Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
Coltivato con il sistema dell’interramento, che fa diventare il gambo bianco e lo rende più tenero e dolce. Fondamentale è la tecnica di interramento dell’ortaggio: si lega il cardo in un unico fascio, si scava una buca accanto alla pianta e, con un deciso colpo di vanga vicino alla radice, si fa inclinare il cardo dentro la buca, ricoprendo infine con la terra la parte centrale dei fusti e lasciando scoperta la cima. Il ciuffo che rimane fuori serve a mantenere viva l’attività metabolica della pianta. E’ un processo che richiede tempo, ma che alla fine dà un prodotto di alta qualità. La definizione di gobbo è originata proprio dall’antica pratica del ripiegamento verso terra della pianta che diventa curva, quindi “gobba”.
Tradizionalità
E’ originario del Mediterraneo. Era coltivato già al tempo degli antichi Romani. Plinio nella sua “Storia Naturale”, lo annovera fra gli ortaggi pregiati. Come cardo gigante avorio senza spine pieno, la prima notizia appare su di un catalogo di sementi del 1951. Nel 1960, stesso catalogo, appare già come Gigante di Romagna, senza spine costa larga piena, bianco avorio, quindi l’apparizione del nome avviene in questo decennio, presumibilmente nella nostra zona litoranea. Questa tipologia di prodotto ha fatto la sua comparsa ufficiale intorno agli anni cinquanta, anche se il cardo in Romagna è coltivato da tempo indefinito, perché costituiva uno dei prodotti invernali dell’orto familiare.
Referenze bibliografiche
- Manuali Hoepli, D. Tamaro, “Orticoltura”, Milano 1920;
- Premio nazionale “Cesare Zucchini”, M. Pantucci, “Valorizzazione industriale dei prodotti ortofrutticoli”, Tip. Neri, Bologna 1931;
- Catalogo SAIS sementi, da 1951 a 1972.
Territorio di produzione
Area costiera della Romagna, in particolare provincia di Ravenna