Ciambella scottolata di Cori PAT Lazio

La ricetta delle Ciambelle scottolate di Cori risale agli anni 50, ovvero da quando la signora Luisetta, con il marito Quinto Ciardi, avviarono la gestione di un piccolo forno a legna sito nel centro di Cori. È all’interno di questo piccolo forno a legna che nonna Luisetta inizia ad impastare, con i pochi ingredienti a disposizione (vino, olio, zucchero, farina, uova) piccoli dolcetti a forma di ciambella. Fra le tante ricette delle signora Luisetta scritte in un’agenda del 1973 ritroviamo la ricetta della ciambelle scottolate di Cori la cui preparazione ancora oggi avviene secondo quanto scritto nello storico ricettario che la signora Barbara Ciardi custodisce gelosamente.

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Ciambella e cornettino di Ponzano Romano PAT Lazio

Le ciambelle e i cornettini di Ponzano Romano sono il risultato di un’antica ricetta che prevede la mescolanza di ingredienti dolci e salati. Il sapore risulta essere dolce in superficie grazie alla presenza della glassa di acqua e zucchero che contrasta con il sapore salato all’interno dell’impasto. Alla degustazione l’impasto è morbido all’interno, con aroma di anice e olio extravergine di oliva e croccante all’esterno. Il colore è marrone; la forma è a ciambella con un lembo centrale (detto localmente “cacchio”)
oppure a cornettino che è una rivisitazione “moderna” della classica ciambella.

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Ciambella degli sposi di Rocca di Papa PAT Lazio

La tradizionale Ciambella degli sposi di Rocca di Papa è di media grandezza, spennellata in superficie con la chiara d’uovo e arricchita con i granelli bianchi di zucchero. Gli ingredienti per la sua preparazione sono: olio extravergine di oliva, uova, zucchero, farina, liquore anisetta e cherry stock, limone grattugiato, lievito in polvere, un pizzico di sale, bicarbonato, zucchero a granelli per la guarnizione.

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Ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano PAT Lazio

Le Ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano sono preparate con un impasto semplice e pochi ingredienti: farina 00, acqua, olio extravergine di oliva e sale. Non è prevista l’aggiunta di lievito. Il sapore è salato e ricco di olio di oliva; presenta una forma caratteristica circolare con decorazioni a mezza luna poste sopra. Attualmente vengono elaborate anche forme differenti tipo fiocchi e di dimensioni più piccole. Può essere conservata per alcuni giorni.

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Ciambelle al vino PAT Lazio

Si tratta di un dolce tipico dell’intera regione Lazio, frutto di una cucina povera e fatto di ingredienti di facile reperibilità. La ricetta, tramandata oralmente, risale ai tempi in cui il contadino si concedeva il lusso di trattenere per sé un po’ di vino per le varie preparazioni casalinghe, mentre la restante quantità era costretto a venderla per ripagare i debiti contratti durante l’anno e per andare avanti fino alla vendemmia successiva. Ne esistono due versioni, una morbida e l’altra, più classica, “a biscotto”. La tradizione fa risalire la produzione di questi gustosi dolci al 1600 quando, in occasione della vendemmia, era consuetudine onorare le mense dei nobili con i prodotti tipici del lavoro della terra

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Ciambella all’acqua di Maenza PAT Lazio

Preparate con farina, zucchero, acqua ed olio extravergine di oliva, le Ciambelle all’acqua sono da sempre consumate nei giorni di festa e tradizionalmente servite col vino. La forma è quella caratteristica della ciambella ed il colore è marrone chiaro, mentre le dimensioni variano a seconda della ricetta.

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Ciambella a cancello di Mentana PAT Lazio

Dolce povero, senza zucchero, della tradizione di Mentana che si potrebbe ricollegare a quei “pani rituali”, (di cui parla Camporesi studioso delle tradizioni popolari), frutto dell’ingegno delle massaie che, alla ricetta tradizionale del pane, hanno aggiunto, in occasione delle feste, speciali ingredienti dolcificanti quali l’anice. Le prime testimonianze storiche legate a questo prodotto risalgono alla metà del ‘700 e sono da mettere in relazione con la fondazione della Confraternita di Sant’Antonio Abate di Mentana.

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Cavallucci e pigne PAT Lazio

A Palestrina, il lunedì dopo Pasqua, non era in uso fare la scampagnata tradizionale, anzi, i fedeli erano trattenuti in chiesa per la commemorazione del Santo protettore Agapito. C’era tuttavia, come nei fuochi d’artificio, un’ultima esplosione di festa e di gioia, la domenica dopo la Pasqua: la scampagnata “allo Pisciariello”, toponimo che deriva da una sorgente e da una fontanella, a sud-est del paese. Le donne, in occasione del pranzo preparavano di tutto e di più. Certamente non mancavano i dolci per i figli: “le pupazze o le pigne” con l’uovo al centro, segno di fecondità e del perdurare della vita per le femminucce; i cavalli per i maschietti. Proprio in questa occasione entravano in scena i sensali che erano riusciti ad accasare le zitelle. Il fidanzamento veniva sugellato la domenica dopo con un pranzo del tutto particolare: “lo muzzico reconosciuto”

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Ciambella al mosto PAT Lazio

Una storia a sé, sebbene la preparazione sia la stessa della Ciambella al mosto di Marino, celebrata dal 1997, nel mese di ottobre, con l’omonima sagra. In questo caso le prime tracce si ritrovano in occasione di una visita di San Francesco alla discepola marinese Jacopa dé Settesoli. Ancora prima, si racconta (Anonimo Laziale) che quando l’imprendibile castello di Marino venne assediato da Cola di Rienzo, nel 1347, i marinesi, che avevano fatto in tempo a rifornirsi di ogni ben di Dio e non si curavano del protrarsi dell’assedio, per darne prova al tribuno e farlo desistere dall’impresa, gli inviarono fuori delle mura un muletto con due bigonce colme di Ciambelle al mosto, al che «lo tribuno una dimane per tempo levao campo».

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