Il Ratto di Proserpina di Bernini

Gian Lorenzo Bernini, uno dei maestri indiscussi del periodo barocco, ha creato un capolavoro senza tempo con la sua scultura “Il Ratto di Proserpina”. Quest’opera, completata tra il 1621 e il 1622, è un inno alla forza espressiva e alla maestria tecnica di Bernini, offrendo una visione straordinaria della mitologia romana. Il “Ratto di Proserpina” di Gian Lorenzo Bernini è un trionfo dell’arte barocca, un’opera che incanta e affascina i visitatori con la sua forza emotiva e la sua straordinaria maestria tecnica. Questa scultura rimane un testimonio immortale del genio di Bernini e della sua capacità di trasformare il marmo in una visione straordinaria della mitologia e dell’umanità

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Enea, Anchise e Ascanio di Bernini

Il Barocco italiano è caratterizzato dalla sua grandiosità, dalla drammaticità e dalla maestria tecnica, e uno dei capolavori più straordinari di questo periodo è la “Statua di Enea, Anchise e Ascanio” di Gian Lorenzo Bernini. Quest’opera d’arte cattura la grandezza dell’eroe troiano Enea, insieme a suo padre Anchise e suo figlio Ascanio, in un momento di fuga da Troia.

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La Natività di Rubens: Un Capolavoro Barocco Intriso di Emozione e Bellezza

La Natività, dipinta da Peter Paul Rubens nel primo quarto del XVII secolo, è uno dei capolavori più suggestivi e significativi dell’arte barocca. Questo dipinto, realizzato con la maestria distintiva di Rubens, incarna la fusione di abilità tecniche, intensità emotiva e un approccio innovativo alla rappresentazione di uno degli eventi più sacri nel cristianesimo.

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Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni (GE)

La chiesa di San Bartolomeo degli Armeni è stata fondata nel 1308 da due monaci basiliani provenienti dalla montagna Nera dell’Armenia meridionale, invasa dai turchi: Martino di Segarizi e Guglielmo. Venne donata loro, da Oberto Purpurerio, un’area per la costruzione di chiesa e convento. Papa Clemente, che aiutò l’Armenia promulgando una Bolla, diede il suo consenso nel 1308 alla realizzazione anche di un cimitero per i monaci e i fedeli. La prima pietra venne posta il 6 maggio del 1308 dall’Arcivescovo Porchetto Spinola.

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San Sebastiano di Guido Reni

Una delle più celebri redazioni è quella di Genova, già in collezione Brignole dal Seicento, al 1717 catalogata di mano del Reni, poi donata da Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera nonché ultima esponente del casato, ai musei di Genova nel 1889. Per lungo tempo questa redazione fu ritenuta essere il prototipo delle altre, tuttavia venne riconsiderata replica autografa di quella romana successivamente ai lavori di restauro che furono avviati su quest’ultima. Dagli stessi emerse infatti non solo la qualità eccelsa del dipinto in questione, ma anche il sigillo posto sul retro della tela capitolina riprendente lo stemma del Monte, il che certificava il pregio della collezione entro cui si trovava l’opera; questi fattori fecero rivalutare la versione romana e propendere la critica sull’idea che era quest’ultima la versione originale del dipinto.

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Gli affreschi a Würzburg di Tiepolo

Nel secondo affresco, situato sopra lo scalone di entrata, “L’Olimpo e i Continenti” il richiamo a Palazzo Clerici è ancora più specifico: qui, al centro dell’opera, “Apollo circondato dagli dei dell’Olimpo porta luce al mondo”, rappresentato dai quattro “Continenti” collocati ai bordi del soffitto. 

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Madonna delle arpie di Andrea del Sarto

Indiscussa opera cavolavoro, tra la ricchissima e meravigliosa produzione di Andrea dell’Agnolo (1486-1530) soprannominato per il mestiere del padre Andrea del Sarto, è la Madonna delle Arpie, dipinta nel 1517 ed ora presente al Museo degli Uffizi di Firenze. L’opera presenta una ricca collezione di significati complessi ed allegorici in cui i protagonisti si atteggiano in eleganti pose come quella della Vergine che con il braccio destro sostiene il bambino tenendolo accanto a se con il palmo della mano e che con l’altro braccio tiene uno dei simboli della Sapienza ovvero un libro. Alla sua destra San Francesco e alla sua sinistra San Giovanni Evangelista che tiene aperto un libro, probabilmente l’Apocalisse al capitolo nono, quello della descrizione delle cavallette, a cui probabilmente il Maestro prese a ispirazione per dipingere gli esseri mostruosi che sono presenti sulla base del piedistallo a cui si appoggia Maria, quasi sostenuta dai due angioletti semi nascosti dal piedistallo ed in ombra rispetto a tutta l’illuminazione degli altri personaggi.

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I 4 musei da vedere vicino alla stazione di Milano Centrale

La città di Milano ha davvero poco da invidiare da un punto di vista culturale alle altre città d’arte d’Italia. Per quanto la storia del capoluogo Lombardo sia meno nota di quella fiorentina, veneziana o Romana, al giorno d’oggi Milano è un epicentro culturale senza precedenti, che ha capitalizzato su di sé un’impronta storica e culturale di proporzioni impressionanti.

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La “Natività mistica” del Botticelli

La Natività mistica è un dipinto a olio su tela datato c.  1500–1501 del maestro del Rinascimento italiano Sandro Botticelli , alla National Gallery di Londra.  È la sua unica opera firmata e ha un’iconografia insolita per un dipinto della Natività . L’iscrizione greca in alto si traduce come: ‘Questo quadro, alla fine dell’anno 1500, nei guai d’Italia, io Alessandro, nella metà del tempo dopo il tempo, dipinto, secondo l’undicesimo [capitolo] di San Giovanni , nel secondo guaio dell’Apocalisse, durante la liberazione del diavolo per tre anni e mezzo; poi sarà legato nel dodicesimo [capitolo] e lo vedremo [sepolto] come in questa immagine’.  Botticelli credeva di vivere durante la Grande Tribolazione , forse a causa degli sconvolgimenti in Europa in quel momento, e stava predicendo il millennio di Cristo come affermato nel Libro dell’Apocalisse.

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