Coppi di Langa PAT

I coppi di Langa sono biscotti secchi prodotti artigianalmente con alcuni ingredienti caratteristici della tradizione piemontese: Nocciola del Piemonte e miele millefiori da apicoltura dell’Alto Monferrato. Hanno la forma dei coppi, storicamente utilizzati come sistema di copertura dei tetti delle cascine delle Langhe e del Monferrato.
Gli ingredienti sono burro, zucchero, albume, farina di nocciole, miele, farina di frumento, polveri lievitanti e sale. I quantitativi sono gelosamente custoditi da una pasticceria di Canelli in provincia di Asti. Si producono tutto l’anno.

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Ravioles della Val Varaita PAT

Le ravioles della Val Varaita sono una sorta di gnocchi i quali, rispetto ai comuni gnocchi, contemplano la presenza nell’impasto di un formaggio fresco e morbido che tradizionalmente è il “tomino di Melle”. La loro forma è affusolata e la lunghezza faria dai 3 ai 5 centimetri, con un diametro di circa un centimetro nella parte centrale. Oltre che nella Val Varaita si preparano anche in altre vallate occitane cuneesi ma, talvolta, assumono denominazioni diverse. Generalmente si condiscono con burro ben rosolato con l’eventuale aggiunta di salvia e/o panna e una macinata di pepe.

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Fiorone di Torrecanne PAT

Fiorone di Torrecanne Si tratta di uno dei prodotti vegetali pugliesi di più “antica tradizione”, al quale sono dedicate la sagra di Pezze di Greco (che si tiene a metà Giugno), e una poesia di Andrea Conversano titolata “Allì culumbrair” (i culumbrair sono i coltivatori del fiorone).

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Farina per polenta tradizionale di Langa PAT

La polenta è prodotta con quattro varietà tradizionali di mais quali: l’ottofile, la pignolet, il Marano, la Quarantina. tutte e quattro le varietà di mais necessitano di cure maniacali nel mantenere la purezza della tipicità che si ottiene con la selezione annuale delle migliori pannocchie che vengono accantonate per essere utilizzate come seme per la successiva annata.

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Gallinaccio o Lallucce o Galletto PAT del Molise

Massa di piccole dimensioni ombrelliforme.
Cappello di 3-10 cm di diametro prima convesso, poi espanso e più o meno depresso al centro. Margini sinuosi e lobati. Cuticola, sottile variabile dal giallo vivo al giallo-arancio. La superficie inferiore è composta da pliche lamellari numerose, ramificate e anastomizzate fra loro. Il gambo risulta slanciato e spesso ricurvo dello stesso colore del cappello, la polpa è soda e compatta.

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CAPRINO VALSESIANO o CRAVA PAT

Formaggio fresco, grasso ad acidità naturale e a maturazione rapida, ha la forma di un piccolo cilindro piuttosto alto. Il peso varia dai 200 ai 500 g. La pasta è molle o semidura, il colore evolve dal bianco latte al colore paglierino con il progredire della stagionatura. L’odore è lievemente caprino e il sapore forte e piccante, che diventa molto pronunciato con l’invecchiamento. Esiste anche una versione del Caprino Valsesiano o Crava di dimensioni maggiori (anche di 2-4 kg) che mantiene la stessa tecnologia, ma con tempi di stagionatura più lunghi, quindi un formaggio “caprino” che rispecchia le tradizioni casearie di montagna con una pezzatura variabile in relazione al latte disponibile per la caseificazione.

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Barachia PAT

La barachia e una crostatina di pasta frolla dalla forma a rosetta farcita internamente con marmellata di prugne, racchiusa fra i due dischi di pasta i cui bordi vengono sollevati e sapientemente manipolati, fino ad ottenere un’artistica cornice circolare. La barachia, ricavata dalla miscelazione di farina, uova, zucchero, strutto e appunto la marmellata, presenta come prima sensazione gustativa un sapore dolce delicato che successivamente si fa a contrastare con quello agrodolce della marmellata. La conservazione può protrarsi anche per 7 giorni circa.

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U’ Zuzumaglie PAT prodotto da forno, tipico di LATRONICO

Simile al più noto “Biscotto ad otto” di Latronico, “U’ Zuzumaglie” si diversifica per la forma, le dimensioni, la consistenza e gli ingredienti. Anticamente si usava la farina di segale o lo scarto della farina utilizzata per pane e biscotti (faritieddu), sale, acqua e lievito madre. All’impasto segue la spezzatura e la formatura, poi la lievitazione che dura circa un paio di ore, la bollitura in acqua e infine la cottura in forno a legna o alimentato a legna.

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