Riserva Naturale Biogenetica Gariglione Pisarello – Calabria

La Foresta ricade nella zona del Fagetum ed è proprio il Faggio la specie più diffusa in consociazione con l’Abete bianco, la mescolanza è sia a singoli pedali che a gruppi.  Evidente è l’alternanza dei cicli di produzione tra le due specie, infatti nelle zone ricoperte dove ci sono abeti adulti è il Faggio che trova condizioni ideali per rinnovarsi. L’alternanza fra le due specie sarebbe dovuta alle diverse caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche degli orizzonti più superficiali dei suoli ricoperti da Faggio e da Abete bianco. Tuttavia non è da trascurare la pressione antropica e in particolare le intense utilizzazioni dei tempi passati.

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Riserva Naturale Biogenetica Gallopane – Calabria

La Riserva si trova in Sila Grande nell’omonima località ricadente nel Comune di Longobucco, poco distate dalla strada di Fossiata. Trattasi di una foresta tendenzialmente vetusta ubicata nel cuore, dell’antica “Silva Brutia” dei romani, nella quale sono presenti piante di pino laricio di dimensioni notevoli (diametro 140 cm e con altezza 40 m, età di 180-200 anni) e di età avanzata. Altimetricamente si sviluppa tra quota 1590 m s.l.m. nella parte settentrionale e 1224 m s.l.m. nella parte opposta con un dislivello di 228 m, nel bacino del torrente Cecita.

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Carso Evaporitico e Grotte dell’Appennino Settentrionale

Questa proprietà seriale è un terreno carsico epigenico di gesso insolitamente ben conservato ed esteso. Comprende un’altissima densità di grotte: oltre 900 grotte in un’area relativamente piccola, con oltre 100 km di grotte in totale. È il primo e il meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo, con lavori accademici iniziati nel XVI secolo. Comprende anche alcune delle grotte di gesso più profonde esistenti, che raggiungono i 265 metri sotto la superficie.

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Riserva Naturale Biogenetica Cropani Micone – Calabria

Il fondo Cropani Micone fu acquistato dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, per lire 85.000, dal cavaliere Alberto Carafa di Roccella, con atto del 19 giugno 1918. Cropani Micone si trovava al centro delle sette foreste di Mongiana, vicinissimo al paese, e il confine a nord arriva alla strada comunale Fabrizia-Serra San Bruno. Parte del territorio proveniva da lunghi anni di utilizzazione come coltura agraria e pascolo, salvo una parte con alberi da frutto sparsi, in prevalenza ciliegi, e una parte con castagni da frutto. Una imponente attività di rimboschimento fu avviata grazie alla presenza di due vivai, di tre ettari ciascuno, uno ubicato nei pressi di Villa Vittoria, in esercizio dal 1924 e che negli anni ‘50-51 ha avuto una produzione di 1.394.000 piantine, distribuite per gran parte a enti e privati. L’altro, in località Sandò, fu impiantato nel 1952 ed ha prodotto nei primi due anni 2.213.000 piantine, tutte distribuite a enti e privati.

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Riserva Naturale Biogenetica “Coturelle Piccione” – Calabria

Le Riserve in Sila Piccola contribuiscono a proteggere e conservare particolari ecosistemi, cenosi e biotopi significativi, di grande interesse vegetazionale e faunistico. La platea geologica è costituita da rocce arcaiche metamorfosate risalenti al permico medio e formate da gneiss e micascisti granatiferi. Le precipitazioni medie annue sono circa 1.400 mm, la temperatura media annua si aggira intorno 10°C. Le precipitazioni si hanno nei mesi da novembre a gennaio per circa i 2/3 ed il manto nevoso può raggiungere i 2 metri, tuttavia non persiste a lungo.

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Riserva Naturale Orientata “Bosco Rubbio” – Basilicata

La Riserva Naturale Orientata “Bosco Rubbio”, costituisce un significativo relitto delle foreste a faggio ed abete bianco che originariamente rivestivano le pendici del Monte Pollino. Il territorio della Riserva è stato successivamente classificato anche come Zona di Protezione Speciale (ZPS) nell’ambito della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea, in virtù della presenza di avifauna dal consistente valore naturalistico (falco pecchiaiolo, nibbio reale, picchio nero, nibbio bruno, biancone, picchio rosso mezzano). L’abete bianco presente nel sito, secondo gli studi botanici effettuati, sembrerebbe appartenere sia ecologicamente che morfologicamente ad una varietà appenninica differente dalle provenienze settentrionali, costituente un ecotipo locale.  
Tale specie, in passato molto diffusa in Italia meridionale, occupa oggi un’area molto limitata per motivi climatici e antropici. La Riserva di Rubbio è uno dei pochi siti dove la specie vive allo stato spontaneo, in consociazione naturale con il faggio. L’importanza della conservazione dell’abete bianco, in relazione alle specie di uccelli presenti, è legata alla necessità di disporre di piante mature per la nidificazione e per le esigenze trofiche degli stessi. Caratteristica è la presenza di un laghetto stagionale, il “Lago d’erba”, originatosi naturalmente presso l’ingresso inferiore della Riserva, ove crescono rigogliose piante tipiche delle zone umide visibili solo in alcuni periodi dell’anno.

