Epilobio, Epilobium angustifolium

Per quanto riguarda il significato, il nome epilobio deriva dalle parole greche epi, che significa sopra, e lobos, che significa baccello. Tale nome fa riferimento alla particolare conformazione dell’apparato riproduttivo femminile. Si tratta di una pianta di una certa importanza dal punto di vista storico-botanico in quanto nel 1973 il botanico Sprengel, osservandola, fu il primo a capire che l’impollinazione delle piante era effettuata dagli insetti.

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Equiseto, Equisetum arvense

Portamento: fusto verde sterile da 50 cm privo di semi e fiori. Caratterizzato da rigature e stami verticillati. Si moltiplica tramite spore diffuse da un secondo tipo di fusto, alto circa 20 cm e di colore grigio. Questo fusto, caratterizzato da uno strobilo alla sommità, compare nella base della pianta nel periodo primaverile. Dopo la caduta delle spore lo strobilo lentamente scompare e i fusti fertili diventano simili e quelli sterili.

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Eleuterocco, Eleutherococcus senticosus

Il primo nome, attribuito dai botanici russi, fu Hedera senticosa. Alcuni anni più tardi il nome fu cambiato in Eleutherococcus senticosus, anche se il nome accademico della pianta è Acantopanax senticosus, dove Acanto significa spinoso e Panax significa panacea. Popolarmente è conosciuto come Ginseng siberiano, in riferimento alle sue proprietà molto simili al Ginseng ed al luogo dove cresce. Questa pianta è stata a lungo utilizzata dagli atleti russi per migliorare le prestazioni fisiche e come integratore alimentare dagli astronauti russi durante le loro permanenze nello spazio.

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Willaerla, Glechoma hederacea

Apprezzata già nella storia, in particolar modo da Galeno che la usava per lenire le infiammazioni agli occhi. Nel 1500 questa pianta era utilizzata per curare ferite e piaghe e come rimedio per combattere la pazzia. Nell’ottocento i ricercatori confermarono le sue proprietà diuretiche ed espettoranti. Fa parte, insieme ad altre piante, della composizione del “Thé svizzero”, particolarmente indicato per ogni tipo di trauma, ma in particolare per le cadute.

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Curcuma, Curcuma longa (proprietà e benefici)

il nome deriva dalla parola araba “kurkum” che significa zafferano per colore giallo intenso del rizoma, che ricorda quello degli stimmi dello zafferano. La Curcuma è conosciuta in India fin dalla più remota antichità, infatti si trovano testimonianze del suo utilizzo già nei testi indiani dei Veda di 3000 anni fa. Al giorno d’oggi in India la Curcuma fa parte dell’alimentazione quotidiana ed è uno principali rimedi della medicina ayuverdica, secondo la quale svolge proprietà purificatrici sul corpo e viene impiegata in una grande varietà di disturbi come febbre, infezioni, artrite, dissenteria e problemi al fegato. In Occidente la Curcuma è conosciuta da molto tempo, ma non ha mai raggiunto la popolarità dell’uso in India.

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Brugo: pianta anti-aging

I fiori campanulati e ricchi di nettare del Brugo sono frequentemente visitati da api domestiche, bombi e lepidotteri tipici della brughiera. Nel periodo autunnale, il Brugo fornisce alle api importanti raccolti sia di nettare che di polline. Le api succhiano il nettare dai fiori che persistono a lungo sulla pianta e ne ricavano un miele molto scuro.
Il miele di Brugo è molto apprezzato e presenta la peculiare caratteristica di essere molto viscoso, a causa della presenza di una proteina, la cui concentrazione, nei mieli puri di Erica, può raggiungere il 2%; nella sua composizione il fruttosio (56%) prevale sul glucosio (40%).
Il miele di Brugo, già utilizzato dagli antichi Romani (Plinio lo chiamava “miele sericeo”), mostra una spiccata attività antibatterica, come riportato da numerose ricerche scientifiche.

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