Mirtillo rosso, Vaccinium vitis idaea L.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI:il nome “vaccinium” deriva da vacca, in quanto si tratta di una pianta di cui le mucche dei pascoli montani ne sono ghiotte. “Vitis”=vite in quanto i suoi frutti assomigliano agli acini dell’uva. “Idaea”= dal Monte Ida, a Creta. La pianta in realtà non vegeta in questo luogo, quindi si tratta di un errore eseguito nell’attribuzione del nome.

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Corniolo, Cornus Mas L

Il corniolo (Cornus mas) è un grande arbusto deciduo a più steli che a volte viene addestrato come un piccolo albero. L’abitudine di crescita è generalmente di forma rotonda o ovale. Il fogliame verde è lungo da 5-10 cm, presentandosi in una disposizione fogliare opposta. Come con altri cornioli, c’è anche una ramificazione opposta.

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Gelso nero, Morus nigra

Il Morus nigra è un albero longevo e può diventare centenario, caducifoglie e latifoglie, alto fino a 8 m, può raggiungere anche 15–20 m. È simile al gelso bianco, ma si differenzia per alcuni caratteri salienti: la foglia, pubescente nella pagina inferiore, ruvida nella pagina superiore, cuoriforme alla base. il frutto, costituito da piccole bacche carnose, che assumono a maturità un colore rosso-violaceo ed un sapore dolce. Le foglie presentano il margine dentato. La chioma è caratterizzata da rami robusti e grossolani. I frutti sono chiamati sorosi botanicamente.

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Goji, Lycium barbarum

Arbusto perenne, rustico, originario delle regioni himalayane dell’Asia, con una crescita piuttosto vigorosa. Raggiunge circa due metri di altezza e ha foglie caduche lanceolate di colore variabile dal verde brillante al grigiastro. La pianta è autofertile e ha dei fiori viola chiaro con pistilli bianchi. Dai fiori si sviluppano piccoli frutti rossi di forma ovale che raggiungono la piena maturazione alla fine dell’estate.

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Gelso bianco, Morus alba

Il gelso bianco è un albero caducifoglie e latifoglie, ad accrescimento piuttosto rapido, è longevo e può diventare secolare, alto fino a 15–20 metri, con tronco che si presenta irregolarmente ramificato, chioma densa, ampia e arrotondata verso la sommità. Presenta radici di colore aranciato carico, robuste, profonde ed espanse, poco adatte a terreni secchi e aridi, pur presentando un fitto capillarizio che gli consente di sopravvivere anche in condizioni di moderata siccità. Vegeta in luoghi soleggiati o al massimo a mezz’ombra, e necessita di ampio spazio in quanto raggiunge notevoli dimensioni. Allo stato naturale e se non capitozzato può vivere fino a 300 anni e più .

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Mirtillo nero, Vaccinium myrtillus L.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome Vaccinium ha un’origine non sicura e deriverebbe dal termine greco “vakintos” che significa giacinto a fiore blu, in riferimento al colore delle bacche. Myrtillus è invece il diminutivo di myrtus, che significa mirto, per la somiglianza delle bacche e delle foglie con quelle del mirto.

NOTE: durante la seconda guerra mondiale i piloti della RAF che mangiavano grande quantità di marmellata di mirtilli sembravano possedere una migliore vista notturna. Studi successivi hanno confermato infatti l’effetto benefico dei mirtilli sulla vista. Le foglie sono ipoglicemizzanti ed antisettiche ma il loro uso è stato abbandonato in quando possono causare gravi intossicazioni.

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Piante dai Piccoli Frutti

Le piante dai «piccoli frutti » designa gli arbusti o liane che producono frutti piccoli. I più conosciuti sono il lampone, la fragola , il mirtillo , il ribes nero , il ribes rosso , senza dimenticare le more. Questi vegetali non sono ingombranti nel giardino. Hanno pure il vantaggio di produrre frutti dal primo anno della messa a dimora.

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Corbezzolo, Arbutus unedo

Corbezzolo – Arbutus unedo Il corbezzolo è elemento caratteristico della macchia mediterranea, ove costituisce complessi puri o vive in consorzio con altri elementi termofili, così come nelle macchie a Mirto, Alloro, Leccio, Lentisco e Sughera; il suo areale va dalla Penisola Iberica e dall’Africa sino al Mar Nero. È diffuso quindi nei paesi del Mediterraneo occidentale e giunge sino alle coste meridionali dell’Irlanda. Trova un habitat ottimale nelle boscaglie, luoghi rocciosi, leccete e garighe, che in epoche interglaciali colonizzò fino a zone distanti dall’attuale areale di diffusione, così che oggi è possibile rinvenire l’ Arbutus unedo in Francia sulla costa atlantica, in Irlanda sud-occidentale ed in Italia nella valle dell’Adige e sui colli Euganei, aree che si sono mantenute come relitti. Predilige i terreni silicei e vegeta ad altitudini comprese tra 0 e 800 metri. Il corbezzolo è una pianta xerofila.

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