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Riserva Naturale Orientata Grotticelle – Basilicata

La Riserva Naturale Orientata Grotticelle è ubicata nella zona pedemontana dell’antico cratere vulcanico del Vulture, originariamente inclusa nella foresta di Monticchio in provincia di Potenza. Tale foresta, durante il dominio Normanno e Angioino, fu feudo della Badia dei Benedettini che include l’antica dedicata a San Michele Arcangelo. Nel 1970 tale Foresta, per la presenza di interessanti specie vegetali (tra le quali il frassino ossifillo) e di peculiari specie entomologiche di origine balcanico-asiatica venne inserita, da parte della Società Botanica Italiana, nell’elenco dei biotopi meritevoli di conservazione.  Nel 1963, infatti, fu rinvenuta per la prima volta in Italia una farfalla, l‘Acanthobrahmaea europae, che viveva in zone tropicali e subtropicali e che si riteneva estinta in Europa da almeno 300 milioni di anni. Battezzata dallo scopritore “europea” proprio perché si tratta dell’unica specie presente in Europa, ha attualmente assunto il nome di Acanthobrahmaea europae. La pianta nutrice principale di tale specie di lepidottero è il Fraxinus oxycarpa, oleacea molto diffusa nella Riserva. Il Reparto Biodiversità di Potenza è ente gestore dell’intera ZSC IT9210140, estesa 342 ha, che, oltre al territorio della Riserva, comprende anche una vasta area del Demanio della Regione Basilicata.

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Riserva Naturale Biogenetica Metaponto – Basilicata

La Riserva si estende per circa 240 ettari lungo la costa Jonica lucana, tra le foci dei fiumi Bradano e Basento, nel comune di Bernalda, in provincia di Matera, e comprende al suo interno una raccolta di ambienti particolari. Sono presenti le aree umide che si spingono fino alla costa, le zone dove domina incontrastata e rigogliosa la macchia mediterranea e la pineta litoranea, di pino d’Aleppo. Tale patrimonio ambientale, risultato del rimboschimento di una difficile zona retrodunale litoranea, svolge oggi un insieme di insostituibili funzioni ecologiche e protettive, per le quali nel 1972 è stata sottoposta a tutela come Riserva Forestale, con il fine di preservare la fascia boscata litoranea, conservare la biodiversità e valorizzare gli ecosistemi presenti, assicurando condizioni di equilibrio nel complesso sistema duna-retroduna-entroterra. L’elevata presenza turistica circostante la Riserva e il rilevante rischio di incendi costituiscono alcuni dei fattori di rischio dell’area protetta, la cui tutela richiede la consapevolezza che la Riserva è una risorsa preziosa nell’intero comprensorio metapontino.

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Riserva Naturale Biogenetica Stornara e Marinella – Basilicata

L’habitat della pineta si presenta a bassa fragilità, come anche la duna a ginepri. Le steppe salate di Salinella e i fiumi ionici sono invece habitat ad elevata fragilità. Il pericolo più grosso delle pinete è da ravvisare negli incendi boschivi. La captazione a scopo irriguo è da considerarsi uno dei problemi più grossi per quanto riguarda i fiumi. La stabilità delle dune è minacciata dall’arretramento della linea di costa determinata dal minore apporto a mare di torbide da parte dei fiumi della Basilicata oggetto di captazione.

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Villarosa a Bagheria (PA)

La costruzione fu iniziata nel 1763 da don Placido Notarbartolo, duca di Villarosa. L’edificio è posto su un’altura vicino alle falde del Monte Giancaldo e ha un prospetto imponente formato da un portico in stile neoclassico, alto circa dieci metri e sorretto da otto colonne distanti due metri l’una dall’altra. All’interno, decorazioni murali e pregiati affreschi nelle volte. Il primo progetto fu modificato ed attuato dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Per un periodo della sua vita ci visse il pittore siciliano Nino Garajo.

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