giuseppe Valadier che su commissione della famiglia Torlonia convertì l’edificio padronale in…