Emilia Romagna
ANGURIA REGGIANA IGP

La coltivazione dell’Anguria inizia con la semina, che si svolge da Gennaio a Maggio. In seguito, le piantine sono trapiantate o in pieno campo o nel tunnel piccolo, da Febbraio a Giugno. I terreni coltivati sono concimati in base al fabbisogno specifico della pianta e alla conformazione del terreno. Quando i tegumenti esterni dei frutti sono duri, privi dello stato gelatinoso e con una polpa di colore rosso, le angurie sono arrivate al grado di maturazione commerciale e potranno essere raccolte. La fase di raccolta è realizzata con il classico strumento chiamato “roncola” e si realizza con 3 stacchi, o al massimo 10. Infine, l’anguria è stoccata in azienda, in spazi adeguati e ombreggiati per non subire nessun tipo di conservazione forzata che ne alteri le qualità.

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ANGURIA REGGIANA IGP

Emilia Romagna
PERA DELL’EMILIA ROMAGNA IGP

La Pera dell’Emilia Romagna è coltivata in terreni la cui densità è fino ad un massimo di 6.000 piante per ettaro. Il disciplinare prevede che vi siano tre diverse modalità di coltivazione: la “Palmetta”, la “Y” e il “Fusetto”. La raccolta si effettua dopo la maturazione e il periodo cambia in base alle varietà. I frutti sono raccolti a mano e la resa unitaria massima è di 550 quintali per ettaro per tutte le cultivar ammesse.

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PERA DELL’EMILIA ROMAGNA IGP

Emilia Romagna
PESCA E NETTARINA DI ROMAGNA IGP

Le forme di allevamento ammesse, in volume, sono riconducibili al vaso e vasetto ritardato e sue modificazioni; in parete le forme utilizzabili sono la Palmetta e il Fusetto e loro modificazioni. Le pratiche colturali debbono comprendere almeno una potatura invernale e interventi di potatura al verde a seconda delle esigenze delle piante. La produzione unitaria massima è di 350 q.li ad ettaro per tutte le cultivar ammesse.

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PESCA E NETTARINA DI ROMAGNA IGP

Emilia Romagna
CILIEGIA DI VIGNOLA IGP

La Ciliegia di Vignola è coltivata in varie forme di allevamento come la “palmetta libera”, “bandiera”, “vaso basso”, “vaso ritardato” e “fusetto”, con densità del terreno fino a 2000 piante per ettaro. La concimazione prevede l’azoto, l’anidride fosforica e l’ossido di potassio. Le piante sono potate tutto l’anno ed è ammessa la copertura dei fruttiferi con teli di plastica per prevenire il cracking, ossia il fenomeno della spaccatura dei frutti indotto dalle piogge. Le varietà precoci sono raccolte dal 1° maggio al 30 giugno, le varietà medie dal 15 maggio al 15 luglio e le tardive dal 25 maggio al 30 luglio.

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CILIEGIA DI VIGNOLA IGP

Emilia Romagna
AMARENE BRUSCHE DI MODENA IGP

I metodi di coltivazione sono quelli tradizionali della zona e hanno lo scopo di conferire alle amarene le particolari caratteristiche organolettiche per le quali sono famose. Le piante sono poste tra i filari a 4 metri di distanza in modo che siano ben illuminate dai raggi del sole. Le pratiche chimiche di diserbo e di inerbimento sono sempre consentite senza alterare la qualità della pianta. La raccolta avviene nel mese di luglio e viene effettuata a mano o con l’ausilio di attrezzi meccanici. I frutti vengono poi sottoposti al processo di lavorazione, snocciolati e quindi addizionati di saccarosio. Non sono ammessi altri zuccheri.

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AMARENE BRUSCHE DI MODENA IGP

Emilia Romagna
MARRONE DI CASTEL DEL RIO IGP

I terreni dove si coltiva il Marrone di Castel del Rio si trovano ad un’altitudine che varia dai 200 agli 800 m. Per la concimazione del terreno, il disciplinare vieta la somministrazione di fertilizzanti e ogni tipo di forzatura. Ogni anno la regione, a seconda dell’andamento stagionale e delle condizioni ambientali di coltivazione, fissa annualmente in via indicativa la produzione media unitaria del “Marrone di Castel del Rio” e la data di inizio delle operazioni di raccolta. Infine, per aumentarne la serbevolezza, i Marroni sono sottoposti al procedimento di “curatura” e immessi al consumo.

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MARRONE DI CASTEL DEL RIO IGP

Campania
OLIVA DI GAETA DOP

Quando l’oliva è allo stadio di piena maturità, raggiunto quando l’epicarpo è nero brillante, può essere raccolta anche con l’ausilio di mezzi meccanici. Dopo la raccolta, le olive sono sottoposte al procedimento di lavorazione e inserite in contenitori pieni d’acqua fino all’inizio della fermentazione con un raggiungimento in discesa di un pH uguale o inferiore a 4,5. La resa massima di produzione delle olive è 7 tonnellate per ettaro di oliveto.

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OLIVA DI GAETA DOP

Campania
MARRONE DI SERINO – CASTAGNA DI SERINO IGP

Il Marrone di Serino è coltivato secondo le modalità stabilite dal disciplinare. In particolare, per alimentare il terreno è utilizzato il concime organico. La raccolta dei frutti dura dal 25 settembre fino al 5 novembre e deve essere eseguita a mano o con raccoglitrici meccaniche idonee a preservare l’integrità del prodotto. La produzione massima annua di frutti è fissata in 3 tonnellate per ettaro e, dopo la raccolta, i frutti sono immersi in acqua bollente, sterilizzati, confezionati e immessi al consumo.

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MARRONE DI SERINO – CASTAGNA DI SERINO IGP

Campania
MARRONE DI ROCCADASPIDE IGP

Per ottenere il Marrone di Roccadaspide, i terreni sono coltivati secondo la metodologia tradizionale con i criteri stabiliti dal disciplinare di produzione. Questi si trovano ad almeno 250 m di altitudine e hanno una densità non superiore alle 130 piante per ettaro. La raccolta dei frutti, effettuata nel periodo autunnale non oltre la prima decade di novembre, è eseguita a mano o con ausili meccanici purché non alterino la qualità del pericarpo. Prima di essere immessi al consumo, i Marroni sono sottoposti al procedimento della “curatura”. Il prodotto fresco può essere commercializzato entro 3 mesi dalla raccolta, mentre quello in guscio è prima essiccato.

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MARRONE DI ROCCADASPIDE IGP