Fave dei morti PAT Lazio

Prodotto dolciario di antica tradizione la cui preparazione è connessa alla commemorazione dei defunti. Un importante riscontro storico risale al 1891 nel libro “La scienza in cucina” di Pellegrino Artusi. L’autore scriveva: “Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d’orto, che si usa in questa occasione cotta nell’acqua coll’osso di prosciutto. Tale usanza deve avere la sua radice nell’antichità più remota poiché la fava si offriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava…” “Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell’inferno”.

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Falia PAT Lazio

La denominazione di Falia si affermò alla fine del XIX secolo ad indicare l’evoluzione di una pizza fatta in casa, in uso almeno dall’inizio del XVIII secolo, quando era tradizione a Priverno consumarla in campagna per il pranzo, soprattutto insieme ai broccoletti, ortaggi tipici di questa area dei Lepini. Secondo una versione popolare il suo nome deriva da una fornaia di Priverno che per la prima volta la creò, ossia del detto: “la fa Elia o Lia”; è stato poi nel tempo trasformato e pronunciato in “Falia”. Dal 1994 ogni anno, la prima domenica di febbraio, a Priverno si tiene la tradizionale Sagra della Falia coi broccoletti.

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Dolce alle fave di San Giuseppe da Leonessa PAT Lazio

La tradizionale preparazione del Dolce alle fave di San Giuseppe è legata alla figura del Santo Patrono di Leonessa. Particolare rilevanza assume la farina di fave che, associata alla farina di farro ed a tutti gli altri ingredienti, dà forma a un prodotto di particolare gusto e dolcezza. Le fave rappresentavano il vitto semplice e austero di San Giuseppe, cui si faceva ricorso soprattutto nel periodo di Quaresima. Secondo la tradizione il pane e le fave venivano offerte dal Santo ai poveri che egli incontrava durante i suoi viaggi o che visitava presso gli ospedali. La preparazione del Dolce alle fave, oggi avviene presso un’azienda di Leonessa a conduzione familiare, attiva da circa 50 anni.

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Gliu panettone di Maenza PAT Lazio

Prodotto dolciario composto da farina, uova, zucchero, poco sale, burro, latte, buccia di limone grattugiata e lievito per dolci. Dopo aver ben amalgamato gli ingredienti, l’impasto viene versato in uno stampo precedentemente imburrato e spolverato di farina. La cottura avviene in forno ben caldo per circa
50 minuti. Dolce tradizionale fatto in casa, preparato in occasione del Natale. La ricetta si tramanda da generazioni e affonda le sue radici nel ‘700. Si tratta di un “pane dolce”, un tempo riservato alle famiglie nobili.

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Corneglie di Coreno Ausonio PAT Lazio

Gli “corneglie” sono dolci di Natale tipici della tradizione di Coreno a forma di ciambella. Si portano ad ebollizione, in abbondante acqua le patate di media grandezza; una volta bollite, si stemperano in acqua fredda, senza raffreddarle del tutto, sbucciamo e passiamo allo schiacciapatate. Uniamo al composto sale, pepe e noce moscata e se gli vogliamo dolci, la scorza di un’arancia, la cannella e l’uvetta.

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Dolce di patate di Leonessa PAT Lazio

Prelibatezza della cucina leonessana, il dolce di patate ha la classica forma di un ciambellone ed è
ricco di ingredienti: cioccolato a pezzetti, uvetta, noci tritate, patate lesse, rigorosamente di Leonessa, uova e lievito per dolci. Viene prodotto lavorando il burro con lo zucchero ed aggiungendo man mano tutti gli ingredienti. Successivamente, l’impasto così ottenuto, va posto in una teglia e cotto nel forno a legna.

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Crustoli de Girgenti PAT Lazio

Dolci preparati mescolando farina, uova, zucchero, latte, grappa, sale, strutto e lievito chimico fino ad ottenere una sfoglia, da cui si ritagliano dei pezzi di forma e grandezza variabile che vengono fritti in olio extravergine e cosparsi di zucchero a velo. Si tratta di una preparazione domestica la cui tradizione, tramandata oralmente da generazioni, è legata alla ricorrenza natalizia ed ai festeggiamenti del carnevale. Il nome deriva da una località del Cicolano, Girgenti, fondata da agrigentini che avrebbero introdotto tale preparazione nella zona.

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Crostate e Paste di visciole di Sezze PAT Lazio

Crostate e Paste di visciole di Sezze presentano la medesima forma ovale o tonda e si differenziano solo per le dimensioni. Gli ingredienti e la metodologia di preparazione sono i medesimi. Composte da uova, zucchero, strutto, buccia di limone grattugiato, farina e marmellata di visciole. Uniscono alla dolcezza della pasta frolla il gusto ricco, pungente e leggermente amaro della marmellata di visciole.

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