Aceto di mele PAT Liguria (Axou de meie)

L’affinamento del vin de meie avviene in piccoli barili di legno (caratelli) per il completamento del processo di acidificazione.
L’aceto, il cui nome è la traduzione del latino acetum, nasce dalla fermentazione spontanea del vino o di altre bevande contenenti alcool. L’agente che determina la fermentazione è un piccolo fungo, il Mycoderma aceti.

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Campania
COLLINE SALERNITANE DOP

Quando è immesso al consumo, l’olio Colline Salernitane è di un colore che va dal giallo al verde, unito ad un sapore fruttato con una leggera sensazione di amaro misto a piccante. L’acidità massima espressa secondo i parametri del disciplinare è pari a grammi 0,70 per 100 grammi di olio. Per ottenere queste caratteristiche, i produttori seguono il procedimento di oleificazione previsto nel disciplinare di produzione. Le olive, dopo essere state raccolte a mano con ausilio meccanico, sono molite entro il giorno successivo.

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COLLINE SALERNITANE DOP

Piante dai Piccoli Frutti

Le piante dai «piccoli frutti » designa gli arbusti o liane che producono frutti piccoli. I più conosciuti sono il lampone, la fragola , il mirtillo , il ribes nero , il ribes rosso , senza dimenticare le more. Questi vegetali non sono ingombranti nel giardino. Hanno pure il vantaggio di produrre frutti dal primo anno della messa a dimora.

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Actinidia KIWI, Actinidia chinensis Pl. e Actinidia arguta

L’ Actinidia chinensis è una specie più da mercato, mentre Actinidia arguta è ornamentale. Viene diffusa in Europa a partire da metà del XX secolo.
L’Italia è l’attuale maggiore produttrice alla quale seguono Nuova Zelanda, Cile, USA, Giappone e Francia. Le regioni italiane dove è maggiormente diffusa questa coltura sono Lazio, Piemonte, Veneto e, in misura minore, Campania e Calabria. E’ una pianta rampicante e può raggiungere i 10 m.
L’apparato radicale è superficiale, il fusto presenta tralci anche molto lunghi che portano gemme miste e a legno. Le foglie sono semplici , decidue, cuoriformi con picciolo molto lungo.

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Campania
POMODORINO DEL PIENNOLO DEL VESUVIO DOP

Il Pomodorino è coltivato in pieno campo e le piante si sviluppano in verticale sostenute da paletti per non far cadere i frutti. La raccolta inizia a giugno e termina ad agosto e si realizza tagliando direttamente il grappolo. In seguito, i pomodori sono i legati tra loro con un filo, formando il “piennolo”, con questa forma, i frutti non si deteriorano e conservano le loro caratteristiche organolettiche. La raccolta è effettuata a mano, nel periodo compreso tra il 20 giugno ed il 31 agosto e la produzione unitaria massima è fissata in 25 tonnellate, rapportata ad ettaro di coltura specializzata.

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POMODORINO DEL PIENNOLO DEL VESUVIO DOP

Calabria
I SUOI VINI DOP

Bagnata dalle limpide acque del mar Ionio e del mar Tirreno è separata dalla Sicilia dallo stretto di Messina, la Calabria è una regione ricca di storia e di tradizioni, con un patrimonio culturale vastissimo. Con circa 10.000 ettari vitati, la Calabria è la quindicesima regione italiana per superficie coltivata a vite, per una estensione dei vigneti peri a quella della sola provincia di Trento , che rappresenta l’1,62% del patrimonio viticolo nazionale. Dopo anni di immobilismo, il comparto vitivinicolo Calabrese si sta rimettendo in moto, con nuove idee sulla qualità dei prodotti, l’utilizzo di moderni strumenti di marketing e comunicazione e sulla valorizzazione del ricco patrimonio di vitigni autoctoni.

La Calabria è una regione del sud Italia che gioca un piccolo ruolo nell’ambito vitivinicolo italiano, seppur negli ultimi anni la sua presenza sta pian piano crescendo grazie al lavoro di piccoli produttori intenti a valorizzare il territorio. I vigneti calabresi ricoprono circa 14 mila ettari.
La viticoltura in Calabria risale al tempo degli Enotri e Greci, nel 700 a.C.. Con l’avvento dell’Impero Romano l’attività vinicola viene completamente abbandonata, fino al Medioevo, periodo in cui ricomincia a fiorire. Nei secoli successivi la produzione di vino si riduce drasticamente, perdendo i suoi mercati di riferimento. Con l’arrivo della fillossera, nel XX secolo, il panorama viticolo cambierà radicalmente e la regione ricomincia a produrre vini di qualità con discreto successo.

I vitigni più coltivati in Calabria sono quelli a bacca rossa, che costituiscono circa il 75% della produzione. Tra tutti il gaglioppo, che copre il 40% della produzione di vini rossi, a cui seguono greco nero, manzoni bianco, magliocco canino, pignoletto, greco bianco, lacrima, malvasia bianca, alicante, nerello cappuccio, sangiovese, aglianico.
La Calabria conta 9 Denominazioni di Origine Controllata (DOC). A nord della provincia di Cosenza, troviamo la DOC Terre di Cosenza, prodotta nelle 4 tipologie rosso, rosato, bianco e spumante. A sud di Cosenza, sul lato ovest, ci sono le piccole DOC Savuto, Scavigna e Lamezia.
In provincia di Crotone, invece, sul versante est, ci sono le DOC Cirò – che può essere prodotta nella versione vino bianco da uve greco bianco, oppure nelle versioni rosso o rosato, da prevalenza di uve gaglioppo – Melissa e Sant’Agata di Isola Caporizzuto. In provincia di Reggio Calabria troviamo le DOC Bivongi, condivisa con la provincia di Catanzaro, e Greco di Bianco, vino da dessert dalle omonime uve.

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