Crostatino ripieno PAT Lazio

Si impastano farina di grano tenero, uova, zucchero, latte, olio di oliva, sugna di maiale. Si riveste con questa pasta l’interno di formelle di carta, aggiungendovi sopra marmellata di albicocche o prugne locali. Le formelle ripiene vengono messe a cuocere nel forno a legna preriscaldato per 5 minuti. Si tratta di una preparazione domestica la cui ricetta si tramanda oralmente da generazioni.

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Ciammellono dolce delle folle PAT Lazio

Ciambellone a base di uova, farina, lievito, vino, olio di semi, zucchero, latte, buccia grattugiata di limone e succo, mandorle tostate. Dall’impasto degli ingredienti si ottengono delle ciambelle che, messe in una teglia dai bordi alti e già imburrata, si passano al forno già riscaldato a 200°C per circa un’ora. Cotto nel forno a legna con fuoco di fascina, per la società contadina era il “dolce delle folle”, immancabile nei principali appuntamenti della vita comunitaria quali battesimi, cresime, matrimoni, feste familiari. Servito a fette concludeva in genere le sette portate previste per le libagioni del giorno della trebbiatura del grano.

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Ciammelle d’ova PAT Lazio

Ciambelle secche a base di uova, farina, olio, zucchero, scorza di limone grattugiata. Con tutti gli ingredienti si forma un impasto da cui si otterranno delle ciambelle che verranno versate nell’acqua bollente e lasciate lì finché non tornano a galla. Il giorno successivo, dopo alcune ore di riposo, le Ciammelle d’ova vengono cotte al forno preriscaldato a 250°C per mezz’ora, fino a doratura. Sulla tradizione ultratrentennale del prodotto sono state raccolte numerose testimonianze orali.

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Ciambelle salate PAT Lazio

La consuetudine di preparare ciambelle o “pani rituali” in occasione delle feste in onore di un santo è una tradizione molto antica, che in alcuni casi risale alle origini del Cristianesimo. Le Ciambelle salate, prodotte in alcuni comuni della provincia di Rieti nel mese di gennaio, sono dette localmente anche Coelle o Ciambelle di Sant’Antonio, perché anticamente venivano preparate in occasione della festa di Sant’Antonio, il 17 gennaio, e consegnate ai proprietari degli animali portati a benedire. Sant’Antonio Abate, santo della fertilità e dell’abbondanza, molto stimato dalle popolazioni agricole, e al centro di un culto quasi autonomo, associato ad antiche divinità pagane. La forma è data dal fatto che chi le portava le metteva al braccio. La realizzazione delle ciambelle, fatte con ingredienti molto semplici, rimanda a tempi lontani, quando ancora non si conoscevano spezie e zucchero.

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Ciambelle scottolate di Priverno PAT Lazio

Ciambelle a base di farina, zucchero, olio, acqua, ed eventualmente uova, limone grattugiato e
anice. Con tutti gli ingredienti si forma un impasto da cui si ottengono delle ciambelle che, cotte in acqua bollente per circa 5 minuti e lasciate asciugare all’aria, il giorno successivo vengono cotte al forno preriscaldato a 250°C per tre quarti d’ora, fino a doratura. Il prodotto viene preparato da generazioni secondo una ricetta tramandata oralmente.

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Ciambelle n’cotte PAT Lazio

Prodotto a base di farina tipo 00, vino rosso, olio extravergine d’oliva, sale, anice, lievito di birra e lievito naturale. L’impasto, lavorato manualmente a forma di ciambelle, viene sottoposto a bollitura in acqua per circa 10 minuti. Il sapore è salato con aroma di anice. La cottura in forno avviene a 240°C. La ricetta locale viene tramandata oralmente da generazioni.

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Ciambelle di magro di Sermoneta PAT Lazio

Ciambella a base di farina tipo 00, zucchero, olio di oliva, vino bianco, semi di anice. Tutti gli ingredienti vengono miscelati per 5 minuti nell’impastatrice, poi a mano si formano delle strisce di pasta, unite all’estremità e si cucinano in forno ben caldo (200 -260°C) per 20 minuti circa. Prima della cottura le ciambelle vengono cosparse con zucchero e cannella. Tradizionalmente consumate durante la Quaresima, oggi le Ciambelle di magro di Sermoneta si producono tutto l’anno. La mancanza di uova e latte fra gli ingredienti ne faceva un cibo “di magro” da gustare nei giorni che precedevano la Pasqua.

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